“Salviamo vite ma siamo pagati poco”. La storia di Pablo, assistente ai bagnanti

14 Agosto 2023

Chi è solito frequentare le nostre coste soprattutto in estate non può non accorgersi di una figura, in genere un uomo, più raramente una donna, che indossa una t-shirt rossa con la scritta bianca sulla schiena “salvataggio”.

Si tratta degli addetti all’assistenza dei bagnanti in uno stabilimento balneare. Sono professionisti del soccorso specializzati per attuare il servizio pubblico di vigilanza e di salvataggio e per organizzare e gestire l’emergenza balneare in qualsiasi condizione. Un mestiere importante, spesso sottovalutato, ma indispensabile per la tranquillità e la tutela di chi si gode una vacanza al mare. Ne ho parlato con Pablo che fa questo lavoro da molti anni in Liguria, a Sestri Levante.

Pablo è originario dell’Argentina. Laureato in scienze motorie ha sempre avuto una grande passione per il mare e per l’acqua, esperto nuotatore a 19 anni decide di frequentare il corso di assistente bagnante e di trasformare il suo estro in professione, prima in piscina e poi al mare sulle coste argentine. Si trasferisce in Italia, qualche lavoro occasionale e poi finalmente la possibilità di mettere a frutto la sua esperienza in Liguria a Sestri Levante dove ha svolto il ruolo di bagnino in due stabilimenti balneari, l’ultimo dei quali lo vede attualmente occupato con estrema soddisfazione.

Mi piace molto il posto dove lavoro, avere le montagne dietro e il mare davanti. Ad esempio, lavorare in Emilia Romagna è diverso perché è tutto piatto. Qui mi piace molto il paesaggio. Poi ci troviamo in una spiaggia libera attrezzata è c’è molta differenza rispetto ad un lido, qui è tutto più libero è più aperto, la gente passeggia, corre, mentre in uno stabilimento balneare vedi soltanto i tuoi clienti. Sono fortunato perché c’è un grande fronte mare. Purtroppo la posizione privilegiata della spiaggia ci porta a ritirare tutte le attrezzature in caso di mare molto mosso; quando siamo fortunati basta togliere solo le prime file. Lavoro con due bravi collaboratori che mi aiutano: Matteo e Daniela, gestiamo tutto a due metri dall’acqua, mentre in un lido i clienti vengono generalmente accolti all’ingresso che si trova a ridosso dal marciapiede.

 

 

Ci troviamo a Sestri Levante in località Sant’Anna in un punto dove la baia resta più aperta, per cui gode di un’acqua più limpida ma allo stesso tempo più esposta alle condizioni meteo marine. Bambini e ragazzi si divertono maggiormente in caso di mare grosso, ma questo comporta maggiore lavoro per Pablo che deve alzare il livello di attenzione perché le onde possono diventare minacciose per i bagnanti. Diventa in questi casi un lavoro di grandissima responsabilità, eppure un pò sottovalutato. Anche in termini economici.

I ragazzi giovani che svolgono il lavoro stagionalmente secondo me sono sottopagati. È un mestiere sottovalutato perché non succede quasi mai niente ma nel momento in cui succede devi essere pronto – spiega Pablo

Oggi è il turno di Matteo uno dei collaboratori di Pablo. Sono di contorno a lui, arrivo e ogni giorno mi gestisco la spiaggia e il mare. Pablo si occupa anche dell’organizzazione pre e post stagione quindi montare e smontare le attrezzature, l’ordine dei lettini, le prenotazioni, ha quindi più mansioni e responsabilità rispetto a me.

Pablo spiega che è così ovunque, non è un problema della Liguria o di Sestri Levante, la stessa cosa succede a Capri, sulle spiagge Toscane, in Sardegna.

Penso che gli stagionali siano pagati troppo poco per il lavoro che fanno, hanno una grande responsabilità, soprattutto quando c’è il mare grosso, li per loro il rischio aumenta, poi sono ragazzi non super eroi. Io invece ricevo una paga normale direi.. decorosa.

Quando finisce la stagione cosa fai, di cosa campi?

Campo di quello che guadagno durante la stagione praticamente. La quantità di ore che faccio durante la stagione corrisponde più o meno a quelle di una persona che lavora tutto l’anno, per 12 mesi.

Quando inizi e finisci la stagione?

Quest’anno ho iniziato a marzo e finisco più o meno a fine Ottobre, lavoro dalle 8:00 alle 20:00 nei mesi estivi, mentre prima, nel periodo di preparazione, inizio alle 8:30 e finisco alle 17:00.

Durante il periodo invernale ti riposi o fai servizio in piscina?

No, mi riposo, una volta facevo l’assistente di nuoto in piscina, poi ho smesso.

Ci racconti una giornata tipo?

Si arriva, si prepara la spiaggia, quindi apertura degli ombrelloni, pulizia generale, sistemazione dei contenitori dei rifiuti per la raccolta differenziata, si attrezza la postazione del bagnino, si preparano le attrezzature per il noleggio. Sistemazione generale di spogliatoi, bagni, servizi pubblici, doccia. Si sta poi in postazione tutto il giorno dalle ore 9, alle 19:30 orario di chiusura.

Qual è l’iter per diventare bagnino?

Bisogna fare il corso che dura 4 mesi sia per il mare che per la piscina. Ovviamente devi saper nuotare, ma, non devi per forza essere un grande nuotatore. Qui in Italia il corso è abbasta semplice, in Argentina l’ho trovato più difficile. Ti insegnano a trasportare una persona per circa 25 metri e a nuotare sott’acqua. Il corso si svolge in piscina, c’è poi una prova al mare dove devi dimostrare di saper portare il pattino. Questa è una prova abbastanza limitante perché non è semplice farlo. Infatti, molti riescono a prendere il brevetto per la piscina ma non per il mare.

Già, ma oltre ad organizzare la spiaggia, le attrezzature, i clienti, ti sarà capitata qualche emergenza, qualcuno in difficoltà… raccontaci il salvataggio più rischioso che hai fatto.

Quando lavoravo in argentina una ragazza e un ragazzo sono rimasti al largo e non riuscivano a tornare, siamo andati a prenderli in 4 perché lì è oceano, il mare è mosso tutti i giorni. Siamo usciti a nuoto, non esisteva il pattino, ora ci sono le moto d’acqua. Qui di importante non è mai successo nulla. Al massimo quando c’è il mare mosso ci sono da recuperare i ragazzini di 10 anni a venti metri dalla riva che non riescono a tornare.

Quindi ti è capitato anche qui di recuperare qualcuno…
 
Sì, però quando c’è bisogno di recuperare qualcuno con il mare mosso non si usa il pattino perché è pericoloso. Si esce a nuoto e lo porti indietro, soprattutto nel lato vicino agli scogli.

Come ti accorgi quando c’è qualcuno in difficoltà?

Devi osservare la gente in acqua, ti accorgi se un bagnante è in difficoltà quando fatica a nuotare, quando non ce la fa, va indietro invece che venire verso la riva, se si tratta di un bambino spesso lo capisce anche la mamma che urla dalla spiaggia, a volte ti accorgi più della mamma agitata che del bambino stesso.

Noto che di fianco alla sua postazione c’è una parte della spiaggia dedicata alle persone disabili, mi spiega che per loro è una scelta precisa, esiste un’associazione che si chiama “Noi Andiamo” che chiede la disponibilità ai concessionari delle strutture di dedicare un apposito spazio. Noi insieme ad altri due stabilimenti abbiamo subito aderito, diamo una mano a queste persone quando hanno bisogno di entrare in acqua per fare il bagno. Di solito vengono con l’accompagnatore ma una sola persona non ce la fa così li aiutiamo. Ormai siamo allenati e spesso lo facciamo da soli senza l’aiuto dell’accompagnatore.

Tra chi noleggia giornalmente o stagionalmente lettini e ombrellone ci sono parecchie famiglie, e anche molte persone anziane ciò comporta sicuramente una maggiore attenzione, Matteo mi fa notare giustamente che i giovani non spendono soldi per noleggiare i lettini, preferiscono la spiaggia libera. Con le persone anziane devi prestare una particolare attenzione, noi li aiutiamo ad entrare e ad uscire, a volte si sentono in imbarazzo e non ti chiedono aiuto anche quando ne avrebbero bisogno quindi è nostro compito stare attenti  ma senza essere invadenti.

Anche questa professione soffre della mancanza di personale, in genere si tratta di un lavoro occasionale, molti giovani lo fanno per accontentare i genitori, e poi c’è la questione della paga che è bassa. Sono oramai tre anni che facciamo fatica a trovare personale, non è più come una volta quando i genitori ti costringevano a lavorare una volta finita la scuola, serve sacrificio devi rinunciare alle vacanze, quando gli altri si riposano qui si lavora di più, Matteo invece ha fatto una scelta diversa, lui studia ingegneria, ha le idee chiare ma è cosciente che non sapendo cosa possa riservargli il futuro ha deciso di imparare un mestiere che potrebbe sempre risultargli utile, lo fa con dedizione e passione. Io non stacco mai, non posso farmi sostituire, l’organizzazione della spiaggia, la gestione dei clienti sono compiti difficilmente delegabili, anche a me piacerebbe sdraiarmi al sole almeno per una giornata.

Gli angeli custodi della spiaggia, sempre pronti ad intervenire in caso di bisogno, figure rassicuranti, Daniela e Matteo tra le file degli ombrelloni sono una presenza discreta, non li noti ma se li cerchi sono lì vicino a te, Pablo in postazione dialoga con i clienti, assegna i posti, programma le settimane future, osserva che tutto funzioni. Il mio non è un lavoro stressante, sono contento di farlo, quando mi alzo al mattino non dico mai “caspita devo andare a lavorare” per me venire in spiaggia è come passare da una casa all’altra, arrivo trovo i ragazzi che mi aiutano, insieme siamo un bel gruppo, certo ogni tanto ci sono clienti un po’ complicati ma cerchiamo di accontentare tutti con il sorriso.

E credetemi in questi posti non è per nulla scontato.

TAG: attualità, mare, turismo
CAT: acqua, Turismo

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