La marijuana buona promossa per legge: cosa è legale e cosa no?

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6 Agosto 2018

Spopola la cannabis legale light o canapa legale. Non è marijuana o, per meglio dire, è una parente lontana.
Per cannabis legale la si intende quella tipologia di cannabis che ha un principio attivo basso, secondo la legge italiana 242 approvata nel dicembre 2016 qualora la cannabis abbia un contenuto di THC (ossia il principio attivo) che non superi lo 0,2% può essere prodotta e venduta liberamente e non ha bisogno di alcuna autorizzazione. Nel caso in cui la percentuale di THC sia superiore allo 0,2% ma rientri comunque nel limite dello 0,6% l’agricoltore della cannabis depotenziata viene sollevato da ogni tipo di responsabilità. Se invece il limite dello 0,6% viene superato le autorità giudiziarie possono distruggere o sequestrare la coltivazione di canapa.

La legge 242 inoltre proibisce le importazioni non rientranti nel catalogo europeo evitando quindi piante proveninti da incroci e ibridi.
Gli utilizzi della cannabis legale sono molteplici, ad esempio i suoi semi possono essere adoperati per creare numerosi alimenti come l’olio, il pane, la pasta e i biscotti. Tali cibi, oltre ad avere un gusto decisamente gradevole, sono particolarmente indicati poiché contengono molte proteine, si digeriscono facilmente e possiedono un rapporto equilibrato tra omega 3 e omega 6.
Non è previsto, ovvero non viene menzionato invece l’uso ricreativo.

La cannabis legale light si può tranquillamente comprare sia nei negozi dedicati che su internet, a patto che sia quella depotenziata. Proprio per tale ragione sul territorio italiano stanno nascendo tantissimi esercizi commerciali fisici e digitali specializzati proprio in questo tipo di vendita.
Quali sono le differenze tra cannabis legale e illegale
Le differenze tra cannabis legale e illegale sono ancora oggi molto confuse non del tutto chiare per la maggior parte delle persone.
La cannabis legale è chiamata anche cannabis light contiene THC per meno dello 0,6%. Essa dunque non crea alcun tipo di effetto psicotropo ma al massimo è in grado di conferire un lieve senso di relax. Inoltre, nonostante si tratti di una sostanza legale, per acquistarla è necessario aver compiuto almeno diciotto anni.
Mentre la cannabis terapeutica (che ha tutti gli effetti marijuana) non è possibile coltivarla sul balcone di casa propria, è tutt’altra cosa. In Italia essa viene prodotta esclusivamente dallo stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze e contiene THC in una percentuale che va dal 5% all’8% e può essere distribuita solamente per essere venduta nelle farmacie che la utilizzano per diverse preparazioni mentre non è consentito l’uso personale, pena una denuncia e una reclusione dai due ai sei anni di carcere.

La normativa per la cannabis light però non cita alcun riferimento all’uso ricreativo pertanto ciò può provocare una certa confusione in chi vorrebbe fumarla. In realtà la legge del 2016 non vieta né consente l’utilizzo personale di marijuana legale, tuttavia l’uso personale della cannabis (light o illegale che sia) come sostanza stupefacente resta vietato da tutte le altre leggi di carattere sanitario tutt’ora in vigore. Per questo la cannabis light non si potrebbe comunque fumare.
E la polizia come si comporta in tutto ciò? Bisogna stare attenti perché non è detto che la polizia resti indifferente di fronte al possesso di cannabis light. Proprio perché non esiste una indicazione precisa della legge sull’uso personale, bisogna prestare la massima attenzione quando si acquista questo tipo di sostanza. Naturalmente bisogna sempre assicurarsi che la canapa light che si acquista abbia un THC non superiore allo 0,6%.

E’ comunque possibile che vengano a crearsi delle situazioni non proprio piacevoli, nelle quali si potrebbe essere fermati per possesso di cannabis legale e la stessa sottoposta a sequestro allo scopo di analizzarla per verificarne la legalità. Per attenuare questo rischio è opportuno portare sempre con sé lo scontrino per dimostrare l’effettivo acquisto del prodotto in un negozio specifico, assicurarsi che sulla confezione siano presenti tutte le indicazioni relative al basso contenuto di THC e mantenere la confezione sigillata durante il trasporto dal negozio a casa. Resta il fatto che anche in presenza di queste condizioni, le forze di polizia hanno la facoltà di procedere al sequestro, salvo vedersi restituito il tutto dopo le analisi e senza conseguenze legali.
Va anche specificato che fumare cannabis legale, anche se la percentuale di THC è molto bassa, potrebbe far risultare positivi ai test antidroga e far risultare quindi illegale mettersi alla guida.

Varie sono quindi gli interventi delle forze dell’ordine per controllare il fenomeno. I carabinieri del Comando Provinciale di Nuoro ultimamente, hanno proceduto ad effettuare dei sequestri di “cannabis light”, durante dei controlli della circolazione stradale, contestavano a due giovani automobilisti di essersi messi alla guida delle proprie auto dopo aver fatto uso della marijuana acquistata legalmente presso alcuni esercizi commerciali. Sono state le analisi di laboratorio a stabilire che i due avessero fatto uso della marijuana, risultando positivi ai cannabinoidi e, pertanto, non potevano porsi alla guida di alcun veicolo.

I giovani sono rimasti meravigliati quando i militari hanno proceduto al sequestro della infiorescenza di marijuana, recuperata nell’auto, e alla contestazione della violazione di cui all’art. 187 del Codice della strada (guida in stato di alterazione psico-fisica per uso di sostanze stupefacenti) che prevede, tra l’altro, il ritiro immediato della patente di guida.

Al riguardo, stante il fenomeno in crescente aumento della commercializzazione della Cannabis sativa, ai più nota come marijuana, è bene precisare che la legge 242/2016 non legalizza affatto la cannabis.

La normativa, infatti, nel sostenere e promuovere la coltivazione della filiera della canapa (Cannabis sativa L.), quale coltura in grado di contribuire alla riduzione dell’impatto ambientale in agricoltura, prevede che venga commercializzata quella che presenta un THC (tetraidrocannabinolo, principio attivo della cannabis) inferiore allo 0,2%. E non prevede espressamente che la cannabis a basso contenuto di principio attivo sia destinata al consumo umano.

L’acquisto di tali prodotti, pertanto, del tutto legittimi ma solo da parte di soggetti maggiorenni, non legalizza il suo uso improprio.

In ultimo, l’Istituto Superiore della Sanità si è espresso chiaramente in merito con il parere del 10 aprile 2018, nel quale si evidenzia l’impossibilità di garantire che la cannabis legale non abbia effetti sulla salute del consumatore.

Attendiamo gli sviluppi.

 

TAG: cannabis, marijuana, monica mandico, Patente e libretto
CAT: Agricoltura, Giustizia

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