Zambito (Pd): Primarie con Forza Italia? Indispensabili, come lo è Alfano a Roma

24 Marzo 2015

“Molto rumore per nulla”, commenta a voce bassa Peppe Zambito. Il segretario del Pd di Agrigento, un insegnante di 48 anni, è anche autore di romanzi sulla Sicilia. E forse pensa, in siciliano, alla traduzione che Andrea Camilleri, scrittore proveniente dalla sua stessa provincia, ha fatto della commedia shakespeariana: “Troppu trafficu ppi nenti”.  Certo che il rumore c’è stato quando alle primarie del centrosinistra di domenica scorsa, per il candidato sindaco della città dei Templi, è risultato primo eletto, con più della metà dei quasi quattromila voti, Silvio Alessi, patron della squadra dell’Akragas, sponsorizzato da esponenti di Forza Italia. E le polemiche che già montavano, sono esplose.

Zambito, non mi dica che non si aspettava queste reazioni?

“Cosi violente non me lo aspettavo. Mi hanno sorpreso.  E non mi aspettavo che, dopo mesi durante i quali tutti sapevano della coalizione Agrigento 2020, la polemica esplodesse a pochi giorni dalle primarie”.

Beh, non succede tutti i giorni che nelle primarie di centrosinistra vinca un candidato che viene da Forza Italia

“Innanzitutto, queste non sono le primarie del Pd, ma le primarie di coalizione, previste dallo stesso statuto del Pd”.

Resta il fatto che Silvio Alessi alle ultime europee era a un passo dal candidarsi con Forza Italia

“Il fatto che gli avessero proposto una candidatura, che comunque non si è concretizzata, non vuol dire che Alessi sia un esponente di Forza Italia. Prima di presentarsi alle primarie gli abbiamo chiesto se era mai stato iscritto a un partito e ci ha detto no. Gli abbiamo chiesto se avesse militato attivamente in un partito e ci ha risposto no.  Ci ha spiegato invece che, come imprenditore, ha relazioni con tanti esponenti politici di ogni provenienza”.

Va bene, ma Alessi ha l’appoggio di Riccardo Gallo Afflitto, deputato nazionale di Forza Italia

“Guardi, quando abbiamo aperto le trattative per formare una coalizione per il sindaco di Agrigento, ci siamo rivolti alla sinistra e abbiamo ricevuto solo dei no. C’è ad Agrigento una sinistra capace di definirsi solo in opposizione e critica al Pd. Abbiamo allora aperto il tavolo a movimenti e liste civiche. Il nome di Alessi è stato fatto dal Partito delle Rforme di Michele Cimino, che a Palermo sostiene il governo regionale di Rosario Crocetta. E il Patto per il Territorio, uno dei movimenti politici locali con il quale abbiamo siglato l’accordo, ha deciso di sostenere Alessi”.

Ma il Patto per il Territorio significa Gallo Afflitto, appunto…

“Ma il Patto non è Forza Italia. Non ci sarà nessun simbolo di Forza Italia nella nostra coalizione”.

E quello del Pd?

“Certo che ci saremo, col nostro simbolo. Ma Forza Italia non ci sarà. Anzi, mi sembra di capire che Forza Italia sosterrà un altro candidato a sindaco di Agrigento”.

Partiti che stanno un po’ qua e un po’ là. Insomma, lei si stupisce se poi i giornali parlano di “pasticcio” o “imbroglio” o “ammucchiata” all’agrigentina…

“Il linguaggio è importante. Noi abbiamo replicato il modello del governo Crocetta, cosa c’è di strano?”.

E infatti il governatore Crocetta ha benedetto l’accordo di Agrigento

“Infatti. E poi, scusi, il Nuovo centrodestra di Angelino Alfano non è certo di sinistra, come dice appunto il suo nome. Eppure sostiene il governo Renzi. Se la cosa non ha fatto scandalo in altre occasioni, perché fa scandalo adesso?”

Secondo lei perché?

“Forse perché qualcuno voleva far saltare il tavolo dell’accordo, ma quando questo non è riuscito, allora è esplosa la polemica. Credo che ci siano ragioni non puramente politiche, forse legate ad altri interessi che passano per Agrigento”

Zambito, non mi dica che vede il complotto nazionale contro il Pd di Agrigento?

“Non parlo di complotto, ma dico che molti hanno scritto e commentato senza sapere bene le cose, senza analizzare i fatti”.

E quali sono questi fatti?

“Il Pd ad Agrigento è un piccolo partito al 7 per cento. Le scelte erano due: o fare una lista di bandiera destinata a perdere oppure cercare di diventare il soggetto attivo di una maggioranza ampia. E questo il Pd ha fatto, mettendoci la faccia”.

Facendo l’alleanza con un pezzo di Forza Italia e con esponenti politici provenienti dal centrodestra…

“Guardi, non è il caso di venire a fare le lezioni morali al Pd di Agrigento. In Sicilia ognuno ha la sua storia: c’è chi viene da Totò Cuffaro, da Silvio Berlusconi, da Gianfranco Miccichè o da Raffaele Lombardo. Non è offesa né vergogna, ma è la storia della Sicilia degli ultimi vent’anni. E con questa storia bisogna fare i conti”.

Vuol dire che per vincere in Sicilia bisogna allearsi sempre con la Dc e con i suoi figliocci?

“Prenda Agrigento. Non ha mai avuto un sindaco di sinistra, tranne per sei mesi con Marco Zambuto”.

Sì, ma solo quando Zambuto è passato dal centrodestra al Pd

“E’ vero. Ma cosa c’è di male? Oggi Zambuto è presidente dell’assemblea del partito democratico siciliano, ha un ruolo ed è inserito. Come vede, il Pd deve includere perché è un grande partito di governo”

O di potere?

“Parliamo di governo. E per governare, in particolare nelle realtà locali, non bisogna distinguere tra destra o a sinistra, ma tra persone perbene e no. Bene, questa è un’alleanza figlia di una situazione di emergenza nella quale si trova la città di Agrigento. E va considerata come espressione di un’emergenza. Se il Pd avesse il 30 per cento dei voti ci saremmo mossi in un modo diverso, ma non è così”.

Ma la vostra coalizione è di centrosinistra o no?

“Di centrosinistra allargata ad altre realtà territoriali e locali”

Quando però è spuntato il nome di Alessi nelle primarie non c’era alcun dubbio che avrebbe stravinto: presidente della squadra dell’Akragas Calcio, esponente moderato di area centrodestra in un città da sempre di centrodestra. Come si dice in questi casi: ti piace vincere facile

“Ecco, vede che ha toccato il nodo della questione. Agrigento è una città di centrodestra. E da qui dobbiamo ripartire, dalla realtà. Sarebbe stato più semplice e facile rinchiuderci nel nostro orticello, nel nostro 7 per cento. Abbiamo scelto invece di allearci con altre forze, in una situazione di emergenza. E’ una sfida, e ci mettiamo la faccia. Ma non è un’alleanza per sempre, solo per i cinque anni della sindacatura. Poi vedremo”

Magari in questi cinque anni il Pd agrigentino si restringe ancora di più, viste le polemiche e le lacerazioni di questi giorni…

“Magari sì. Ma magari no. Magari questo può essere un punto da dove ripartire. Vedremo”

Silvio Alessi è il sindaco giusto per il centrosinistra?

“E’ il sindaco giusto se mantiene le cose che ha detto e che si è impegnato a fare: governo della città aperto e trasparente, una squadra di governo di qualità…”.

Il Pd dovrà cantare: meno male che Silvio c’è…

“Lasciamo perdere le battute. Abbiamo cercato una candidatura comune, ma per indisponibilità delle personalità alle quali lo abbiamo chiesto o per mancanza di un accordo non si è trovata l’intesa su un nome comune. Così abbiamo fatto le primarie di coalizione. Alessi è il candidato scelto legittimamente dalle primarie: noi lo sosterremo e staremo al suo fianco sul programma comune per tirare fuori Agrigento dalla situazione drammatica in cui si trova…”

Siete lì per controllarlo?

“Non controlliamo, ma sulle cose concordate non faremo un solo passo indietro”

Per lei non c’è alcun problema a sostenere un candidato molto lontano da lei politicamente?

“Le ho già detto che l’alleanza è frutto di un’emergenza. Alessi è un uomo che ama stare in mezzo alla gente, è popolare come presidente della squadra di calcio, non è indagato né ha problemi con la giustizia. Non vedo qual è il problema”.

“Striscia la notizia” ha tirato fuori una frase in cui Alessi sostiene che ad Agrigento non c’è mafia…

“E’ una frase isolata dal contesto, che Alessi ha già rettificato e chiarito più volte, spiegando che si è trattato di un equivoco. Cosa deve fare di più? Credo che stia intervenendo con i suoi avvocati”.

Lei alle primarie chi ha votato?

“Epifanio Bellini, il candidato del Pd. Perché, aveva dubbi?”

Davide Faraone, al quale lei è molto vicino, che dice?

“Non credo abbia seguito la vicenda”

Non ci credo. Sicuramente avrà letto i giornali

“Sì, appunto. Li ha letti, ma non bastano a capire le cose. Faraone non ha partecipato a tutti i passaggi della trattativa”

Dalla segreteria nazionale del Pd cosa hanno detto?

“Fino ad oggi non mi ha chiamato nessuno”.

Non le è stata contestato il peccato di eresia?

“Mi sembra una parola esagerata. Questo è un accordo politico tutto legato a una realtà locale drammatica come quella di Agrigento”

Zambito, dopo tutta la bufera, rifarebbe questo accordo?

“Guardi, non è che mi sono svegliato una mattina e ho fatto tutto da solo. C’è stato un lungo dibattito, c’è l’accordo pieno con la presidenza del partito in Sicilia e con la segreteria del Pd siciliano. Abbiamo discusso a lungo e seguito tutte le regole dello statuto”.

E se – malgrado l’accordo con un pezzo del centrodestra e malgrado le critiche e malgrado Silvio Alessi –  perde le elezioni per il sindaco di Agrigento cosa fa? Si dimette?

“Non decido io. C’è un partito. Ne discuteremo e vedremo”.

TAG: giuseppe zambito, Peppe zambito, raffaele lombardo, silvio alessi, totò cuffaro
CAT: Agrigento, Partiti e politici

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