La democrazia è sempre, per sua natura, il trionfo della mediocrità

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22 Luglio 2016

Io non credo alle coincidenze. Ed oggi coincide la consacrazione sulle prime pagine dei giornali di tutto il mondo di Donald Trump a candidato alle prossime elezioni presidenziali americane per il Partito Repubblicano con la data in cui Indro Montanelli 15 anni fa ci ha lasciato. E siccome non credo alle coincidenze, come detto in precedenze, ritengo che questa sovrapposizione voglia dire qualcosa di ben preciso. Premesso che l’esistenza di entrambi si è concentrata attorno ai giornali, ma in maniera completamente diversa. Perché Indro Montanelli per i giornali ha vissuto, tanto da diventare una delle icone più significative del giornalismo italiano. Trump invece sembra vivere di giornali, proponendo i suoi messaggi astutamente al fine di penetrare quanto più possibile nella mente degli elettori americani.

Montanelli ebbe a dire che: “la democrazia è sempre, per sua natura e costituzione, il trionfo della mediocrità”. E questo già spiega molto bene perché la gente alla fine scelga di votare certi politici. Ma non me la sento di arrivare a dire di non fidarsi della democrazia e della gente che è chiamata ad esercitarla. Però il punto è questo. Gli elettori sono proprio chiamati ad esercitare con il loro voto la democrazia. E non tutti, in quanto elettori, siamo soggetti fortemente manipolabili, perché prima o poi tendiamo a fidarci di qualcosa o di qualcuno. Allora mi sento semmai di dire una serie di cose di cui penso che non ci si dovrebbe fidare in genere. Se poi questa lista di cose dovesse coincidere con la figura di Donald Trump, sappiate che ogni riferimento è puramente casuale.

Non fidatevi di chi utilizza semplificazioni strumentali, ma soprattutto non fidatevi delle cifre esagerate ed in genere delle cifre. Non fidatevi dell’isolazionismo, perché se lo fate accettate di ritornare al passato e scegliete di chiudervi, quando invece non è assolutamente il caso di chiudersi. Non fidatevi di chi vi dice che la soluzione dei problemi è locale, perché c’è sempre un mondo ben più ampio del vostro proprio ‘particulare’ con cui dovrete fare i conti. E non fidatevi di chi vi dice che le soluzioni sono semplici, perché non esistono soluzioni semplici. Non fidatevi di chi vi dice che ognuno in casa sua può fare quello che gli pare, perché la nostra casa è il mondo ed ognuno di noi porta una responsabilità verso quelle genti che stanno oltre i nostri confini. E non fidatevi dei toni di chi fa il forte, perché alla fine vedrete che forte non lo è di sicuro.

Mt. Trump ha messo in discussione anche l’art. 5 che recita: “Le parti convengono che un attacco armato contro una o più di esse in Europa o nell’America settentrionale sarà considerato come un attacco diretto contro tutte le parti, e di conseguenza convengono che se un tale attacco si producesse, ciascuna di esse, nell’esercizio del diritto di legittima difesa, individuale o collettiva, riconosciuto dall’ari. 51 dello Statuto delle Nazioni Unite, assisterà la parte o le parti così attaccate intraprendendo immediatamente, individualmente e di concerto con le altre parti, l’azione che giudicherà necessaria, ivi compreso l’uso della forza armata, per ristabilire e mantenere la sicurezza nella regione dell’Atlantico settentrionale. Ogni attacco armato di questo genere e tutte le misure prese in conseguenza di esso saranno immediatamente portate a conoscenza del Consiglio di Sicurezza. Queste misure termineranno allorché il Consiglio di Sicurezza avrà preso le misure necessarie per ristabilire e mantenere la pace e la sicurezza internazionali”.

Ecco, voi di uno che mette in discussione uno dei pilastri del Patto Atlantico vi fidereste? Indro Montanelli di sicuro no! E nemmeno i giornalisti del New York Times con il loro ‘fact checking’.

TAG: Donald Trump, fact checking, giornali, giornalismo, Indro Montanelli, informazione, media, Presidenziali Usa
CAT: America, Media

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