Noam Chomsky: dobbiamo l’ascesa di Trump alla paura e al “crollo della società”

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3 Marzo 2016

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La seguente intervista è stata pubblicata lo scorso 23 febbraio dal giornale online indipendente e alternativo Alternet. Seppur brevi, le risposte del linguista e attivista Noam Chomsky ci offrono spunti di riflessione interessanti sull’uso dei social media e della loro influenza sulla società. 

 

Aaron Williams: Oggigiorno le persone ottengono le loro news quotidiane attraverso i news feed, ovvero i post sulle bacheche dei social media. Sfortunatamente qualche volta tali articoli sono postati da pubblicazioni con una particolare tendenza politica e usano titoli fuorvianti che dipingono il loro lato favorevolmente. Fortunatamente molte persone guardano oltre i titoli e lasciano dei commenti critici.

 Noam Chomsky: Piuttosto, i social media tendono a essere alquanto superficiali. Sembrano incoraggiare ciò che i giovani chiamano skim reading (lettura veloce).

Aaron Williams: Quanto pensa siano diventati importanti i social media nel formare un pubblico informato e che impatto possono avere sui grassroots movement (movimenti di base)?

Noam Chomsky: Sono utili a fini organizzativi, ma secondo me, come fonti d’informazioni non possono essere paragonati alla carta stampata e neppure alla TV o alla Radio.

Aaron Williams: Quali sono le sue opinioni sul sorprendente progresso di Donald Trump? Può essere spiegato da un clima di paura?

Noam Chomsky: Paura, insieme al fallimento della società durante il periodo neoliberale. La gente si sente isolata, senza aiuto, vittime di forze potenti che non capiscono e non possono influenzare. E’ interessante fare un paragone con la situazione negli anni ’30, che sono abbastanza vecchio per ricordare. Oggettivamente, povertà e sofferenza erano molto più grandi. Tuttavia pure fra la classe operaia e i disoccupati, c’era un sentimento di speranza che ora non c’è, in gran parte a causa della crescita di un movimento militante dei lavoratori e anche per l’esistenza di un’organizzazione politica al di fuori del mainstream.

Aaron Williams: Con simili espliciti socialisti come Bernie Sanders e con gli attuali successi del leader del Labour Party Jeremy Corbyn nel Regno Unito si può dire che sia una nuova era politica e un diretto risultato dell’ austerity?

Noam Chomsky: Sanders, secondo me, è un onesto e decente New Deal Democrat. Corbyn esprime le posizioni tipiche del suo partito. Il fatto che siano considerati come “estremisti” è un chiaro segno dello spostamento verso destra dell’intero spettro politico durante il periodo neoliberale.

Aaron Williams: Chi sarà il nuovo presidente degli Stati Uniti?

Noam Chomsky: Posso esprime speranze o paure, ma non previsioni.

 

http://www.alternet.org/election-2016/noam-chomsky-we-owe-rise-trump-fear-and-breakdown-society

 

 

 

TAG: austerity, Bernie Sanders, Chomsky, crisi, Donald Trump, giornalismo, informazione, Jeremy Corbyn, politica, Presidenziali Usa, social media, traduzione, web
CAT: America, Media, Partiti e politici

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