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Il rigasificatore di Piombino difeso dagli operatori portuali

Italia

Gli operatori portuali di Piombino difendono il rigasificatore

di redazione

Il Rigassificatore di Piombino è al centro del dibattito sul futuro del porto. Gli operatori portuali ne evidenziano il ruolo cruciale per il rilancio economico e la sicurezza infrastrutturale e si schierano contro lo spostamento.

28 Gennaio 2025

Negli ultimi mesi, il dibattito sul Rigassificatore di Piombino ha assunto un ruolo centrale, soprattutto dopo l’opposizione del Consiglio Regionale della Liguria al collocamento del FSRU ITALIS LNG. La questione non riguarda solo la sicurezza energetica, ma anche il futuro del porto di Piombino, che si trova in una situazione economica critica.
Negli ultimi quindici anni, il porto ha sofferto un calo drammatico nei traffici, sia merci che passeggeri, con la scomparsa di attività storiche e una contrazione generale della domanda. Tuttavia, il Rigassificatore è riuscito a portare una ventata d’ossigeno, contribuendo al mantenimento di servizi essenziali, come evidenziato dagli operatori portuali. “Senza il terminal LNG, il porto avrebbe visto una drastica riduzione della disponibilità dei rimorchiatori antincendio e della sicurezza complessiva,” sottolineano.
Un esempio concreto è il rapido intervento in occasione di un principio di incendio su un traghetto, reso possibile proprio dalla presenza costante dei servizi tecnico-nautici potenziati grazie al Rigassificatore.

L’appello degli operatori contro lo spostamento

Gli operatori portuali mettono in luce come la permanenza del Rigassificatore sia cruciale non solo per la sopravvivenza del porto, ma anche per il rilancio dell’intera economia locale. “La vicinanza del terminal LNG può offrire vantaggi competitivi per le nuove attività industriali e manifatturiere che si insedieranno nell’area,” affermano. Inoltre, il porto, che vanta infrastrutture moderne e una posizione strategica, potrebbe attrarre nuovi investitori se supportato da adeguate politiche di sviluppo. D’altro canto, il trasferimento del Rigassificatore avrebbe conseguenze disastrose. “Sarebbe un colpo fatale per l’economia portuale e per l’occupazione,” avvertono gli operatori. Il settore ha già visto benefici tangibili, tra cui il mantenimento e in alcuni casi l’aumento degli organici, nonostante le difficoltà globali del mercato marittimo. Con l’imminente completamento delle infrastrutture previste dagli Accordi di Programma, il porto di Piombino potrebbe diventare un punto nevralgico per il commercio marittimo italiano. Ma il tempo stringe: “Non possiamo più attendere risposte lente; abbiamo bisogno di azioni immediate.” Il documento si conclude con un appello alle istituzioni per ripensare la questione della permanenza del Rigassificatore oltre il 2026. “È necessario un approccio lungimirante, in grado di garantire stabilità e crescita per il porto e il territorio.”

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