Letteratura

Ritorno a Reims, un libro che parla a noi

Dopo la morte del padre, Didier Eribon ritorna a Reims, sua città natale, e riscopre il mondo che ha lasciato dietro di sé trent’anni prima

10 Giugno 2025

Nel 2009 Didier Eribon scrive un libro autobiografico, Ritorno a Reims, che parla a noi oggi. È un libro di indagine sociologica e di teoria critica, interessante per chi guarda alle scelte politiche della sinistra nel mondo contemporaneo e per chiunque abbia sperimentato come l’identità sessuale possa scontrarsi con altre parti della propria identità.

Didier arriva da una famiglia comunista di una città tra Parigi e Lussemburgo, studia, litiga con la famiglia, con il padre, se ne va, ha successo, diventa editorialista di una famoso giornale militante, scrive libri, è l’intervista biografia con il padre dell’antropologia Claude Levi Strauss.

Un giorno il padre muore e torna a casa
e scopre che tutti i suoi amici rimasti lì, il suo mondo comunista e delle lotte sociali appoggia la Le Pen. Perché?

Che la solidarietà di classe si è trasfigurata in odio e razzismo contro il proletariato immigrato, chi era in prima fila ai seggi elettorali, molti oggi non votano più. Perché?

Lui stesso si rende conto di provare vergogna sociale a ricordare la sua origine popolare, mentre con orgoglio rivendica il suo essere gay. Perché?

E se il razzismo fosse anche la regressione e l’ultimo atto di autodifesa di un mondo che si sente ai margini, incompreso e in ascoltato?

Forse rispondere a queste domande spiegherebbe insuccesso e il peso del no alla cittadinanza agli. immigrati, più di infantili analisi autoconsolatorie o che scaricano la responsabilità su gli elettori che non hanno capito.

Temo invece che gli elettori abbiano capito benissimo.

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