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Il ritorno della Russia in Africa: tra Wagner, oro e nuovi imperi

8 Luglio 2025

Nel silenzio mediatico e diplomatico dell’Africa subsahariana, la Russia ha riaffermato da protagonista la propria presenza, orchestrando una strategia ibrida che coniuga forza militare, controllo economico e manipolazione dell’informazione. Dopo il colpo di stato in Mali e il successivo ritiro delle truppe francesi e delle forze ONU, Mosca ha riallineato il controverso gruppo Wagner sotto lo stigma ufficiale del “Africa Corps”, una nuova struttura sotto il ministero della Difesa. Il cambiamento, avvenuto nel giugno 2025, non ha mutato la sostanza: circa 2 000 uomini restano sul campo per “assistere” gli Stati, ma in realtà consolidano il potere di Mosca  .

Questa alleanza militare e commerciale ha già lasciato un segno profondo. Nel marzo 2022, nella regione di Moura, gli alleati maliani e mercenari russi hanno eseguito oltre 500 esecuzioni extragiudiziali, compresi assassinati civili, donne e bambini. Amnesty International e le Nazioni Unite hanno documentato violenze, stupri e massacri. Negli ultimi anni, Human Rights Watch ha aggiunto decine di esecuzioni arbitrarie, droni su cerimonie civili e torture. Quello che doveva essere un intervento “anti-jihad” nella realtà ha alimentato nuove minacce. Tribù locali dichiarano che i raid hanno rafforzato i gruppi estremisti, e testimoni registrati da Human Rights Watch parlano di decapitazioni, torture e fosse comuni. Ormai alcuni lo definiscono il teatro del neocolonialismo violento.

Parallelamente, la strategia russa punta in alto sul fronte economico: controllare risorse preziose come oro, diamanti, legname e persino uranio. Aziende oscure come Diamville, Lobaye Invest e Midas Resources operano in Repubblica Centrafricana, Mali e Congo, gestendo miniere e incassando guadagni stimati in oltre 2,5 miliardi di dollari dal 2022. Questi “blood gold” non solo finanziano il conflitto in Ucraina, ma aggirano le sanzioni, passando per hub ombra in Emirati, Turchia e Asia.

La presenza russa si estende anche in Burkina Faso, Niger e Repubblica Centrafricana. La giunta di Ouagadougou ha integrato Africa Corps nel 2023, aprendo basi e rafforzando la propaganda filo-Mosca. Ma la sicurezza, al contrario, peggiora: oltre 17 000 civili morti dall’inizio dell’ondata insurrezionalista  . Questo “ordine sotto copertura” ha un volto spietato: bombardamenti, razzie, massacri—alcuni documentati da Al Jazeera.

Non è solo la violenza a cambiare, ma la comunicazione stessa. La Russia utilizza reti mediatiche africane per diffondere false narrazioni, rilanciando anticolonialismi superficialmente “liberatori”. In centri culturali come il “Russian House” di Bangui, si sponsorizza l’ortodossia e si diffonde propaganda anti-occidentale, in una narrativa avvolta nella retorica populista e nazionalista. Sul fronte militare, l’Associated Press ha documentato l’arrivo di carri armati, droni, radar jamming e addirittura uno Su-24 in Mali, dimostrando come Africa Corps sia un’operazione statale, non mercenaria  . Questo rimodella il quadro strategico: non più privatizzazione bellica, ma espansione armata ufficiale della Russia. Così Mosca ha trasformato l’Africa in un laboratorio geopolitico, dove “riconquista” e “contrasto al terrorismo islamico” diventano pretesto per conquistare influenza e materie prime. Le truppe locali sono più forti delle polizie africane, mentre Africa Corps diventa lo strumento che consolida il potere filo-russo.

E l’Occidente? Reagisce a scossoni, non a emergenze. L’UE impone sanzioni limitate, l’ONU avvia inchieste, ma alla fine le risposte restano deboli. Qualche nave nel Mediterraneo e dichiarazioni roboanti non fermano né il flusso di armi né i traffici illeciti. Come scrive il RAND, la trasformazione di Wagner in Africa Corps rappresenta un salto in avanti: un’integrazione che rende Mosca più responsabile, ma anche più pericolosa.

Il bivio è chiaro: l’Africa può diventare un teatro di poteri incontrollati, o il terreno per ricostruire un ordine multilaterale. Ma serve una volontà politica, strumenti normativi e un’azione strategica: sancire le front companies, contrastare la propaganda, proteggere i civili, riportare la mediazione internazionale. Diversamente, lasceremo le popolazioni africane alla mercé di nuovi predatori, a un colonialismo modernizzato, ma ancor più insidioso per la sua apparenza “legale”.

Nel frattempo, Africa Corps prosegue il proprio corso: a giugno 2025, lo hanno rilevato battendo ancora i jihadisti, ma non restituendo la libertà alle comunità. La loro presenza non cura, peggiora, frattura, divide, saccheggia. Il ritorno della Russia in Africa non è un’illusione geopolitica: è un’occupazione simulata, coperta dal mito del “difensore antiterrorismo”, con armi letali e un fardello economico che si deposita sulle tasche dei poveri.

 

 

 

 

 

 

 

 

https://apnews.com/article/f3383b5bbc8120b445d3df9062bf7f14

Mali: The perpetrators of the Moura massacre must be prosecuted and tried by a competent court

Africa’s New Overseers: Inside Russia’s Covert Gold Empire”

https://www.reuters.com/world/africa/mali-rebels-say-army-russian-fighters-killed-nine-civilians-car-attack-2025-01-05

https://www.dw.com/en/russia-kremlin-wagner-group-influence-in-central-african-republic-sudan-mali/a-70599853

https://responsiblestatecraft.org/wagner-group-africa-2672360360

https://apnews.com/article/035a63a7e2c82f24c80aa3898388b18a

https://www.amnesty.org/en/documents/pol10/6050/2024/en/

https://www.hrw.org/world-report/2024/country-chapters/mali

https://www.crisisgroup.org/africa

https://www.ohchr.org/en/documents

https://www.opensocietyfoundations.org/

https://peacekeeping.un.org/en/missions

https://www.amnesty.org/en/documents/afr37/6780/2023/en/

https://www.ohchr.org/en/documents/country-reports/mali-human-rights-situation-report-2023

https://www.hrw.org/world-report/2024/country-chapters/mali

 

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