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Mondo

Legge Uguale ma non per tutti: quale Democrazia e Stato di Diritto oltre il dollaro con stablecoin ?

di Luciano Pilotti

In mortem della democrazia e dello Stato di Diritto sulle ceneri del dollaro alzando le bandiere private delle crypto-currency

22 Giugno 2025

Il Senato americano senza colpo ferire ha votato una legge (Genius Act) su una parte delle criptovalute stabilendo limiti e tutele per i consumatori di stablecoin: “Guiding and Establishing National Innovation for U.S. Stablecoin“. Ottimo, anzi necessario e infatti potremmo dire: “meglio una legge di nessuna legge”. O forse anche no? Infatti, purtroppo, non è sempre così, perché in questo caso il Senato USA ha votato una ” buona legge” ma che non è uguale per tutti: in particolare definisce vincoli contro il conflitto di interesse ma escludendo il Presidente e la sua famiglia. Contraddittoriamente, “il conflitto di interesse” nello specifico delle criptovalute viene regolato e – contemporaneamente – ” sterilizzato”, a valere per alcuni soggetti (i più o molti o quasi tutti) ma non per altri (The President and Family). Il “vertice del potere” è escluso dalla regolazione, cioè ne è “protetto”. Invertendo le logiche di disinnesco del ” conflitto di interesse”, enfatizzandolo. L’America di Abramo Lincoln, di Roosevelt o di Regan non c’è più e quella emergente non si sa cosa sia, ma certo siamo ad un competitive authoritarian State dice Paul Krugman. In dettaglio, in un articolo della Legge si “vieta ai membri del Congresso e relativi familiari di speculare o trarre profitti dall’ investimento negli stablecoin“. Risultato atteso e ragionevole, quasi ovvio se non fosse sacrosanto in uno Stato Liberale e di Diritto oltre che rispettoso di regole di contendibilità e competitività in primo luogo nei confronti dei legislatori che non possono avvantaggiarsi dalle leggi da loro stessi emanate e in secondo luogo verso operatori che devono potere contare su leggi “giuste” per lasciare spazio a contendibilità e ai meccanismi di offerta e domanda senza altre distorsioni che ne minaccerebbero l’affidabilità e credibilità. Peccato che un tale divieto non valga per il Presidente e la sua famiglia e del quale non si comprende la ratio se non di personalizzazione del potere. Dunque, un “ircocervo” si erge sull’Aula Alta del Congresso e svolazza tra le nuvole di Washington con un formidabile e macroscopico “conflitto di interesse” che ci si aspetta che l’Alta Corte possa e voglia bloccare. Peraltro, una Legge passata con 18 voti democratici dove ne bastavano 6 per fermarla sui cancelli, perché è evidente che in questo caso era “meglio nessuna legge che una qualsiasi legge peggiorativa e iniqua“. Per la semplice ragione che se ” il conflitto di interesse” è regolato dalle leggi esistenti, meglio allora queste rispetto a quelle “peggiorative” appena varate. Qui allora muore lo Stato Liberale di Diritto e nasce uno Stato Corporativo e personalistico di tipo (neo) Imperiale. Infatti, obiettivo di una Legge così confezionata oltre che a favore del Capo Supremo sembra quello di indebolire il dollaro, sottraendo potere alla FED e trasferendolo al Presidente. Dimostrazione plateale che questo Presidente non vuole “lacci e lacciuoli” ad intralciare la strada verso l’arricchimento personale e dei suoi seguaci come priorità fondamentale con una base monetaria da loro controllata innescando i movimenti di faglia delle crypto-currency. Infatti, il Presidente sta costruendo un impero di criptovalute sia per la rilevante partecipazione in World Liberty Financial, una cassaforte (familiare) che ha lanciato mesi fa una piattaforma con una propria criptovaluta denominata USD1. Dichiarando peraltro un guadagno di ben 57 mil.ni di dollari dalla vendita di token con tale piattaforma solo nel 2024 e riscontrabile pubblicamente come informativa finanziaria qualche giorno fa. Inoltre, una meme-coin a lui collegata e condivisa con altri ha generato guadagni per 320 mil.ni di dollari in commissioni che secondo Reuters coprirebbe circa il 30% del suo patrimonio stimato in 1,6 miliardi di dollari e che si è accresciuto del 20% solo nei pochi mesi da quando è Presidente. La “guerra al dollaro” con un sistema valutario alternativo è iniziata avanzando la cavalleria delle crypto-currency e tocca all’Europa rispondere con rigore con un Euro credibile e forte “as good as gold” – come diceva Keynes –  con una alleanza tra Stati e multilaterale a contrasto della nefasta identificazione  tra oro e cryptovalute con la quale i tecno-reazionari di Trump e Musk vogliono affossare il dollaro, e – ovviamente –  le sue regole e le istituzioni che lo proteggono da assalti sconsiderati e irresponsabili, aggirandole. Quindi capire le logiche decisionali di The Donald non risulta un “mistero” basta seguire il “profumo dei soldi” e l’avidità di denaro connessa ad un uso strumentale, spregiudicato, stravagante e irresponsabile del potere per fini privatistici e in stridente contrasto con il Diritto Europeo, ribadito in varie sentenze recenti e meno recenti della Corte di Giustizia. Contrasto che spiega la costante delegittimazione di Trump nei confronti dell’UE negandone qualsiasi fondamento normativo e regolatorio del corpus democratico e di giustizia che la “Vecchia Europa” si è data dalla sua nascita e Genius Loci della sua stessa esistenza e identità. Preferendo (Trump) tutti i maggiori autocrati planetari (da Putin a Xi Jinping a Orban) sensibili alla sua stessa cultura negoziale di tipo “personalistico”, “a una via” e “sequenziale” per la compatibilità con i suoi interessi personali come priorità strategica e tattica, riducendo il mondo ad un mercato immobiliare mobilitato però dalla paura dei poteri contrattuali mobilitabili. Negando in questo modo qualsiasi “logica multilaterale”, di fiducia e di convivenza inseguendo il consenso interno del Movimento Maga come maschera ideologica per fare avanzare un tecno-capitalismo reazionario e ingiusto. Una traiettoria che tuttavia non sembra aver prodotto fino ad ora alcuna riduzione né dei conflitti armati né di quelli commerciali, come aveva promesso, nonostante roboanti messaggi inziali poi ridimensionati. Per la semplice ragione che “non siamo soli nell’Universo” e che viviamo in un Pianeta che – nonostante tutto – ha accresciuto le proprie interdipendenze e che le fonti ultime di crisi hanno evidenziato nel crescente disordine  emerso dopo l’89 seguito alla caduta del vecchio ordine dal 1945 e finora senza alcuna “sostituzione” di modelli credibili: dallo shock Internet/Web (2000), alla crisi finanziaria Lehman-Brothers (2008), alla tragedia Covid (2019) e alle guerre di aggressione dell’Ucraina (2022) fino a quella di Gaza (2024) innescata dal tragico 7 ottobre e all’attuale attacco di Israele all’Iran e relative risposte con razzi che “bucano” (pure al 3-4%) Iron Dome e che ci dice che le eventuali soluzioni non saranno né brevi né indolori. E’ proprio quest’ultimo conflitto che sta inghiottendo Trump – con “l’ossessione sciita” di Netanyahu e la minaccia nucleare (reale, seppure incerta sui tempi) – “in una guerra che non è la sua” muovendo i bombardieri B2 contro il nucleare (ma  del tutto “strumentale” al ridisegno del Medio Oriente anche – o soprattutto – in chiave anti-cinese opponendo alla “Via della Seta” quella del “Cotone”) e che per questo cerca forse l’ultima mediazione possibile anche con la (odiata) “sponda” europea nei colloqui a Ginevra con l’Iran e pressato internamente dall’estremismo di MAGA e America First che vogliono “rinchiudersi” entro la sponda nord di Colorado e Rio Grande saldati nella muraglia di El Paso. In attesa che i dazi facciano il loro corso (anche se quali e quando non è facile sapere!) e diano risultati (forse) tra 2-3 anni ben oltre la sua data di “scadenza del mandato”, a meno di (improbabili) incendi costituzionali. Intanto le maglie larghe di un Diritto Internazionale senza voce e disarmato, ammutolito da cannoni e razzi a cui una politica globale confusa e incerta affida la propria volontà di potenza nell’assenza di visione dove il diritto delle persone è cannibalizzato da quello personalistico imposto dagli scarponi su campi di battaglia tecnologici. Esemplificativa di questa follia di una volontà di potenza mefistofelica di un Putin che dichiara nelle ultime ore sull’Ucraina che “ove scarponi russi si appoggiano quello è suolo russo e che tra russi e ucraini non c’è nessuna differenza”. Quindi Putin accaparra terre con gi scarponi nel fango come clava di un diritto imperiale (ora in sostegno dell’Iran) e Trump – intanto – si arricchisce con “aiuti istituzionali vari e per legge” (rigorosamente ad personam) e poi si vedrà…”il mondo, i diritti, la giustizia, i competitor e il dollaro possono aspettare” purché… God Save The King…pardon…The Emperor….and slaves. E l’Italia tace o sta “a guardare”….. usque ad mortem?

#geopolitica
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