Stanco di raccogliere bottiglie alla Pi.Bi.Li. farei una proposta (anzi due)

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14 Ottobre 2018

Inizio giornata piuttosto deprimente alla Piccola Biblioteca Libera, che si presentava stamattina, domenica 14 ottobre 2018, così come vedete nella foto. (La prendo alla lontana, ma se avete la pazienza di arrivare fino in fondo c’è anche una proposta, anzi due). Le cause del disastro, che si ripete puntuale ogni venerdì e sabato notte? Ho l’impressione sia causato da una serie di mancanze. Provo a semplificare, e scusate se semplifico troppo. Penso che agli under 30 manchi l’idea di bene comune e il senso di responsabilità. Oltre a essere presente una buona dose di pigrizia, il bug del nuovo millennio sdraiato. Negli over 40 (che poi sono i genitori degli under 30) manca ancora l’idea che possa davvero esistere un bene comune, ma soprattutto manca la voglia di impegnarsi per instillare negli under 30 un qualche tipo di senso di responsabilità.

Ho parlato molte volte con gli abbandonatori di bottiglie (soprattutto maschi, età 15-25, classe sociale: tutte).  Nel loro caso più che di maleducazione (esito di una educazione fatta male) parlerei di ineducazione, cioè assenza di educazione.

Perché nella civiltà digitale educare in generale, ed educare alla responsabilità in particolare, è una gran fatica, specie quando  e comprendo  i tanti genitori che proprio ci hanno rinunciato, o che vorrebbero ma non ne hanno il tempo materiale e l’energia necessaria.

Scatta l’esperienza personale. Ho una figlia di quasi 11 anni, è in prima media. Si chiama Sofia ma talvolta mi verrebbe da chiamarla “Sofi-senti-no”, dalla frase che le devo ripetere diciamo 7 volte al giorno, in media, da alcuni anni.

Perchè Sofi-senti-no, non lasciare per terra quel fazzolettino che ti è caduto; raccoglilo e mettilo nel cestino. Sofi-senti-no la signora delle pulizie come dice il nome pulisce la tua camera, non mette a posto le tue cose. Sofi-senti-no chi lo ha detto che la lettiera delle gatte la deve pulire sempre tuo padre, le gatte sono anche tue (NDR: questa idea delle gatte come “bene comune” mi piace; bene e catastrofe comune, a seconda dei momenti – hanno 6 mesi; in pratica vivo con tre preadolescenti). Devi cominciare anche tu, anche se non è piacevole come dargli i croccantini. La storia della lettiera è sintomatica perché prevedo almeno altri 2-3 mesi di faticosi Sofi-senti-no per raggiungere l’obiettivo della condivisione di questa noiosa corvée, che non le piace proprio (come a nessun ragazzo piace doversi riportare a casa le bottiglie).

Sulla base di questa mia personalissima esperienza non credo sia davvero possibile risolvere il problema del disastro che ogni sabato sera lasciano i ragazzi alla Piccola Biblioteca Libera (come in tanti parchi e piazze milanesi di movida) educandoli al rispetto e alla responsabilità. Se è già così impegnativo educare alla responsabilità i figli propri, escludo sia possibile educare quelli degli altri.

Sì, certo, si dovrebbero fare almeno 2 ore la settimana (meglio 3) di educazione civica a scuola, iniziando dal primo anno delle primarie (meglio dall’ultimo di asilo) e proseguendo ad . E invece oggi siamo al paradosso che di educazione civica se ne fa un’ora alla settimana quando va bene, ma solo ai bambini che per un motivo o per l’altro non fanno Religione Cattolica (mia figlia un po’ di educazione civica per quel motivo l’ha fatta, e vi assicuro che le è servito molto). Ma a parte questo, io altre misure educative possibili non le vedo.

Inutile cercare di educare un over 14 in-educato. Se gli chiedi di raccogliere la sua bottiglia vuota (e io l’ho fatto tante volte alla PiBiLi) ti dirà: a) che non è sua quella bottiglia ma di uno che è andato via b) che me ne frega a me della sua bottiglia c) che lui ha diritto di divertirsi e la bottiglia è parte fondante questo suo diritto (questa cosa di giustificare tutto purtroppo la dicono anche parecchi adulti, che non lasciano mai bottiglie in giro peraltro – ma questo è un altro discorso, non apriamolo qui).  In ultimo scatta la più terribile delle accuse: d) “sei vecchio e quindi non rompere”. (Solo una o volte mi sono sentito rispondere “non sei mio padre per dirmelo” – cari colleghi padri dobbiamo farcene una ragione, se non veniamo neanche più usati come scusa la nostra autorità è davvero in crisi, per non dire peggio).

Per queste ragioni l’educazione, secondo me, non funziona come policy anti tappeto di cocci.

Ci sarebbero le misure repressive: intervento della forza pubblica, multe a chi abbandona le bottiglie, ecc. La presenza dissuasiva degli agenti (magari della Polizia Municipale) è necessaria per evitare gli eccessi di vandalismo e limitare il disturbo al sonno dei vicini, ma non risolve il problema delle aree pubbliche messe fuori uso dai rifiuti dalle notti di movida (salvo che il presidio sia costante, per tutta la notte, e attivo nella dissuasione; costoso e difficile da ottenere).

Ma se l’educazione non funziona e la repressione neppure, per quanto tempo alla Piccola Biblioteca Libera io e gli altri volontari saremo  condannati a raccogliere bottiglie o loro parti ogni domenica mattina?

In Germania, terra della ragion pratica, una soluzione l’hanno trovata da diversi anni. Senza intenti educativi (ma è una soluzione molto educativa) né modalità repressive (ma giustifica la multa che ti prendi davvero se abbandoni una bottiglia).

Quando si compra qualsiasi bottiglia (di plastica come di vetro) o lattina in qualsiasi negozio fisico o automatico si paga un deposito di 25 centesimi a bottiglia / lattina. I soldini li recuperi solo se metti la bottiglia / la lattina nell’apposito bidone intelligente (che ti stampa un buono) o la riporti in un qualunque negozio (dove ti consegnano il buono).

Forse che in Germania i ragazzi non vanno nei parchi a bere il sabato sera? Certo che ci vanno. Ma quasi nessuno vuole perdere i suoi 25 centesimi, che sono comunque un quarto del costo di una lattina. E la domenica mattina i ragazzini vanno nei parchi a caccia delle (poche) lattine abbandonate. Risultato: in Germania il 95% delle bottiglie e lattine viene riciclato, dicono fonti attendibili. Senza che l’AMSA berlinese o amburghese (è una norma nazionale) debba raccogliere quasi nulla (come invece fa, e bene, ogni domenica mattina nei giardini e nelle piazze di Milano).

Certo, sarebbe una norma non semplice da fare ingoiare alle aziende produttrici e alla distribuzione. Il timore che la cauzione sia vista come un incremento del prezzo (con conseguente riduzione delle vendite) credo sia l’ostacolo maggiore.

Magari nel breve periodo sarebbe anche una misura impopolare: i ragazzi vanno a bere nei parchi perché con 5 euro si comprano al pub una birra e mezzo se va bene, al supermercato almeno 5 (che poi il problema sta tutto lì, mica vanno a bere al parco per cattiveria i ragazzi).

Ma, come è successo in Germania, rapidamente i consumatori imparerebbero a usare i buoni cauzione per i prossimi acquisti, quindi non ne verrebbero penalizzati. Da parte della distribuzione mi sembra un impegno dovuto, da accettare senza protestare (è prevista anche dalle direttive europee, quindi prima o poi arriva).

E nel breve, aspettano una norma semplice e risolutiva come questa?

Nel breve chiederei al Comune di Milano (Assessore Marco Granelli) e ad AMSA di istallare delle campane multiuso (lattine / alluminio / plastica) nei parchi e nelle piazze milanesi dove la movida è più intensa. Almeno a livello sperimentale.

Perché se non sanno dove buttare le bottiglie e le lattine (che non dovrebbero andare mai nei cestini stradali, per poi finire nell’indifferenziata) come facciamo a chiedergli di non lasciare per terra o sui ripiani della Piccola Biblioteca Libera?

Che, ovviamente, sarebbe molto felice di partecipare ad una sperimentazione. Raccogliere bottiglie non è il miglior modo per cominciare la domenica mattina (e, ancora massima stima per gli operatori AMSA che lo fanno di mestiere).

Siamo a Milano in via Federico Confalonieri 14, proprio accanto alla Casa della Memoria. La fermata Isola della M5 è a due passi, quella M2 Gioia a poco più.

(Veniteci a trovare alla PiBiLi.  Quando venite portate un libro, prendete un libro, grazie!)

TAG:
CAT: Beni comuni, tutela del territorio

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