Lettera di un pentito UNESCO

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23 Gennaio 2019

(Riceviamo e volentieri pubblichiamo la lettera di un nostro affezionato lettore che ci racconta la sua esperienza dall’interno sulla Commissione Unesco in questi giorni sulla bocca di tutti)

Come noto la Commissione Nazionale UNESCO si riproduce nel territorio tramite la Federazione dei Club, territoriali e spalmati su tutta la nazione. Le recenti nomine alla Commissione per l’UNESCO mi suscitano un ricordo, la vicenda che vide coinvolto un mio amico fraterno, quasi consanguineo, quasi fossi io stesso. Il luogo era la Capitale del Paesechefu, un piccolo-grande Paese Europeo, a margine del Mar Mediterraneo, una terra ricca d’ingegno ma soprattutto di bellezze architettoniche, di opere d’arte materiali e immateriali. Il mio amico che chiameremo per comodità “Solo”, professore universitario, un po’ per stanchezza che l’Ateneo conferisce sempre a chi lavora con passione e quasi devozione, si dedicava ad attività sociali e di interesse pubblico.

Venne così a contatto con una ex parlamentare del Partito di Maggioranza del Congresso, una Signora dedita a molte attività politiche e sociali. Fu da essa contattato per entrare nel Club dell’UNESCO come socio fondatore. La riunione fu fissata a casa della Signora che aveva invitato tra i fondatori amiche di un giro ristretto della società bene della Capitale del Paese. I convenevoli furono oggetto di accesa discussione, tra pasticcini e brioches. “Solo” cercò di parlare e prima che finissero i lavori, introdusse i temi che aveva selezionato. Un primo tema era il ruolo dell’inquinamento atmosferico sui monumenti. Come noto, l’assunto, di qualche decennio addietro della “pioggia acida”, è riduttivo rispetto il complesso dei problemi che nel corso degli anni è stato oggetto di studio.

In sintesi, i processi degenerativi, cui va incontro una costruzione monumentale, dipendono anche dai materiali di prima costruzione. Le alterazioni sono a carico della componente silicata e della componente carbonata. Per una serie di reazioni chimiche, gli ossidi di azoto (NOx) di solfo (SOx) e CO2 contribuiscono, in presenza di acqua piovana, ad abbassare il pH del materiale che, acidificato, va incontro a modificazione strutturale. I processi che intervengono sono la destrutturazione, con una perdita di sostanza, computata fino 5-6 micra/ anno pari a un millimetro ogni 1000 anni, e il cambiamento strutturale per processo di solfatazione (Bonazza, 2011) con conseguente trasformazione in gesso del materiale lapideo.

Ma sono i metalli pesanti responsabili di alterazioni più gravi, tuttora in corso di studio, per la formazione di particolato aggregato alla molecola del metallo, ciò che potenzia il processo di destrutturazione acido-corrosiva degli agenti inquinanti gassosi. Quindi se da un lato vi è la formazione di materiale crostaceo emendabile o lavabile, vi è anche un parallelo degrado strutturale costituito da alterazione meccanica legata al particolato pesante e chimica della composizione dei carbonati presenti nella struttura primitiva. Un tema di interesse vitale e che si inscriveva perfettamente nei temi UNESCO.

L’altro tema era quello della informazione corretta in tema di sicurezza stradale nelle scuole. Informare i giovani dello stile di guida corretto avrebbe portato giovamento alla futura classe di conducenti, magari inducendoli a correggere quello sbagliato dei propri genitori che telefonano, lanciano sms o fumano in auto.

Il terzo tema era quello della Lingua come patrimonio del Paese. Non “Solo” quella ufficiale ma le varie lingue dialettali che spesso, come nel caso di un’isola del Paese, assumono valenza di vera e propria lingua, di diretta derivazione latina.

Il quarto, la battaglia per rendere Patrimonio dell’Umanità un Castello, di origini e fatture normanne sito in un’altra Isola del Paese. Bene bravo, fu detto a “Solo”, ma sia pure con molti lusinghieri apprezzamenti formali, i temi non furono né bocciati né accettati. Semplicemente archiviati. Ad ogni seduta del Club, “Solo” sempre più timidamente ripropose i temi e ogni volta gli fu detto che era molto bravo e che erano tematiche affascinanti ma senza incentivo alcuno per proseguire.

Ad un certo punto “Solo”, invitato dal Club ad una visita di gioielli antichi, stanco, diede le dimissioni. Passano due anni e riceve una telefonata da un componente del Club che lo invita a rientrare essendo stata messa in minoranza la Presidente Deputata. Disposto a tornare sui suoi passi, e avendo avuto rassicurazione che le tematiche sarebbero state riprodotte, rientra. E con sua grande sorpresa trova una formidabile lotta intestina tra la ex Presidente e la Nuova Presidente, fatta a colpi di carta bollata. Già, si chiese, come mai questo accanimento a non mollare la presa da entrambe? Che interessi erano in gioco? Non certo danaro, il Club si nutriva delle quote associative. Forse potere, ma potere di fare cosa? Non c’era una competizione politica, né interessi surrettizi. Tuttavia la lotta esplose anche in sede di Commissione Nazionale UNESCO.

Ad un certo punto, un Critico d’Arte decide di far spostare un cimelio greco-romano, detto la DEA, da una città all’altra a rischio di gravi danni per il pezzo d’arte. Ne nasce una lotta per lo spostamento sì o no, e la vicepresidente del Club della Città di appartenenza del cimelio invita “Solo” a perorare la causa dello spostamento. Altra telefonata sempre dello stesso componente che lo invitava a non occuparsi della faccenda.

A questo punto “Solo” decide di farla finita. Il Club, quali fossero le sue finalità dirette o indirette, sembrava occuparsi d’altro ma non delle finalità istituzionali dell’Ente. E si chiese: se l’UNESCO è un’Istituzione seria e utilissima per la valorizzazione del Patrimonio Culturale del Paesechenonc’è, perché queste lotte intestine? E perchè i temi sopra citati venivano accantonati?

(Lettera firmata)

TAG: unesco
CAT: Beni culturali

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