Milano
Borghetti,Pd: “Referendum giusto, ma non andrò a votare”
Sì è laureato in Ingegneria e ha fatto 10 anni di conservatorio. Carlo Borghetti è un consigliere regionale del PD abituato a studiare. Lo capisci dal suo ufficio al 14.mo piano del Pirellone di Milano. Esplode di carte, libri, appunti, cartelle, documenti. Non sta fermo un attimo. Ed ha un carattere tipico degli ingegneri. A problema, segue soluzione. Logico. Consequenziale. Politicamente sul referendum ha preso un posizione chiara. Non andrà al voto. Non perché non condivida il referendum. Anzi. Perché, semmai, se c’era un’emergenza – cambiare le competenze su alcune materie negoziandole con lo Stato Centrale – come si fa con un ammalato quando le sue condizioni sono gravi, si opera subito. Invece aver aspettato quattro anni, prima di portarla all’attenzione della consigliatura e degli elettori, genera il sospetto che l’interesse comune non sia veramente tutelato. Insomma: se stai male dal medico ci vai subito. Non dopo quattro anni. Per questo – secondo l’esponente PD – “occorre mandare un segnale a Maroni”. Non votare significa dire a Maroni: se era importante perché non lo hai fatto subito? Con il consigliere abbiamo anche fatto un accenno al referendum catalano, completamente diverso, in termini reali, rispetto a quello lombardo.
Ecco l’intervista
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