
Milano
Milano: responsabilità, anime e prospettive
L’indagine della procura racconta ancora una volta la corruzione, ma Milano è molte cose, forse troppe, molte funzionano, alcune no
Milano è una metropoli e, come tutte le metropoli europee, ha un sacco di problemi e un sacco di cose belle.
A prevalere nelle discussioni sono sempre i problemi, giustamente se sono addirittura riferiti all’amministrazione della città.
In questi casi si dice che si ha fiducia nella giustizia, che farà il suo corso.
In questi casi, però, è sempre presente quel giustizialismo che piace a molti.
Non è una questione di destra o sinistra, in entrambi gli schieramenti ci sono gli ultrà e quelli più accorti.
Di solito mi piace parlare (e scrivere) del bello di Milano, anche laddove non conta solo la ricchezza, ma l’anima della città. Un’anima che, negli ultimi anni, si è offuscata e che le vicende giudiziarie presentano come corrotta e corruttibile.
Milano, però, non è solo corruzione o individualismo, ha un’anima composta da centinaia di realtà di tutte le appartenenze politiche, che lavorano sul territorio con la vocazione ad assistere e ad accudire.
Queste hanno poca visibilità, sono delle sentinelle sul campo e non sempre riescono a far sentire la loro voce.
Tornando alla questione principale: chi non fa niente non sbaglia mai, chi fa sbaglia; certamente ci sarebbero dovuti essere maggiori controlli non solo nell’applicazione delle procedure, ma soprattutto a monte, quando quelle leggi sono state scritte e su chi le ha scritte. Questa è una responsabilità di chi governa le istituzioni. Ma anche di chi la città la vive.
Non è una chiamata in correità ma una semplice osservazione della realtà.
Il sindaco, la giunta e il consiglio comunale di Milano sono eletti da chi risiede a Milano, non da chi ci abita e basta o da chi viene da fuori. Questo è importante tenerlo presente.
Le manovre immobiliari, gli investimenti sugli eventi, la valorizzazione di certe aree (e man mano di tutto il tessuto urbano) hanno fatto crescere il valore di qualsiasi spazio cittadino edificabile. La magistratura in questi intrecci ha trovato le tracce di reati gravi e di queste tracce, il sindaco e la sua giunta dovranno rendere conto anche ai i milanesi.
La percentuale di possessori di case è andata via via aumentando e la forte domanda ha portato all’aumento dei prezzi. Fino a diventare insostenibile.
In definitiva, chi ha una casa da vendere è contento se il prezzo sale. Ma la domanda è forte perché la città offre servizi efficienti (dai mezzi pubblici, agli ospedali, alle università). Soprattutto se confrontata con altre città italiane, Milano gioca in un altro campionato.
L’attrattività è però diventata un limite dal momento che può vivere a Milano solo chi se lo può permettere a danno delle fasce di popolazione più deboli.
Il focus dovrebbe essere, quindi, anche sulle periferie, sulla qualità degli alloggi e sulla capacità di indirizzare le risorse (che arrivano dalle realizzazioni immobiliari ad alto valore) dove ce ne è più bisogno.
Magari con una legge che renda obbligatorio che per ogni euro speso per le grandi realizzazioni, una quota debba essere obbligatoriamente indirizzata alla riqualificazione di quartieri dove le persone fanno più fatica: creando opportunità lavorative, favorendo l’integrazione di comunità differenti, rendendo dignitoso il vivere.
Ora tutto è in subbuglio ma, mi auguro, per Milano, che le responsabilità siano individuate velocemente. Quanto emerge è un coacervo relazionale in cui il confine tra ciò che è lecito (o almeno opportuno) e ciò che non lo è, si è spostato a seconda delle convenienze e delle connivenze.
Le procure lavorano per la verità, non per favorire l’uno o l’altro.
Le speculazioni servono, invece, solo a chi le fa, a chi ha un interesse.
La città – grazie alla sua indipendenza e alla sua libertà – ha sempre manifestato la capacità di andare avanti, di riprendersi dalle sofferenze e di gestire le difficoltà, indipendentemente dal colore di chi la guida.
Per la gogna mediatica c’è sempre tempo; per rispondere alle esigenze dei cittadini invece il tempo scarseggia e la politica, con urgenza e senza compromessi, deve farsene carico.
(Foto: ANSA)
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