Dal lockdown alla Fase 2: i conti senza l’oste

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14 Maggio 2020

Il 9 marzo 2020, per l’Italia è iniziato il lockdown.

Il 4 maggio 2020, abbiamo dato avvio alla Fase 2 e, ancorchè in modo differenziato, dal 18 maggio ritorneremo alla cosiddetta «nuova normalità».

Oggi, 14 maggio 2020, l’Italia celebra (si fa per dire) l’Earth Overshoot Day 2020, il giorno del sovrasfruttamento delle risorse.

«Mai ‘na gioia»

Nei primi 135 giorni abbiamo consumato tutte le risorse naturali che il nostro Paese è in grado di rigenerare in tutti i 366 giorni di quest’anno. Da oggi, per vivere dobbiamo andare «a prestito di risorse rigenerabili» da altri Paesi.

Molti di essi, però sono messi peggio di noi. Nel 2020, la popolazione mondiale avrà bisogno di 1,75 pianeti Terra per vivere. Considerato che non possiamo concretamente averli a disposizione, continueremo a intaccare il patrimonio accumulano nei secoli dei secoli: lo stiamo facendo dal 1971 e prima o poi esauriremo tutte le scorte.

Vero è che il lockdown forzato di molti Paesi ha portato a una riduzione delle emissioni, che sicuramente avranno reso meno pesante il deficit tra la biocapacità del pianeta, ossia l’ammontare di tutte le risorse che la Terra è in grado di generare annualmente, e l’impronta ecologica dell’umanità, ossia la richiesta totale di risorse per l’intero anno.

Ma è altrettanto vero, come ci segnala anche il dossier Gli effetti del lockdown sulle emissioni di CO2 in Italia: una prima analisi congiunturale pubblicato a fine aprile 2020 da Italy for Climate che c’è il concreto rischio rimbalzo e che storicamente le crisi economiche globali sono state sempre seguite da rimbalzi delle emissioni di CO2. Insomma, nel giro di qualche mese si tornerà alla situazione antecedente Covid-19.

«E allora? Cosa c’è di strano?»

Oltre agli impatti catastrofici sui piani sanitario, economico e sociale, la pandemia ha messo in evidenza la capacità delle persone e delle organizzazioni sia di ripensare i comportamenti e le azioni sia di riprogettare i processi produttivi.

Gli esempi sono innumerevoli.

Ci sono le imprese manifatturiere robuste, pronte e intraprendenti che hanno rapidamente adattato le produzioni alle nuove esigenze. Tra le tante, segnalo Valigeria Roncato. Le persone viaggeranno meno e chi lo farà avrà bisogno di condizioni sanitarie adeguate durante il viaggio: in un battibaleno, l’azienda specializzata nella produzione di valigie si è messa a produrre gli accessori per la salute in viaggio (ascoltate l’amministratrice delegata).

Ci sono le imprese del commercio altrettanto robuste, pronte e intraprendenti che sono traghettate rapidamente alla vendita on line e, più in generale, hanno fatto migrare alcuni processi verso le soluzioni digitali;

Ci sono le persone di ogni età, censo e condizione sociale che hanno superato la barriera psicologica dell’acquisto di beni e servizi on line e hanno fatto le prime esperienze (forzate) con soluzioni digitali che permettono di eliminare o ridurre l’esigenza di spostamenti fisici.

Ci sono le scuole e le università che hanno scoperto di essere capaci di svolgere l’attività didattica anche da remoto e di saper gestire le relazioni con studenti e studentesse anche senza la presenza fisica.

Ci sono imprese e persone che hanno sperimentato (per cause di forza maggiore) lo smartworking e hanno cominciato a riconoscerne e misurarne i vantaggi anche in termini di impatto ambientale (senza dimenticare tutti gli altri effetti potenzialmente negativi per ambo le parti, s’intende).

L’elenco potrebbe continuare, ma il senso è chiaro.

I mesi del lockdown ci hanno permesso di accumulare un patrimonio di esperienze e di competenze che non sapevamo di avere.

Mettiamole a disposizione della sostenibilità (cioè di noi stessi) e impieghiamole per riprogettare processi e modificare comportamenti e azioni per renderli coerenti con gli obiettivi della riduzione del deficit tra biocapacità del pianeta e impronta ecologica dell’umanità.

Io farò la mia parte.

Oggi, sarò virtualmente al fianco di Nicola, un brillantissimo studente di Economia dell’Università di Padova, che sta svolgendo lo stage in un’azienda emiliana per un progetto sulla sostenibilità.

Proprio oggi, è in programma il kick-off meeting del progetto e Nicola presenterà al top management team le linee di azione e gli obiettivi da raggiungere.

È una «curiosa e bizzarra coincidenza!», che farebbe impallidire anche la Cantatrice Calva di Eugène Ionesco.

TAG: earth overshoot day, Fase2, lockdown, New Normal, sostenibilità
CAT: clima

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