Eni For 2018 – Descalzi: “Nel 2040 saremo 9 miliardi, serve energia pulita”

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14 Maggio 2019

Eni ha pubblicato oggi Eni For 2018, il tredicesimo report di sostenibilità, che illustra l’evoluzione strategica dell’azienda per affrontare le sfide globali e per contribuire al raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, ed è verificato da EY spa.

Le parole chiave sono quelle di questi anni: lotta al cambiamento climatico, ambiente, salute e sicurezza, rispetto per i diritti umani, istruzione e formazione professionale, sviluppo locale. Sono, questi, altrettanti, obiettivi primari per i prossimi anni. Inoltre, un documento è integralmente dedicato al percorso di decarbonizzazione, per il secondo anno consecutivo, e alla strategia sul clima, che segue le raccomandazioni della Task force on Climate-related Financial Disclosure (TCFD), di cui Eni è stato membro sin dalla sua fondazione, unica nell’industria Oil & Gas. Il documento, tra l’altro, evidenzia un investimento di 480 milioni su ambiente ed economia circolare nei prossimi quattro anni

“Con una popolazione mondiale che nel 2040 potrebbe superare i 9 miliardi, avvertiamo la responsabilità – in quanto compagnia del settore dell’energia – di portare energia innovativa e più pulita dove necessario”, ha dichiarato l’Amministratore Delegato di Eni Claudio Descalzi. “Possiamo contribuire a promuovere lo sviluppo economico, investire nell’istruzione e nella formazione, migliorare le condizioni di salute e l’accesso all’acqua”, ha aggiunto.

Per soddisfare queste priorità, l’azienda si è concentrata sulla creazione di partnership sia con il settore pubblico che con organizzazioni della società civile, come strumenti chiave per realizzare le proprie ambizioni in materia di sostenibilità e per contribuire al raggiungimento degli SDGs. In particolare, sono state stabilite partnership congoverni, organizzazioni internazionali, ONG ed altre aziende private, e sono stati firmati accordi con il Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (UNDP) per sviluppare energia sostenibile in diversi Paesi africani e con l’Organizzazione per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO) per costruire pozzi d’acqua a energia solare in Nigeria. Eni ha continuato il suo programma di sminamento in Angola con HALO Trust, la più grande organizzazione umanitaria al mondo che si occupa di rimozione di mine. In linea con la propria strategia sul clima, Eni ha rilanciato il suo impegno tramite la Oil and Gas Climate Initiative aderendo al target collettivo di riduzione dell’intensità delle emissioni di metano.

Inoltre, l’intensità delle emissioni di gas effetto serra (GHG) è stata ridotta, in linea con l’obiettivo di diminuire del 43% al 2025 rispetto al 2014 nelle operazioni upstream. A marzo Eni ha annunciato l’obiettivo di raggiungere la net zero carbon footprint nel settore upstream per il 2030, aumentando l’efficienza delle proprie attività, riducendo le emissioni di GHG e sviluppando progetti di conservazione delle foreste.

TAG: claudio descalzi, eni for, eni for 2018
CAT: clima

Un commento

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  1. massimo-crispi 5 anni fa

    Quello che io mi chiedo è: se siamo 7,7 miliardi oggi e nel 204 saremo 9 miliardi, i consumi aumenteranno ulteriormente. Consumi di tutto, soprattutto l’alimentazione, esigenza primaria per la sopravvivenza, prima ancora degli spostamenti. La matematica ci dice che se le risorse annuali a disposizione del pianeta sono già consumate ogni anno prima della metà dell’anno corrente, non potrà che peggiorare.
    Non comprendo, quindi, questa illusione di voler ridurre i consumi e allo stesso tempo garantire un migliore sviluppo economico. Nello specifico, in cosa si migliorerebbe? Ossia, come sarebbe scandita la vita di 9 miliardi di individui nel mondo? Che lavoro faranno, che cosa mangeranno, che cosa produrranno, e come lo produrranno? Se produrranno continueranno ad aumentare oppure no? In cosa consiste il progetto di sostenibilità? È una cosa che continua ad essermi oscura perché non riesco mai a trovare tutti i dettagli di questa supposta sostenibilità. Trovo sempre l’esposizione, sempre senza dettagli, di una piccola parte del problema, ma mai una visione globale in tutte le sue variabili sfaccettature. In questo modo io, e chissà quanti altri, non riesco a farmi realmente un’idea.

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