Cosa ho imparato dopo un anno su Tinder (versione onesta)

:
13 Aprile 2022

AVVERTENZA: questo articolo descrive la situazione di un uomo eterosessuale secondo la sua esperienza

Quando avevo vent’anni se qualcuno mi avesse detto che dieci anni dopo per conoscere le ragazze avrei usato una app di incontri gli avrei riso in faccia. Perché mai avrei dovuto rinunciare all’ebbrezza di un incontro casuale, alla bellezza di un flirt estemporaneo, al comune intento di un bacio spontaneo? Oggi ne ho installate tre. Tra queste c’è ovviamente Tinder. Dopo un anno, ecco cosa ho imparato.

L’importanza di una buona presentazione

Ogni ragazza potrà confermarlo. Le bio sono fondamentali. Per farsi notare occorre pensare a una bio arguta, originale e ironica, che non deve essere né troppo lunga né troppo breve. A differenza degli uomini, che non le tengono troppo in considerazione, le donne vi si soffermano a lungo e le studiano. Siccome le ragazze hanno a loro disposizione una capacità di scelta quasi illimitata occorre qualcosa che catalizzi la loro attenzione e faccia emergere dalla massa. Da qui si capisce che per un uomo la concorrenza è spietata e che nella bio egli deve investire un considerevole quantità di energie mentali. Insieme a una bio azzeccata occorre abbinare poi le foto giuste, in cui bisogna apparire di bell’aspetto.

Duole dirlo, ma se si ha un viso sgradevole e un fisico poco armonioso le speranze di matchare sono pressoché inesistenti, a meno che non si svolga un mestiere singolare come, ad esempio, l’astronauta.  Nell’inserire le foto bisogna seguire alcune accortezze: mai mettersi in posa, mai coprire il viso (no occhiali da sole), ma farsi un selfie, avere almeno una foto a figura intera. Gli addominali definiti non sono particolarmente apprezzati, anzi. Si possono mostrare, ma categoricamente in foto che sembrino naturali (al mare per esempio) e mai scattate allo specchio, il che appare come patetico.

A questo punto si pone un problema, che mi tocca anche in prima persona. Per essere su Tinder è necessario avere delle foto (se sei un uomo). Ma i miei amici, giustamente, se gli chiedessi di farmi una foto per il profilo, che sarebbe ovviamente costruita in modo da simulare una parvenza di naturalezza, penserebbero che sono un deficiente. Siccome sono persone sensate li metterei in imbarazzo, e io me ne vergognerei. Non posso scattarmele da solo, perché le ragazze lo considerano da sfigato (per gli uomini è invece irrilevante) , quindi come faccio? Ecco la prima difficoltà. Se non si aderisce al dogma della replicabilità della propria immagine o se si è timidi, si è già tagliati fuori.

Chi insiste ossessivamente su sé stesso è considerato egocentrico, quindi è meglio inserire anche qualche foto di paesaggi. In parole povere, bisogna fare sì che il modo in cui ci si presenta fornisca un appiglio per una potenziale conversazione. Ovviamente le donne non applicano nessuna di queste piccole finezze, anzi si può dire che non seguano nessuna regola. Nei rari casi in cui usano una qualche furbizia, non lo fanno per risultare più attraenti, come farebbe un uomo, ma per scremare la lista dei pretendenti già in partenza.

1 a 100

Parliamo ora dei match: se un uomo è bello, intelligente, colto, sensibile, empatico, originale, spiritoso e si mantiene da solo, allora ha delle probabilità di fare match (ma non è detto di mantenerlo o, men che meno, di ottenere un appuntamento) altrimenti ne ha molte meno. Io in poco più di un anno ho fatto circa un centinaio di match, che è una buona media. Dalle mie fonti femminili, una donna ha una media di circa cinque match al giorno, cioè 1825 all’anno. Più di dieci volte quelli che ho ottenuto io. La differenza è che io mi sono impegnato, mentre una donna ottiene questo risultato senza quasi nessuno sforzo. L’unico requisito che le si chiede è di essere di aspetto decente, di mostrare un minimo di intelligenza (ma se è molto bella non conta) e non pesare 100 chili. Un’altra differenza sostanziale è che quando si fa match le donne non scrivono mai per prime (a me è successo due volte), tocca sempre all’uomo. La responsabilità di elaborare una buona pick up line, che segnerà la linea di tutta la conversazione, ricade interamente sul maschio. Le rare volte che le donne scrivono per prime si dimostrano incapaci di elaborare un buon approccio. Esordiscono con uno scontato “ciao”, ancora peggio, con un emoji. Tutto ciò è deprimente (ma comprensibile, in fondo non ne hanno mai avuto bisogno).

All’uomo è invece richiesta una grande inventiva nel primo approccio, perché è lì che si gioca tutto. Generalmente è buona norma esordire con un collegamento al profilo della ragazza (la bio, una foto, un interesse) o se non vi è nulla di interessante di cui parlare elaborare un certo numero di approcci standard per i tipi più diffusi di caratteristiche fisiche. Se la ragazza è di colore un approccio, se ha gli occhi azzurri o i capelli ricci un altro (attenzione, l’approccio sul fisico deve essere arguto, altrimenti la ragazza si sente oggettificata) Nel caso non ci sia nulla a cui appigliarsi si può provare a scrivere una cosa a caso, purché sia spiazzante. Durante la conversazione (ammesso che ve ne sia una) è conveniente terminare sempre la frase con una domanda, in modo che la ragazza sia portata a rispondere e si crei un meccanismo di botta e risposta, almeno finché non si instauri un clima di reciproca fiducia. Due cose sono importanti: non bisogna mai chiedere a una ragazza Whatsapp, perché non si fida, e non bisogna mai toccare il tema sessualità, a meno che non sia lei a farlo per prima, o abbia l’illusione di farlo per prima. La conversazione deve essere brillante. Tassativo rispettare la punteggiatura e la grammatica. Non sono ammessi errori, perché le ragazze tendono a essere esigenti, anche se poi loro scrivono quattro puntini di sospensione.

Sessualità: distanze siderali

Mi sento di affermare con ragionevole certezza che la quasi totalità degli uomini è su Tinder per ottenere rapporti sessuali, almeno all’inizio. Così non è per le donne. Molte di esse affermano esplicitamente che non sono su Tinder per ragioni sessuali (che trovano mortalmente noiose), ma semplicemente per passare il tempo, fare due chiacchere o trovare amici. Ciò è un indizio rivelatore di quanto la nostra società sia profondamente sbagliata e pervasa di una solitudine siderale. Se ci si annoia si esce, si va da qualche parte e si conosce gente dal vivo. Non ci si può ridurre a filtrare le relazione personali attraverso un programma installato su un apparecchietto che teniamo in tasca. Usare un sito d’incontri per trovare partner sessuali è accettabile, usarlo per trovare amici è sconcertante. Sembra però che ormai la realtà sia questa, e che i giovani usino Tinder soprattutto con questo scopo.

Durante la conversazione è bene non dire mai a una ragazza che si provano pulsioni sessuali, a meno che non introduca lei l’argomento, il che non accade quasi mai. Neanche se lo si fa in maniera ironica e indiretta, con citazioni colte, parafrasi, grazia, gentilezza e garbo. Se la ragazza intuisce che volete portare la conversazione sul tema sessuale, a parte rare eccezioni vi giudicherà immediatamente un porco pervertito, un perverso animale da evirare. Vi chiederà probabilmente per chi l’avete presa, e sdegnata dal fatto che osiate mostrare le vostre naturali esigenze, eliminerà il match. Del resto, non è mica lì per quello, lei. Se replicate comprensibilmente stizziti vi definirà “sfigato/incel/morto di figa“, ovviamente senza sapere nulla di voi. Anche le ragazze che appaiono in foto discinte e soft porno, non vi fate illusioni, nemmeno loro cercano un rapporto sessuale. Spesso sono lì solo per ottenere più follower e boostare il profilo Instagram, o per un qualsiasi altro motivo ignoto. Ovviamente, se cogliete il loro invito a scrivergli si Instagram, non vi risponderanno mai.

Ciò accade specialmente con le ventenni. Esse sembrano trovare il sesso qualcosa di superato e abbastanza inutile. Appaiono come animate da un bigottismo moralista di ritorno che non ci si aspetterebbe da persone giovani. A scandalizzarle basta veramente poco. In generale, le ragazze che scrivono nella bio che vogliono solo divertirsi sono quasi inesistenti. I motivi possono essere due, o sono realmente così poche e allora la situazione è tragica, o in realtà sono di più, ma si vergognano a dirlo. Sembra che queste persone abbiano come paura di vivere. Certo, bisogna anche considerare il fatto che il desiderio fisico in una donna è indissolubilmente legato a quello mentale, cosa che complica tutto e aggiunge ulteriori difficoltà. Le donne non sembrano animate da un eterno e insopprimibile desiderio sessuale fisico, come invece è per un giovane uomo.

Questa attitudine femminile è vissuta dall’uomo come fosse una specie di truffa. Egli si impegna, ha speranze, calibra al millimetro la conversazione nell’ illusione di ottenere un appuntamento per poi sentirsi dire brutalmente dalla ragazza di turno che lei non è minimamente interessata a lui, ma gli stava parlando solo perché si annoiava. È francamente frustrante. Va detto però che alcune volte si trovano magnifiche ragazze sessualmente disinibite che, come per intercessione divina, danno un senso alla permanenza su Tinder. Queste sono persone (finalmente!) intelligentissime e libere, che non hanno inutili pudori, con cui è un piacere intrattenersi.

Altro discorso è poi per le straniere e le persone transgender. Le prime sono generalmente molto più concilianti, aperte e gentili delle italiane. Hanno a parità di bellezza molte meno pretese e si può riuscire a fare con loro del piacevole sexting (purtroppo solo quello, perché spesso la distanza è grande). Le seconde non si perdono in quisquilie moralistiche e si può apprezzare il loro essere ultra-dirette, ma comunque gentili.

In parole povere su Tinder il desiderio erotico (almeno quello maschile), che è il motore della piattaforma, è paradossalmente soppresso. L’uomo deve adeguarsi a una serie di aspettative che l’altro sesso ha di lui, ma non può estrinsecare le sue. Anzi, di fatto, è come se se ne dovesse vergognare. La dimensione erotica e la piacevole tensione fisica e intellettuale che ne consegue, senza cui la vita è priva di senso, è negata o diluita fino al suo spegnimento. Ciò è fondamentalmente anti-umano.

GHOSTING SELVAGGIO

Su Tinder il ghosting è la prassi. Accade di frequente che la ragazza, senza nessun motivo apparente, non risponda più alla conversazione, anche se questa durava da diversi giorni. Probabilmente, senza accorgervene, si è commesso un errore insignificante per cui ha deciso di non rispondervi più. A lei, tanto, avendo una platea quasi infinita di pretendenti, non fa nessuna differenza uno in più o in meno. Una ragazza può ghostarvi anche dopo avervi promesso di non farlo e ciò può accadere anche di persona. Non è raro infatti che non si presentino agli appuntamenti. All’inizio si rimane male, ma è bene abituarcisi, perché accade di frequente.

Quindi è consigliabile su Tinder non affezionarsi a nessuno, perché è probabile che per quella ragazza con cui conversate piacevolmente voi siate solo un passatempo senza nessuna importanza, e che si sbarazzi di voi appena le venite a noia. Essere trattati come stracci e umiliati è perfettamente normale. Su Tinder nessuno pensa al prossimo, nessuno si cura dei sentimenti degli altri, tutti fanno i propri interessi. Ovviamente, non credo che solo le donne adottino questo comportamento. Esse non sono peggiori degli uomini. È la natura di Tinder che ci porta a fare tutti indistintamente schifo, di qualunque sesso siamo.

POLLI IN BATTERIA

Su Tinder si è come polli in batteria. Chi ha le caratteristiche richieste dalla app riceve il mangime, gli altri vengono eliminati. Per avere buone possibilità un uomo deve essere pressocché perfetto. Se non è bello, alto, intelligente, ironico, colto e spiritoso, o se non possiede almeno un paio di queste caratteristiche, è destinato al fallimento o a piccole sporadiche soddisfazioni. Il problema è che una buona parte della popolazione maschile italiana, per inclinazione, sfortuna o mancanza di opportunità, non possiede questi tratti ed è dunque esclusa. Ciò è intrinsecamente classista, perché generalmente più si è ricchi più si è in grado di guadagnarsi questi requisiti, o almeno di simularli.

Per quanto l’originalità sia richiesta spasmodicamente, essa deve stare entro certi binari. Se si mostra un pensiero autenticamente laterale si è immediatamente ghettizzati o bollati come matti. L’app è palesemente sbilanciata verso la componente femminile. L’uomo deve farsi strada tra una concorrenza serrata, la donna deve solo aspettare, a meno che non sia proprio un mostro Lovecraftiano  (ciò è dimostrato dal fatto che i corsi di seduzione per uomini sono decine, mentre per le donne non esistono). Su Tinder una persona con una spiccata sensibilità non può durare. Per questa la piattaforma può funzionare anche bene, ma occorre adeguarsi alle richieste del mercato relazionale, che l’architettura della app modella in maniera sottile attraverso le sue dinamiche. Le stravaganze, la sincerità e soprattutto la fragilità sono bandite. Occorre fingere. Per avere successo bisogna aderire in maniera totalitaria alla rappresentazione di mondo proposta dall’app, essere performanti e sfoggiare multiformi talenti, ma sempre dimostrando una sotterranea stupidità, che è la vera cifra della nostra epoca. Su Tinder la gioventù italiana mostra i suoi tratti peggiori: superficiale, colma di una diffusa delittuosa imbecillità, inabile all’ironia, eroticamente deprivata, egoista e profittatrice, incapace di scrivere in italiano e di sostenere una conversazione. L’intelligenza media, a parte piacevoli sorprese, è quella del foratino.

Tinder è, in sintesi, un acceleratore di difetti, che come una centrifuga estrae il peggio da tutti noi e lo condensa. Di sicuro le ragazze che vi si trovano sono perlopiù persone degne nella vita reale, ma l’app che indirizza e plasma la loro immagine, offrendo solo una porzione economicamente redditizia e sessualmente spendibile di loro stesse, ci dà l’impressione che siano molto peggio di quanto siano in realtà. Sicuramente la situazione cui si trovano davanti le donne è anche peggiore, perché generalmente l’uomo sulle app per incontri appare come un subumano troglodita. In definitiva, se funziona poco o non funziona non ha senso usarlo perché si sprecano solo energie, se funziona tanto per un lungo periodo è invece verosimile che siamo diventati esseri umani discutibili. Per cui, per evitare ambedue le possibilità, è conveniente non usarlo.

 

 

TAG: bio, donna, foto, sesso, tinder, uomo
CAT: costumi sociali

Nessun commento

Devi fare per commentare, è semplice e veloce.

CARICAMENTO...