La Sala Stampa di Sanremo come “I Bari” di Caravaggio
I giornalisti della “sala stampa di Sanremo”, che hanno impunemente cambiato il verdetto popolare,possono essere comparati agli imbroglioni.
C’è un bellissimo quadro di Caravaggio che raffigura “I Bari”.
Bari è il sostantivo di barare che attinge ad un campo semantico sontuoso per il significato sotteso della sinonimia: frodare, imbrogliare.
Nei “Bari” di Caravaggio, ci ricorda il prof. Vittorio Sgarbi, “si vede infatti un ragazzo con l’espressione dell’ingenuo che sta per essere imbrogliato dal baro, che ha le carte nascoste dietro la schiena. Il povero ingenuo osserva le carte, mentre accanto a lui il complice del baro lo spia con occhio furbo e spiritato, e segnala al complice il punto che ha in mano il suo antagonista.
Caravaggio rappresenta il mondo di una vita senza morale, la realtà di un signorino che viene spennato da due furbacchioni. Una scena di vita a-morale che fino a quel momento nessun artista avrebbe non dico osato, ma neppure giudicato interessante raffigurare” (Vittorio Sgarbi “Il punto di vista del cavallo- Caravaggio”-Bompiani editore).
Ecco, i giornalisti che hanno disinvoltamente modificato il verdetto della vittoria di Sanremo, togliendola a Geolier ed assegnandola ad Angelina Mango, sono come “I Bari” di Caravaggio.
Se si pone mente al volto trasecolato di Geolier, quando apprende l’esito infausto del verdetto, si nota che appare come uno sprovveduto, un ingenuo ( come il giocatore nel quadro di Caravaggio che subisce l’imbroglio), perché gli pare impossibile la furia di una cattiveria al curaro, velenosa della giuria che arbitrariamente fa quel che vuole ( le grida di gioia dei giornalisti, al sentire che la vincitrice fosse Mango e non Geolier, tradiscono un odio viscerale, ma ingiustificato).
Ma si tratta di frodatori senza scrupoli:
1- buttano alle ortiche il giudizio del televoto ( pari al 70% per Geolier);
2- affermano che i voti di quest’ultimo sono stati pilotati dalla camorra, ma ovviamente senza prova alcuna;
3- che tutti devono votare, ma non la regione Campania o addirittura i napoletani sparsi per l’Italia,poiché ne sono tantissimi.
Sono gravissime accuse che non possono passare sottopiano, ma che conferiscono suffragio alla vulgata secondo cui ,quando vince un meridionale- in modo particolare un napoletano( lo abbiamo visto con lo scudetto)-, si può sfrenatamente dar sfogo al vituperio razzista senza limite alcuno.
Ma Geolier ha un consenso unanime ed è vincitore anche contro i giornalisti o come si dice enfaticamente “la sala stampa di Sanremo”, che mistifica la realtà che non sa raccontare.
E questo basta.
Geolier resta: i giornalisti passano, sono come “I Bari”.
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