Le donne: un sesso che non è mai stato debole

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11 Ottobre 2019

Per decenni le donne sono state relegate al ruolo di donne, mogli e madri e indicate come il sesso debole, bisognose della protezione (soprattutto economica) dell’uomo.

Le donne, fino a poco tempo fa, potevano sperare che il matrimonio fosse l’unica realizzazione della propria vita.

Poche decidevano di dedicarsi agli studi per esempio e/o di costruirsi una carriera.

I traguardi raggiunti oggi erano, allora impensabili, ricoprono cariche rilevanti, sono indipendenti economicamente e non hanno più bisogno del matrimonio per avere un futuro.

Gli uomini, restano comunque a guardarle con sospetto, forse non accettano la parità, e forse anche le stesse donne, non riescono a comprendere che oggi, la loro posizione sociale, non deve temere nessun confronto.

Molte non riescono ancora a capire che la realizzazione di una persona non sta solamente nel matrimonio o nella vita di coppia, ma anche e soprattutto nella costruzione di una vita professionale o di una carriera lavorativa.

Vedo sicuramente sempre più donne forti e determinate rispetto al passato, hanno il coraggio di divorziare senza pensare che questo possa creare uno scandalo nell’ambiente in cui vivono, hanno il coraggio di denunciare chi ha abusato di loro, hanno il coraggio di dire basta a compagni violenti fisicamente e verbalmente, ma principalemte non si sentono seconde a nessuno, e questo, sempre con coraggio, le porta ad ambire e raggiungere cariche importanti.

Ma continua purtroppo, nell’ambito lavorativo, una considerazione differente, di uomo e donna.

Ci si trova sempre, a parità di mansioni svolte, che lo stipendio delle donne è spesso inferiore a quello degli uomini, o la prestazione professionale, in termini di valutazione, sia guardata sempre con sospetto, come se le donne, fossero meno affidabili, abbiano meno competenze o che forse, dato il loro ruolo di donna, non riescano a dedicarsi ad un’attività perché distratte dal loro ruolo, forse di mamma, forse di moglie, forse solo di donna.ù

Non è una concezione limitata ad un territorio. Si, è vero che si potrebbe dire che alcune differenze siano maggiori, tra nord e sud, ma poco palpabili, perché questo succede in ogni paese del mondo. Ma perché una donna deve ricevere uno stipendio, una parcella, diversa solo perché ha avuto la (s)fortuna di non essere nata uomo?

All’interno di un’organizzazione, lavorativa, se un uomo fa una scenata sul posto di lavoro è visto come una persona forte che alza un po’ la voce per farsi rispettare; se una donna fa lo stesso è un’isterica o semplicemente è troppo emotiva e si fa trasportare dalle sue emozioni.

Se una donna è un po’ nervosa è sicuramente colpa del ciclo o viceversa se ha il ciclo sicuramente sarà nervosa e irascibile.

Io non voglio per forza dichiararmi femminista, perché ciò vorrebbe dire professare la superiorità della donna sull’uomo, io non voglio affermare nessun tipo di differenza, questo è il punto.

La parità dei diritti è solo una condizione sfavorevole per uomini, maschilisti, che si ostinano a portare avanti comportamenti sessisti, a vedere le donne, come un sesso, anche se a volte l’educazione, nasconde ciò, ma nel loro inconscio, non vanno più avanti di un culo ed un paio di tette.

La riduzione del divario salariale tra uomini e donne, è un’azione che afferma l’esistenza di pregiudizi, come sono gli sguardi indiscreti mentre si camminiamo per strada, o i “complimenti”, o  quei datori di lavoro che credono di poterci sottomettere.

Questa società, che ancora ci indica come il sesso debole, non può fermarci, non si è accorta che noi, le donne, siamo il sesso forte, lo dimostrano le numerose battaglie per la conquista dei diritti che si sono succedute per secoli e che hanno portato ad essere oggi delle leader, dei capi di importanti aziende, delle donne in carriera, ed essere allo stesso tempo casalinghe, mamme e mogli.

Siamo donne forti e indipendenti e questo fa paura agli uomini che sentono di non poterci più “gestire”.

Lo dice anche la scienza.

Nelle carestie, nelle epidemie e nelle crisi degli ultimi 250 anni, le donne hanno sempre resistito più a lungo degli uomini, merito anche del doppio cromosoma X e degli estrogeni.

I ricercatori affermano che le donne sono il vero sesso forte.

Uno studio della University of Southern Denmark di Odense, pubblicata sull’autorevole rivista scientifica statunitense Pnas conferma che le donne sono campionesse nell’aspettativa di vita:

  • “oggi vivono più a lungo degli uomini quasi ovunque nel mondo e questo è valido anche nelle situazioni di elevata mortalità, come carestie, epidemie o schiavitù”.

Secondo gli studiosi, coordinati dalla ricercatrice in epidemiologia Virginia Zarulli, il divario ha basi biologiche, modulate dalle condizioni sociali e ambientali.

Lo studio, danese, ha analizzato i casi di sopravvivenza di uomini e donne nelle popolazioni che sono sopravvissute alle crisi di mortalità. Nello specifico, la ricerca ha analizzato i dati di varie popolazioni, che hanno affrontato varie situazioni dannose.

Le donne avevano comunque un’aspettativa di vita più alta degli uomini. Epidemie e carestie hanno influenzato solo temporaneamente la differenza di genere nella sopravvivenza. In tutte queste popolazioni, l’aspettativa di vita era più alta per le donne.

Gli ormoni sessuali sembrano svolgere un ruolo chiave in questo divario di genere. Gli estrogeni hanno effetti anti-infiammatori e sono vasoprottettivi, mentre il testosterone sembra aumentare il rischio di mortalità per alcune malattie. Gli estrogeni potenziano le difese immunitarie, mentre testosterone e progesterone possono avere effetti immunosoppressivi. La presenza di due cromosomi X può inoltre rappresentare un ulteriore vantaggio quando si affrontano nuove sfide immunitarie.

Senza contare la capacità che le donne hanno acquisito, nel corso dei millenni, nel riuscire a occuparsi di più problemi contemporaneamente. Le donne sono delle grandissime problem-solvers, anche se credo che in futuro potrebbe verificarsi un livellamento dell’età, in termini di sopravvivenza e di resistenza allo stress, in quanto le donne tendono a svolgere sempre più una vita simile a quella degli uomini.

La donna, che solitamente viene definita “il sesso debole”, ha una reattività sia fisica che psicologica maggiore dell’uomo ed è capace di ri-programmarsi per uscire dalla crisi.

A questo punto, la definizione di “sesso debole” andrebbe rivista.

 

TAG: avv Monica Mandico
CAT: costumi sociali, Questioni di genere

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