Cosa importa ai pm delle pagelle dei figli di Bossetti?
I figli di un presunto omicida vanno bene o male a scuola? E’ una domanda sciocca? Non per i pubblici ministeri di Bergamo che indagano sull’assassinio della piccola stella della ginnastica Yara Gambirasio. Dalla montagna di documenti depositati con la chiusura dell’inchiesta su Massimo Giuseppe Bossetti spuntano le pagelle dei tre figli dell’uomo che avrebbe martirizzato la bambina (lui però continua a dichiararsi innocente).
Meglio: più che le pagelle, a disposizione delle parti e dei giornalisti entrati subito in possesso di queste carte (come prevedibile), ecco la ‘radiografia’ dei ragazzini che frequentano medie ed elementari nel minuscolo paese di Mapello. Oltre ai voti presi a scuola, vengono evidenziate le litigate coi compagni, le rispostacce date ai professori, le gite, le parolacce, i momenti di distrazione.
Tutta la vita di tre piccoli innocenti viene scandagliata perché sono i figli di un presunto killer. Non c’è altra ragione investigativa, o perlomeno non viene spiegata. Nel verbale di un interrogatorio, si legge che il pm chiede a Bossetti per quale ragione, nonostante i “brutti voti in pagella” e il fatto che si “picchi coi compagni”, abbia premiato suo figlio comprandogli un tablet. Risposta disarmante: “Sa, i genitori per i figli fanno tutto”.
Torniamo al quesito iniziale. I figli dei presunti omicidi come vanno a scuola? Ebbene, tenetevi forte. I risultati investigativi sono sconcertanti: uno va bene, uno va così così, l’altro va male. E ora? Interpelliamo la Cassazione?
Manuela D’Alessandro
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