Arte
Il manifesto di Duchamp contro il conformismo
Duchamp non voleva screditare il dipinto o l’autore, bensì denunciare l’atteggiamento di coloro che apprezzano l’arte solo perché la contemplano tutti in quanto bella e molto conosciuta
Prima o poi capita a tutti di trovarsi in un importante museo o galleria di qualche città e farsi largo tra la folla per riuscire a vedere un’opera famosa, mentre le altre che gli stanno intorno, se si fa caso, vengono ignorate dai più.
Marcel Duchamp (Blainville-Crevon, 1887 – Neuilly-sur-Seine, 1968) pittore e scultore francese naturalizzato americano, è considerato dalla critica uno degli artisti più influenti del XX secolo. Precursore dell’arte concettuale, faceva utilizzo di oggetti di uso comune scelti con cura – una fontana, una ruota di bicicletta, tra i più noti – che venivano decontestualizzati dandogli un’altra dimensione estetica, detti ready made, “oggetti già fatti”. A volte i ready made consistevano in reinterpretazioni di grandi capolavori del passato. Quella che fece nel 1919 della Gioconda di Leonardo da Vinci rientra fra i suoi lavori più celebri. Vi applicò dei baffi sul labbro superiore e un pizzetto e lo intitolò L.H.O.O.Q. il cui significato è dato dalle lettere che pronunciate in francese suonano in modo provocatorio Elle a chaud au cul, ovvero “Lei si concede facilmente”. Tale tecnica non fu l’unica che portò avanti, ma il senso era sempre quello di stimolare lo spettatore alla riflessione, ad andare oltre le apparenze, oltre le più facili omologazioni e non farsi attrarre dalla presunta realtà. Al contempo aprì la strada a una nuova idea di arte, un’arte che metteva in discussione se stessa, e di artisti.
L’opera in questione è ritenuta un manifesto contro il conformismo. Duchamp non voleva screditare il dipinto o l’autore, bensì denunciare l’atteggiamento di coloro che apprezzano l’arte solo perché la contemplano tutti in quanto bella e molto conosciuta. Come se a sorridere sotto quei baffi fosse lo stesso Leonardo.
Una riflessione piuttosto attuale in periodi di viaggi, vacanze e overtourism. Al Louvre ammiriamo spesso la “vera” Gioconda attraverso i display dei cellulari dei visitatori che abbiamo davanti, con la speranza che sappiano almeno cosa stanno guardando o perché sono lì e non altrove oppure al Museo Reina Sofía di Madrid, per citare solo alcuni fra i numerosi luoghi di interesse, dov’è esposto Guernica di Picasso, di fronte alla quale una muraglia umana è quotidianamente tenuta a distanza da paletti divisori con a lato un operatore pronto a evitare danni o avvicinamenti improvvidi nonostante i paletti, per poi magari offrire un veloce e distratto sguardo al resto degli affreschi presenti.
Invece la rivisitazione di Duchamp fa parte di una collezione privata statunitense.
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