Cinema
In A House of Dynamite Kathryn Bigelow immagina un presidente USA diverso
A diversi anni dall’uscita del suo ultimo film, Detroit (2017), Kathryn Bigelow, la prima donna a vincere l’Oscar alla miglior regia per The Hurt Locker (2008), ritorna in sala, o meglio, sul catalogo Netflix, con il thriller A House of Dynamite. La vicenda, pur romanzata, com’è inevitabile quando si tratta di cinematografia, ci consegna uno spaccato di quanto potrebbe verosimilmente succedere, in un mondo tanto polarizzato quanto quello in cui viviamo, nel quale la violenza si è ripresa prepotentemente la scena.
Distribuzione e sinossi
La pellicola è stata presentata, in anteprima, al Festival del Cinema di Venezia, dove ha concorso per il Leone d’oro. Dal 10 ottobre, Netflix si è occupata di distribuirlo in un numero limitato di sale cinematografiche negli USA e, a partire dal giorno 24 dello stesso mese, il brand d’intrattenimento digitale lo inserirà a catalogo in tutti i Paesi nei quali opera.
La vicenda si svolge in tempi serrati. Tutto parte quando una base militare statunitense collocata in Alaska individua un missile lanciato, senza alcun preavviso, verso la città di Chicago. Da quel momento, il presidente e il suo entourage hanno a disposizione circa 19 minuti per abbattere la minaccia, prima che 10 milioni di cittadini restino vittima dell’esplosione e, simultaneamente, decidere se attaccare e quali obiettivi mettere nel mirino, dal momento che nessuno ha idea di chi possa essere il colpevole.
Il film è catalogato come genere thriller/drammatico e si fregia di interpreti di alto livello, quali Idris Elba e Rebecca Ferguson. Esce in un momento nel quale è sotto gli occhi di tutti quanto potere detenga il presidente USA, ancora oggi, nell’epoca del Trattato Atlantico e delle alleanze sovranazionali, e come possa fare la differenza sullo scenario internazionale. Nell’immaginario della regista c’è un presidente con carattere, carisma e leadership ben diversi da quelli a cui ci ha abituato l’uomo che siede davvero nello Studio Ovale. La sceneggiatura è di Noan Hoppenheim, che si è già occupato di trame e sotterfugi alla Casa Bianca per la miniserie Zero Day, altro titolo firmato Netflix.
Un film ad alta tensione per un’attualità ad alta tensione
Fin dalla diffusione del primo trailer, A House of Dynamite di Bigelow ha messo al centro del suo immaginario la tensione. Dato il soggetto della pellicola, si tratta di una scelta probabilmente inevitabile. L’efficacia di questa decisione è ancor più calzante se si prende in considerazione l’attualità più stretta.
Il mondo è in guerra su svariati fronti, da quelli più vicini a noi e di cui sentiamo quotidianamente parlare, ovvero Medio Oriente e Ucraina, fino ai tanti conflitti dimenticati che non attirano il megafono dei media. Il POTUS interpretato da Idris Elba non può che stimolare parallelismi con il tycoon, Donald Trump, che svolge davvero tale ruolo, impegnandosi in prima persona sui due teatri bellici già citati con grandi celebrazioni pubbliche e mediatiche, ma risultati concreti piuttosto effimeri.
Se Trump non deve affrontare minacce interne tanto serie come quelle poste di fronte al presidente fittizio, è difficile non sovrapporre ugualmente le due figure. Elba non si mette in piazza, nè urla sui social, né tantomeno utilizza l’intelligenza artificiale per realizzare video nei quali utilizza i suoi oppositori che manifestano in piazza come gabinetti per espletare le sue urgenze fisiche. Di fronte all’inquilino della Casa Bianca di Bigelow si pone un’emergenza immediata e davvero molto complicata da risolvere. Un errore potrebbe costare caro e portare alla morte di milioni di suoi concittadini. Donald Trump, tra i due, è quello che maggiormente sembra recitare una parte, incurante della vita di chi statunitense non è.
Si pensi soltanto a come sta gestendo la situazione ucraina. Un giorno promette al paese aggredito i missili Tomahawk, capaci di colpire il territorio russo anche a coordinate geografiche molto lontane dal confine tra i due Paesi belligeranti. Il dì seguente, però, ritratta clamorosamente e dice a Volodymyr Zelensky che gli USA non possono privarsi di asset strategicamente indispensabili per la difesa. Si prende tutto il tempo necessario a ponderare la situazione, esternando dichiarazioni e portando avanti atti che muovono mercati finanziari e attirano insights sui social, ma risolvono poco. Elba non ha la stessa disponibilità di tempo, nel film, e deve necessariamente essere tempestivo nelle decisioni che prende, poiché il missile distruttivo è in volo e mira a una delle città più popolate del suo Paese.
A partire da domani, sapremo se l’attore che interpreta il presidente risolverà la spinosa situazione che la sceneggiatura lo ha chiamato ad affrontare. Per venire a conoscenza di quel che farà il presidente che si comporta da attore, invece, occorrerà aspettare fino alla fine del mandato.
Devi fare login per commentare
Accedi