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Cinema

Arrivano i prof

di Teresa D'Errico
3 Ottobre 2019

La Rai ha trasmesso – il 2 ottobre, in prima serata – un film che prometteva bene per l’argomento, Arrivano i prof. Parlare di scuola, proprio adesso che i ragazzi tornano sui banchi dopo la lunga pausa estiva, poteva essere un’ottima occasione per interessare in modo sano un pubblico troppo spesso intrattenuto con spettacoli di scarso valore. E, invece, non è andata così. Il cast valido (Claudio Bisio, Maurizio Nichetti, tra gli altri) è stato forse ben pagato, ma il lavoro si è rivelato davvero deludente: Arrivano i prof è un film comico malriuscito che non desta alcuna ilarità. Persino l’intento paradossale o la parodia delle nuove pedagogie che il regista si è sforzato di mettere in scena, non centrano l’obiettivo di far anche solo sorridere.

La trama è semplice. In una scuola in cui i ragazzi stranamente hanno voglia di studiare, arrivano professori a dir poco stravaganti: la docente di Inglese colpisce con gessetti, usati come proiettili, chi sbaglia le risposte; la procace insegnante di Lettere gioca a sedurre gli studenti; il professore di Chimica per ogni esperimento provoca esplosioni e fa scattare il sistema di sicurezza dell’istituto; il docente di Storia si traveste da Giulio Cesare e crede che ogni lezione sia uno scontro con gli Arverni. Questo terrificante team di professori non esita, poi, a recarsi furtivamente nelle stanze del MIUR per rubare le tracce della Maturità, dopo i risultati catastrofici ottenuti dalle classi durante le simulazioni dell’Esame di Stato. Purtroppo questa squadra di inetti, bravi sì ad hackerare il sito del MIUR, ma incapaci di capire di quali tracce dotarsi, chiaramente fallisce: ruba i testi sbagliati, prende quelli per l’esame della Terza Media. La docente di Inglese prontamente li ricicla per sua nipote. L’importante è che qualcuno riesca a copiare!

Il personaggio peggiore del film è il Provveditore: ha tutto l’interesse a mantenere in condizioni disastrose la scuola pubblica, perché è proprietario di un  istituto privato in cui la didattica multimediale sostituirà gli incompetenti e instabili docenti che popolano le scuole italiane. Alcuni attori presteranno corpi e voci a testi elaborati da anonimi storyteller, rendendo attraente e appealing la e-lesson in una scuola strutturata su lessico e stile esterofilo, come il modello finlandese recentemente evocato dall’attuale Ministro dell’Istruzione: se prima il motto era “Prima gli Italiani” – pronunciato con tutto il più ridicolo orgoglio nazionalistico – ora, invece, chi governa sembra voler dire, almeno a proposito della scuola: “Mai come gli Italiani”. Chissà per quale motivo: in fondo la scuola italiana ha formato persone come Rita Levi Montalcini, Falcone, Borsellino e molta altra gente che ha lasciato il segno nella Storia.
Il dubbio è lecito: perché la Rai ha consentito la messa in onda di questo orrore? Nessuno certo invoca la censura, è solo discutibile la proposta. Sulla scuola il cinema ha prodotto davvero tanto, ci sarebbe stato l’imbarazzo della scelta. E la scelta, invece, è tristemente caduta su Arrivano i prof che si è rivelato un insulto contro tutti i docenti che ogni giorno lavorano con serietà.
Non c’è molto da analizzare, il progetto è chiaro: quando Fioramonti – creatura pentastellata politicamente partorita da una piattaforma digitale –  definisce le scuole paritarie una risorsa – opinione che si situa in perfetta continuità con tutti i suoi illiberali predecessori –  a che cosa allude, precisamente? Ovvio, intende proprio quello che con spregiudicatezza il Provveditore del film ha fatto: mantenere deliberatamente a livelli infimi la scuola pubblica, rilevare attraverso l’Invalsi che la scuola statale non funziona, non fare assolutamente nulla per migliorarla, screditare il più possibile il sistema nazionale di istruzione e, in particolare, i docenti. Sarà un processo graduale e sistematico: le famiglie non avranno alternativa, una scuola così dovranno scartarla per forza e saranno costrette a iscrivere i loro figli in istituti privati, in cui gli obsoleti docenti in carne e ossa saranno sostituiti da Intelligenze Artificiali e dove i maschi alfa e le donne bioniche del futuro si formeranno senza l’ingombro delle emozioni umane.
Sì, la Rai, in fondo, ha fatto bene: ha trasmesso un film profetico.
Gli antichi dittatori caddero perché non sapevano dare ai loro soggetti sufficiente pane e circensi, miracoli e misteri.  (…) Ma sotto un dittatore scientifico l’educazione funzionerà davvero e di conseguenza la maggior parte degli uomini e delle donne cresceranno nell’amore della servitù e mai sogneranno la rivoluzione. (Aldous Huxley, Ritorno al mondo nuovo)

Cultura governo movimento 5 stelle scuola
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