
Letteratura
La felice sorpresa di ‘Autogrill’ di Alessandra Gondolo
Recensione del romanzo ‘Autogrill’ di Alessandra Gondolo
È una felice sorpresa ‘Autogrill’ di Alessandra Gondolo, da poco uscito per la collana di narrativa B8ttoni di 8tto Edizioni. E’ una felice sorpresa per tanti motivi. A cominciare dal primo: ‘Autogrill’ mi viene proposto, specificando che la sua lettura, forse, potrebbe essere più adatta ad una donna. Effettivamente c’è tantissima sensibilità femminile in questo romanzo, a partire dalle vicende delle protagoniste. Non mi posso fermare alle sole letture al maschile, penso tra me, di fronte a quella specifica dell’ufficio stampa della casa editrice, specifica davanti alla quale non resto affatto stupito. E mentre comincio a leggere penso che ho fatto proprio bene ad accettarne la lettura, perché ‘Autogrill’ è un romanzo di formazione intenso e profondo. Un’opera prima, in cui l’autrice Alessandra Gondolo riesce a fare emergere con uno stile letterario davvero molto efficace due storie, due vite, anzi tre, intrecciate alla perfezione.
Al centro del romanzo c’è la complessità del dolore, quello provato da Miche, una delle due protagoniste principali. Proviene da un contesto sociale fatto di rabbia, povertà e risentimento. Si trascina da anni in una vita in cui vorrebbe essere solo invisibile. Si veste con felpe oversize per nascondersi da tutto e da tutti. Ha solo ventisei anni e un passato talmente doloroso che ha deciso di sigillarlo e lasciarlo a Rione Verde, il quartiere ghetto in cui è nata e che assomiglia a una gabbia di cemento dove non filtra mai il sole. È scappata da una madre anaffettiva e svalutante, è scappata dagli abusi sessuali del patrigno, ma è scappata anche da Giacomo, il suo unico vero amico di infanzia, costruendosi una nuova identità senza passato e senza memoria.
La sua vita cambia quando incontra Jenny, il suo alter ego in tutto e per tutto: sfrontata, esuberante sensuale. Jenny è una forza trainante, un vero turbine, e quello che dice poi fa. Propone a Miche di prendere in gestione un autogrill. È proprio in questo microcosmo fatto di avventori di passaggio ed eccentrici clienti fissi, in questo crocevia di vite, parole e storie che Miche si sente per la prima volta parte di qualcosa e riesce finalmente a sorridere. Ma il passato non scompare mai davvero e una notizia letta sul giornale che riguarda Giacomo la catapulta nella sua vita di prima. Succede in un giorno che Miche non dimenticherà mai. Ci sono due figure quel giorno che popolano l’autogrill, ordinano un succo d’ananas e acqua frizzante. Leggono il giornale.
C’è stata una sparatoria, un ragazzo è stato ferito, è un coma. Figlio di una famiglia disastrata, viveva in un quartiere popolare, Rione Verde. Miche ascolta, anche lei viene da Rione Verde e quella descrizione le accende una strana agitazione dentro. La figura di Giacomo emerge dal sonno che Miche non riesce a prendere, si materializza sul soffitto che lei non riesce ad evitare. Miche ripercorre come si sono conosciuti. Giacomo la sfidava continuamente Miche, tra attività parzialmente lecite e scritte di bombolette spray su muri, quelle cose che bene o male fanno tutti i ragazzi di periferia, quando la periferia non riesce ad offrire loro di meglio. E Giacomo è lì, è un pezzo dell’adolescenza di Miche, lei che lo ha sempre amato come un fratello.
In mezzo tra ciò che Miche è stata e la nuova Miche c’è l’autogrill, c’è la figura di Jenny che vede tutto con occhi diversi, c’è la sfida di un lavoro grazie a cui Miche riesce ad uscire da quelle felpe larghe dentro cui si è rifugiata per anni. Miche, anche grazie a quella sveglia alle quattro del mattino, è una persona diversa adesso. C’è una forza nuova che la anima e le fornisce il coraggio di agire, affrontando una situazione di petto, fino ad un finale in cui lei deciderà di riappropriarsi del suo passato, Giacomo compreso, tutto insieme. E ‘Autogrill’ è una felice sorpresa soprattutto nel finale, scritto con una maestria assoluta.
8tto Edizioni si conferma un editore attento alle nuove voci della narrativa italiana. Della collana B8ttoni ho già letto e recensito volentieri ‘E’ atroce la luce‘ di Stefano Ghelardini, secondo romanzo di questo autore, un libro che gioca a raccontare l’evoluzione, forse sarebbe meglio dire l’involuzione, a cui sono sottoposti certi territori ai margini della storia e e della contemporaneità. Un libro che racconta un luogo ben preciso, fuori dal tempo e fuori da questa contemporaneità in cui tutto è industria, anche la letteratura, anche i libri. Sfogliando questi libri di 8tto Edizioni si ha la sensazione di un lavoro editoriale, diverso, sicuramente più lento e attento ai temi con cui molti di noi devono fare i conti tutti i giorni. Anche il romanzo di Alessandra Gandolo si inserisce in questo filone, raccontando un non-luogo pienamente disponibile a farsi riempire dalle nostre storie e descrivendo con una lucidità assoluta il coraggio di una donna fino dove può arrivare.
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