
Letteratura
Un diverso lontano
Versi tratti da “Tre libri”, Il Convivio Editore, 2025
È nel tuo silenzio che mi ascolto,
nel tuo raccolto tacere; voce di allora
ricomposta a memoria. È nel tuo non esserci
che io ci sono; e sfogo i miei minuti,
i mesi, e prego che tu sia – ancora,
e ancora – in qualche luogo, e sappia
pronunciare il mio nome, ripeta a chissà chi
la nostra storia, e chissà come.
*
Dove saremo, caro, dove saremo
quando non ci saremo
più?
In qualche pensiero che abbiamo pensato
di noi, in una carezza sospesa
a mezza mano:
e in questa attesa
di un poi, di un diverso lontano.
*
Liberi dalla terra e da Dio,
dove non c’è nuvola o vapore
e l’aria è aria solo perché vuota
e la tua voce è quella di mia madre
morta, ed è la mia: dove saremo
per sempre, mi hai promesso, senza
riconoscerci e sapere di noi; senza toccarci
le mani che non avremo più. Privi di memoria
delle nostre parole, privi di storia, in una ruota
di tempo non tempo; l’adesso
sarà ieri: sarà dopodomani.
*
Vedi, dal tuo non esserci,
come vivono di te le tue figlie.
Ti cercano nei libri, nelle foto,
per portarti poi in giro,
padre senza più passi,
a godere genti e cose diverse.
Sono te giovani, leggere, terse.
*
Almeno una volta fermati a cena
con noi: fermati a cena. E sgridale,
se lasciano qualcosa nel piatto,
se rovesciano l’acqua, come quando
erano piccole; perché a me
non mi ascoltano.
Presta loro una voce di padre
in questa casa zitta: la tua baritonale
e antica come deve essere
la voce dei padri.
*
Proteggile
dal mio essere via
– persa in un pensiero lontano,
nella mia mano aperta
e non stretta alle loro:
a reggerle, a difenderle.
Allontanale dalla malinconia
che respiro e loro accolgono
in un sorriso che le fa più grandi.
Aiutale nei loro pochi anni
a restare come sono, trasparenti,
straniere agli inganni, agli sgomenti.
*
Sei venuto ieri notte a trovare le bambine
e le hai viste così tanto cresciute,
senza te così tanto cresciute che una
è quasi donna. E allora cerca nei loro sonni
di riscoprirle, recuperando compleanni
e natali, le canzoni che non hai ascoltato.
Assomigliano sempre di più ai loro nomi,
che insieme abbiamo scelto
(la prima fatta d’aria, l’altra di selva):
hanno il tuo modo di sbattere gli occhi
di corrugare la fronte. Guardale
dalla porta come facevamo prima,
attenti a non svegliarle. Entra nei sogni
che hanno, e poi rimani lì,
nel loro respiro che non se ne accorge.
Adesso in Tre libri, Il Convivio, 2025
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