Musica

A Caserta gli intelligentoni censurano Giuseppe Verdi, il genio italiano, credendo di sanzionare la Russia

L’Italia attraversa un tempo così minimo e trascurabile che basta uno zotico di comando al posto giusto, e tac, scatta lo sfizio della censura anche nei confronti di qualcosa di eccelso, di veramente nobile, che delizia l’animo e rilassa la mente

22 Luglio 2025

La Direzione della Reggia di Caserta, dopo tante pressioni, ha disposto l’annullamento del concerto sinfonico diretto da Valery Gergiev, previsto nell’ambito della rassegna “Un’Estate da Re” per il prossimo 27 luglio nel cortile del Complesso vanvitelliano. Grande soddisfazione di quasi tutta la politica parlamentare italiana, dei detrattori della Russia, prima ancora che odiatori di Putin, e dei sio-nazisti in genere, sparsi qui e là nei vari partiti, giornali, tg.

Il nostro Ministro della Cultura, Alessandro Giuli, da par suo, ha espresso ampio godimento e contentezza per la decisione, sostenendola con piena convinzione. Esemplare, non c’è che dire, nella sua inabilità alla funzione che svolge: un campione di incapacità di rara inconsapevolezza! Ora, sulla censura politica nell’arte si può supporre tanto e dirne male, ma così male che non è mai abbastanza. Ma, nella fattispecie in argomento si raggiunge un tale livello di scemenza che il mondo si chiederà come si sia reso possibile che nel paese dell’opera, la musica lirica più importante, possano essere presi provvedimenti di simile stoltezza, a danno della storia della composizione, dell’arte, della cultura.

L’Italia attraversa un tempo così minimo e trascurabile che basta uno zotico di comando al posto giusto, e tac, scatta lo sfizio della censura anche nei confronti di qualcosa di eccelso, di veramente nobile, che delizia l’animo e rilassa la mente. E solo Dio sa quanto l’umanità abbia bisogno di momenti del genere! La musica colta non distrae dalle cose del mondo, non è un divertimento o un intrattenimento fine a se stesso, ma una delizia spirituale che fa pensare allo splendore non al buio, alla pace non alla guerra, alla solidarietà non all’indifferenza. Nelle note accordate ad arte vi è il seme dell’amore e della passione, che tutto avvolge e tutto concentra in un gesto virtuoso di gentile e raffinata filantropia. La musica lirica è, con tutta evidenza, uno dei fondamenti della nostra civiltà europea. Vietarne l’ascolto significa censurare la nostra civiltà e rimuovere un legame di appartenenza che è tradizione.

Ecco, noi abbiamo un uomo al comando, il Ministro della Cultura, che si dice ben felice di interdire tutto questo. Ma sapete a cosa hanno attentato i nostri censori di spicco, cancellando l’esecuzione che avrebbe dovuto dirigere il Maestro Gergiev? Pensando stupidamente di vietare l’affermazione di qualcosa dalla forte identità russa e anteponendo il rapporto di amicizia tra il celebre Maestro moscovita e Putin a qualsiasi effetto prioritario della lirica più luminosa, in realtà hanno disconosciuto oltre il Bolero di Maurice Ravel e la Sinfonia n. 5 di Pëtr Il’ič Čajkovskij, anche l’Ouverture de “La forza del destino” di Giuseppe Verdi. Questo, infatti, è il programma che Valery Gergiev avrebbe dovuto eseguire con l’Orchestra filarmonica di Salerno e i solisti del Teatro Mariinskij di Sanpietroburgo. Capite?

Noi italiani riusciamo a dire “no” a Verdi, credendo di colpire la Russia, designata a nostra nemica da un branco di corrotti della politica, del giornalismo e della comunicazione. Possiamo star tranquilli, però, che a Caserta dirigerà regolarmente Daniel Oren, direttore israeliano, a quanto pare non proprio eccelso e, anche lui, tutto sommato, filogovernativo come Gergiev, ma totalmente muto sul genocidio di Gaza perpetrato dal suo governo amico. Il senso della battaglia di “civiltà” che emerge da Caserta è tutto in questa ultima notizia. Aggiungere altro sarebbe un esercizio inutile.

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