Musica
Quelle voci ineffabili, Madri di tutti noi – Violeta Parra
Violeta Parra, la libertà è un dolore assoluto
Se vuoi combattere per cambiare il mondo devi usare armi non convenzionali, come la musica e la poesia. Così ha fatto Violeta Parra, matita e chitarra, in guerra con la vita che non risparmia nulla a nessuno, ma punisce alcuni più degli altri. La vita di una donna, scelta la musica e l’amore per il suo Cile, canta i canti dei campesinos. Non contesta. Disubbidisce. E questa disubbidienza la rende libera di non accettare compromessi, vantaggi personali, pastoie religiose e sociali.
Contenuto pubblicitario
Poeta e cantautrice autodidatta, Violeta è, dapprima per il Cile, e poi per il mondo intero, la voce dei diritti umani, gesto prima ancora che parola[1]. Per tutta la vita cerca freneticamente di appagare la propria sete d’amore, di giustizia, di libertà[2]. Irrequieta. e dotata di un’inesauribile vena creativa, innamorata della gente e della partecipazione sociale, è malinconica e ribelle, e deve battersi per il riconoscimento del proprio lavoro[3]: figlia della terra dei tamburi dei gauchos delle Pampas, delle strade polverose e non asfaltate, della povertà estrema, della ricchezza ostentata, dell’oppressione della dittatura, dell’illogica allegria della vita, delle distese infinite di terra e ghiaccio, del caos più totale, dei colori più vivi, della gente che balla e sorride nonostante tutto[4].
Ha un fisico esile, occhi assorti, neri come la notte, severi e delicati come il volto stanco reclinato sulla chitarra[5]. È la protagonista della rinascita della musica popolare, seme ed ispirazione di quella che sarà la Nueva Canción Chilena, il movimento culturale che, attraverso un’opera di recupero della tradizione e adattamento ai ritmi latinoamericani, con l’esplosione artistica di Victor Jara e degli Inti-Illimani userà la musica come arma politica contro le ingiustizie sociali[6]. Violeta prende prima di tutto a cuore le battaglie dei contadini[7]. Il solo fatto di recuperare le canzoni popolari, per difendere l’identità e l’orgoglio dei contadini cileni, ha un valore rivoluzionario ed anti-imperialista, perché la cultura del potere è infiltrata dalla decadenza e della corruzione politica degli Stati Uniti, della trasformazione del popolo da cittadini a consumatori[8]. Una trasformazione impossibile per chi non ha lavoro, non ha acqua e luce, ed ha appena di che sfamarsi.
Profondamente inquieta, capace di passare da allegrie irresistibili a depressioni improvvise, il suo tratto più evidente è l’incredibile energia, la sua passione, la sua capacità di coinvolgere emotivamente[9]. È una donna moderna, che si sposta continuamente per imparare e sperimentare – ed è punita con una vita sentimentale sofferta in un paese in cui domina un maschilismo arcaico che la vuole relegata alle sole attività domestiche. Il viso segnato dal vaiolo, un corpo minuto vestito semplicemente, Violeta è bella perché è una forza della natura, e perché ama con tutta sé stessa: un uomo, un’idea, la propria gente[10]. Ed è talmente avanti che, per raggiungere l’enorme successo internazionale di cui gode, deve morire, ed a portare avanti la sua arte devono essere figli e nipoti.
Figlia della musica e della povertà
Terza di nove fratelli[12], (tra cui due sorellastre[13]), Violeta Parra del Carmen Sandoval[14] nasce il 4 ottobre del 1917, in undo di due paesini cileni: San Fabiàn de Alico[15], piccola località della provincia di Ñuble, e la vicina San Carlos[16], nella provincia di Chillán[17]. È la figlia di Clarisa del Carmen Sandoval Navarrete e di Nicanor Parra Alarcón – persone umili e per bene[18], la cui unica occupazione è quella di sbarcare il lunario, svolgendo i lavori più disparati[19], specie con quello di sarta della mamma[20]. Ospitano in casa gli artisti di un circo, da cui i figli imparano la magia ed il modo di suscitarla[21], ed i signor Parra trasmettono ai figli la passione per il canto, la chitarra ed il folklore.
A nove anni Violeta suona la chitarra, a dodici compone le prime canzoni[22], a ventitré si diploma maestra elementare ed esordisce in un teatro della capitale cilena[23]. I suoi fratelli non sono da meno: Eduardo e Luis Roberto sono due cantautori affermati, Oscar René (detto Tony Canarito) è un funambolo del circo[24], ed il maggiore, Nicanor[25], morto a 103 anni, è uno dei più grandi letterati del Cile moderni[26]: un poeta rivoluzionario, un anti-Neruda, che in Sudamerica Nicanor Parra è una leggenda come il Che Guevara[27].
Dopo due anni a Santiago, nel 1921 il padre ottiene una cattedra a Lautaro, nella Regione dell’Araucanía, un viaggio verso sud di oltre 650 chilometri, durante il quale Violeta contrae il vaiolo[28]. Sei anni più tardi, nel 1927, il padre perde il lavoro e comincia a bere[29]. La famiglia è costretta a rimettersi in cammino e stabilirsi a Villa Alegre. Alla serenità dell’infanzia si oppongono i disagi della povertà[30]. Mentre Nicanor Parra dà lezioni private, i piccoli guadagnano qualche soldo come lavapiatti o al cimitero, con le pulizie delle tombe[31]. Violeta canta nelle bettole, nelle strade, nei ristoranti, ovunque, persino sui treni, e quando a 9 anni scova la chitarra della madre, impara da sola a muovere le dita sulle corde.
Con la sorella maggiore Hilda[32] raggiunge Eduardo e Luis Roberto, che vivono in un circo, ma le già precarie condizioni economiche peggiorano. L’anno dopo la morte del padre (1931), a 14 anni, Violeta decide di cambiare vita[33]: lascia casa con i soli vestiti che ha indosso e la chitarra, e parte alla volta di Santiago, dove studia Nicanor. Canta nei ristoranti vicino alla stazione ferroviaria e lungo la Avenida Matucana, storica via del centro, in cui oggi sorge il Circuito Cultural Santiago Poniente. In strada dominano boleros, rancheras, corridos messicani, e la cueca cilena[34], musica popolare e mai schizzinosa, il posto perfetto per un’adolescente straordinaria.
Violeta entra in contatto con intellettuali, scrittori, poeti: conosce Luis Oyarzún Peña, Pablo de Rokha[35], e Pablo Neruda, il quale le dedicherà la poesia ‘Elegía para Cantar’, definendola “Santa de greda pura”, Santa di pura creta[36]. Il primo, Luis, un amico di Nicanor, è il primo amore di Violeta[37], ma il suo incontro con il ferroviere e sindacalista Luis “Pepe” Cereceda[38] è quello che la sconvolge per sempre. Lo incontra nel ristorante Tordo Azul, dove il duo “Las Hermanas Parra” (Violeta e sua sorella[39]) propone un repertorio di musica spagnola[40]. Cereceda è un membro del Partito Comunista, coinvolge Violeta nell’attività politica, ed entrambi partecipano alla campagna presidenziale di Gabriel González Videla[41]. I due si sposano nel 1938, ed hanno due figli: Isabel (1939) e Angel (1943), che proseguiranno il lavoro artistico della mamma[42] e, durante la dittatura di Pinochet, al pari degli Inti-Illimani, vivranno in esilio in Italia[43]. Ma la coppia entra presto in crisi[44]: Violeta non è la casalinga che il marito pensa di aver sposato[45]. La sua presa di coscienza politica, l’interesse per la gente, la cultura e la ricerca musicale si fanno sempre più forti in lei[46]: troppo per il maschilismo convenzionale di Cereceda[47].
Cuore, risposta, perché batte, sì, perché pulsa, come una campana è una cosa che mi manda in bestia, sì, che è impazzito. Perché palpiti. Non vedi che la notte la trascorro sveglia, sì, la trascorro da sveglia, come un mare violento la caravella, sì, la caravella. Mi tieni sveglia. Qual è il mio peccato Per maltrattarmi, sì, di maltrattarmi, come il prigioniero dai gendarmi, Sì, dai gendarmi. Tu vuoi uccidermi. Ma a voi si nascondono pareti dure, sì, pareti rigide e opprimete il mio sangue tra le reti, sì, tra le reti, Perché non ti arrendi? Cuore dannato senza riguardo, sì, senza alcun riguardo, cieco, sordo e muto dalla nascita, sì, dalla nascita. Mi tormenti[48].
Nel 1948 i due divorziano[49]. Violeta, in un Cile in cui il divorzio è una follia (specie dal punto di vista economico), non ce la fa più a resistere[50]. E un anno dopo, nel 1949, Violeta conosce Luis Arce, che diventa il suo secondo marito. Con lui ha due figlie: Carmen Luisa e Rosita Clara. Quest’ultima muore nel 1952[51], mentre Violeta è in tournée in Europa. Il dramma di questa morte ed i violenti rimproveri del marito portano alla fine anche questo matrimonio[52]. Per Violeta non c’è alternativa, visto che viene apprezzata più all’estero che nel proprio Paese[53]. Nel 1956, a Parigi, ha una relazione con il giovane spagnolo Paco Ruz, al quale dona la sua chitarra. Nel 1958, mentre lavora per l’Università di Concepción, fa amicizia con il pittore Julio Escámez e, nel 1960, conosce quello che sarà il suo ultimo e grande amore, il musicista svizzero Gilbert Favre[54], cui dedicherà alcune delle più famose canzoni d’amore (come “Corazon Maldito”, poi interpretata dagli Inti-Illimani)[55].
La maturità artistica
La svolta, nella vita di Violeta, avviene intorno al 1952. Fino a quel momento le esibizioni delle sorelle Parra non differiscono molto dagli spettacoli folkloristici dell’epoca, e l’unica vera distinzione è nel timbro di voce di Violeta, così fuori dai canoni abituali: acuto, graffiante, che scivola facilmente nel lamento o nel grido lacerante[57]. Dichiara: “Per poter cantare così la mia voce si è formata attraverso quarant’anni di sofferenza”[58]. È una sorta di Frida Kahlo della musica: si china sul suo strumento come lavasse panni sporchi di sangue e storia in acqua nera[59].
È il periodo in cui Violeta vince un concorso di canto spagnolo[60], incide i primi album e pretende che sulle copertine siano presenti i testi delle canzoni a testimonianza dell’importanza che dà alle parole che, secondo lei, vengono prima delle melodie. Le copertine le disegna lei stessa[61]. È grazie al fratello poeta, di ritorno dall’Inghilterra, che a quei tempi svolge una ricerca sulla poesia popolare cilena del XIX secolo[62], che viene spinta a cercare la propria strada fuori dai percorsi battuti dal folklore tradizionale e decide di mettersi in viaggio. Una piccola donna, armata di quaderni, penne e di un registratore, che diventa il suo compagno di viaggio e che non abbandonerà mai.
Da sola, o accompagnata dai figli, percorre il paese alla ricerca delle radici musicali del suo popolo. È un lavoro enorme e faticoso (immaginatevi le strade del Cile negli anni ‘50), che dura anni, nel quale recupera miriadi di canzoni popolari direttamente dalla voce dei contadini. È a questo punto che Violeta percepisce con chiarezza il proprio ruolo culturale: questo lavoro sfocia in alcune raccolte di canzoni popolari che stanno per scomparire dalla memoria collettiva[63]. Ne torna più agguerrita che mai, per intraprendere una lotta senza tregua per ottenere riconoscimenti, sostegni e finanziamenti – una lotta che la logora fisicamente e spiritualmente[64].
Racconta la cultura dimenticata degli Indios della Patagonia, dei Mapuche[65], lotta per la dignità ed i diritti umani d’ogni popolo emarginato. Dissoltosi il duo con Hilda, il suo repertorio si modifica: incorpora generi musicali appena riscoperti e inizia a comporre le proprie musiche e canzoni. Nei suoi testi c’è l’essere umano, la morte, il dolore, ci sono spiritualità e terra, c’è una vita pulsante e una saggezza istintiva[66]. In questi anni della maturità artistica si avvicina all’élite intellettuale cilena.
Con Pablo Neruda scrive “El pueblo”, e lui le dedica la poesia “Elegía para cantar”. Più si addentra nel lungo viaggio alla riscoperta delle radici, più il suo aspetto esteriore diventa spartano ed essenziale. Vestita con semplicità, senza trucco, Violeta tiene concerti nelle università e lavora alla radio come divulgatrice[67], sa di essere diventata un simbolo[68]. Nel 1954, quando riceve il premio Caupolican, l’Oscar cileno[69], viene invitata al Festival della Gioventù di Varsavia[70]: una nuova tappa entusiasmante. Sogna di essere un menestrello del comunismo mondiale, ed inizia a scrivere canzoni di estrema rabbia rivoluzionaria e anticlericale[71].
Contenuto pubblicitario
Tornare a diciassette anni dopo aver vissuto un secolo è come decifrare i segni senza essere un saggio competente, diventare improvvisamente di nuovo fragile come un secondo, per sentire di nuovo profondamente come un bambino davanti a Dio, questo è ciò che sento in questo momento fertile. Diventa ingarbugliato, ingarbugliato, come l’edera sul muro, e germoglia, germoglia, come il muschio sulla pietra. Come il muschio sulla pietra, Oh sì, sì, sì, sì. Il mio passo indietro quando il vostro avanza, l’arco delle alleanze è penetrato nel mio nido, con tutti i suoi colori è passato nelle mie vene e anche le catene dure con cui il destino ci lega è come un diamante pregiato che illumina la mia anima serena. È un groviglio, un groviglio, come l’edera sul muro, e germoglia, germoglia, come il muschio sulla pietra. come il muschio sulla pietra, Oh sì, sì, sì, sì. Cosa può fare il sentimento conoscenza non è stata in grado di fare, né la linea d’azione più chiara né il pensiero più ampio, tutto è cambiato dal momento come un mago accondiscendente, ci allontana dolcemente dal rancore e dalla violenza, solo l’amore con la sua scienza ci rende così innocenti. Diventa ingarbugliato, ingarbugliato, come l’edera sul muro, e germoglia, germoglia, come il muschio sulla pietra. Come il muschio sulla pietra, Oh sì, sì, sì, sì. L’amore è un turbine di purezza originale, anche l’animale feroce sussurra il suo dolce trillo, ferma i pellegrini, libera i prigionieri, amore con la sua cura trasforma il vecchio in un bambino e solo affetto per i malvagi lo rende puro e sincero. Diventa ingarbugliato, ingarbugliato, come l’edera sul muro, e germoglia, germoglia, come il muschio sulla pietra. Come il muschio sulla pietra, Oh sì, sì, sì, sì. Spalancare la finestra si è aperto come per incanto, l’amore è entrato con il suo manto come un mattino caldo, al suono della sua bella sveglia ha fatto fiorire il gelsomino, volare come un serafino al cielo ha messo gli orecchini e il cherubino ha trasformato i miei anni in diciassette il cherubino li trasformò in diciassette. Si aggroviglia, si aggroviglia, come l’edera sul muro, e germoglia, germoglia, come il muschio sulla pietra. Come il muschio sulla pietra, Oh sì, sì, sì, sì[72].
Gira la Germania, l’Unione Sovietica, l’Italia, ed infine la Francia, dove rimane per qualche tempo, stabilendosi a Parigi e lavorando nel locale notturno L’Escale[73]. Per la scena intellettuale francese, che sta solo ora uscendo dai manierismi di una sinistra uscita in ginocchio dalla Seconda Guerra Mondiale, Violeta è una nuvola di freschezza. È qui che incontra Paul Rivet[74], antropologo e direttore del Musée de l’Homme, col quale registrerà nella Fonoteca Nazionale della Sorbonne musiche e canzoni della sua terra e il suo primo album internazionale, “Cantos del Chile”[75]. In esso Violeta unisce non solo il folklore locale, ma anche la propria crescente preoccupazione per le condizioni sociali del popolo cileno e in particolare per le drammatiche condizioni dei contadini[76].
A Parigi conosce il grande amore della sua vita: Gilbert Favre, antropologo e musicologo svizzero, 19 anni più giovane di lei. A lui si riferisce con ironia, chiamandolo “el gringo”. Torna in Cile, a Concepción, centro di grande fermento socio-culturale. Nel 1957 è assunta presso l’Università per eseguire una ricerca sulla musica tradizionale e si impegna perché sorga, come avverrà, il Museo Nacional del Arte Folclórico[77]. Nuovamente a Santiago finisce di scrivere la propria autobiografia in versi[78]. Al contempo lavora alacremente alle proprie canzoni e si dedica alla pittura.
Durante la convalescenza da una grave forma di epatite, che nel 1959 l’obbliga a restare a letto per mesi, Violeta inizia a tessere degli arazzi in iuta, a dipingere e successivamente lavorare la cartapesta. Riproduce gli stessi motivi di sempre: “gli arazzi sono come canzoni dipinte”. Le sue opere sono figure umane e di animali in stile naïf con i colori vivi tipici del Cile e del Perù[79]. Nello stesso anno partecipa alla Fiera delle Arti Plastiche[80], tiene corsi di folklore, ceramica e pittura sia in Cile che in Argentina[81]. Non appena guarisce torna in Francia[82]. Nel 1962 parte per Helsinki insieme ai figli, invitata al Festival della Gioventù. Finita la tournée europea Violeta torna a Parigi, in una piccola stanza nel quartiere latino. Di sera si esibisce nei soliti locali. Di giorno, scrive, dipinge e tesse gli arazzi, poi esce alla ricerca di gallerie dove esporre[83].
Gilbert l’attende nella sua casa ginevrina, dove Violeta si reca insieme ad Isabel e Ángel. A Ginevra i Parra organizzano concerti folklorici, ma subito dopo la cantante ritorna a Parigi con il progetto titanico di esporre i propri quadri[84] nel Padiglione di Marsan del Dipartimento di Arte Decorative del Louvre, cosa che farà nel 1964[85]. Sarà la prima donna latinoamericana a esporre in una mostra individuale a Parigi. Ma anche qui, dove pure viene accolta con curiosità, Violeta non si trova bene: troppo ricchi e distratti quei borghesi progressisti, poco rispettosi del suo canto popolare e di lotta, e del movimento studentesco del 1968 ancora non ci sono tracce[86].
Incide una serie di canzoni di forte contenuto sociale, pubblicate postume nel 1971, partecipa alla festa de L’Humanité e scrive il libro “Poésie populaire des Andes”[87], che verrà pubblicato due anni dopo e, infine, stremata, ritorna in Svizzera da Gilbert. In Cile tutto sta cambiando: nuovi fermenti danno vita al movimento della Nueva Canción Chilena[88]. Nel 1965 Violeta decide di ritornare in Cile e, con Patricio Manns[89], scrive “Exiliada del Sur”, incontra il giovane Víctor Jara[90] e, insieme a lui, fonda un’etichetta discografica chiamata “Estampas de América”[91], per la quale i due scrivono le grandi canzoni che verranno poi cantate in tutto il mondo dagli Inti-Illimani[92]. I loro repertori di denuncia scuotono i vecchi canoni della musica popolare.
A Santiago apre La Peňa de los Parra, cuore pulsante del nuovo movimento culturale[94], centro comunitario per le arti e per l’attivismo politico[95] fondato da Isabel e Angel Parra e poi trasformato in casa discografica[96]. Fra chitarre, vino e empanadas, diventa luogo di raduno di artisti e intellettuali, quali Tito Fernández, Gitano Rodriguez, Patricio Manns, le band Quilapayún, Illapu ed Inti-Illimani: artisti le cui opere sono condannate, e che sono costretti ad andare in esilio per sfuggire alle persecuzioni. Sono gli anni del sanguinoso colpo di Stato ai danni del presidente Salvador Allende.
Nel settembre del 1973 il Generale Augusto Pinochet prenderà il potere spalancherà le porte dell’inferno. A Victor Jara, catturato e condotto nell’Estadio Nacional de Chile, prima di cadere sotto 44 colpi d’arma da fuoco vengono spezzate le mani e tagliata la lingua[97]. Ma questo verrà qualche anno più tardi. Per intanto, Violeta si esibisce a La Peňa de los Parra insieme ai figli e a Gilbert che, perfezionatosi nella quena, il flauto andino, crea il gruppo folkloristico Los Jairas[98]. Inizia la gestazione dell’ultimo e titanico progetto: la creazione, alle porte di Santiago, di un grande Centro d’Arte Popolare capace di accogliere e diffondere il meglio del folklore latinoamericano[99], di cui sono una testimonianza eccezionale i dischi “El folklore de Chile” (1957; 1961)[100].
Violeta si tuffa in questa nuova impresa impegnando tutte le sue forze e le sue precarie economie: partecipa ai festival, incide diversi dischi, si esibisce alla radio e alla televisione. Inaugura nel dicembre 1965 il grande tendone La Carpa de la Reina[101], un tendone da circo nei sobborghi di Santiago che avrebbe dovuto diventare un importante centro di cultura folcloristica, gestito insieme ai figli. Dietro la Carpa costruisce la sua abitazione, un monolocale di mattoni crudi, soffitto basso e pavimento in terra battuta – ma il progetto si rivela un fallimento: non c’è l’appoggio popolare, ed i costi si rivelano troppo elevati[102].
Le stazioni radio e le case discografiche sono riluttanti a trasmettere la sua musica, poiché la sua simpatia per le lotte dei lavoratori e la povertà non sono gradite al governo[103]. Questo la getta in una profonda depressione, aggravata anche dalla rottura della relazione con Gilbert[104] che parte per la Bolivia. Lo va a trovare per convincerlo a tornare da lei ma lo scopre felice, sposato. Per Violeta è una ferita insanabile[105]. Torna in Cile e riprende a lavorare a nuovi brani per l’LP “Las últimas composiciones”, pubblicato nel 1966, leggendario[106], e non solo perché contiene l’intramontabile inno Gracias a la vida[107].
Il 5 febbraio 1967, dopo tre precedenti tentativi falliti[108], Violeta si uccide. Sola, nel suo monolocale, si spara alla testa[109]. La trovano seduta su una piccola sedia che una fan aveva costruito appositamente per lei[110], dato che era alta poco più di un metro e cinquanta[111]. Poco prima si era esibita sul palco cantando proprio “Gracias a la vida”[112]. Il suo testamento[113].
Grazie alla vita che mi ha dato tanto / Mi ha dato due occhi, che quando li apro / Distinguo perfettamente il bianco dal nero / E in alto nel cielo il suo fondo stellato / E tra la moltitudine l’uomo che io amo / Grazie alla vita che mi ha dato tanto / Mi ha dato l’udito che in lungo e in largo / Registra giorno e notte, i grilli, e canarini, / Martelli, turbine, latrati, acquazzoni / E la voce tanto dolce del mio amato / Grazie alla vita che mi ha dato tanto / Mia ha dato il suono e l’abecedario / Con le parole che penso e declamo / Madre, amico, fratello, e luce che illumina / Il cammino dell’anima di chi sto amando / Grazie alla vita che mi ha dato tanto / Mi ha dato il passo dei miei piedi stanchi / Con essi sono andata nelle città e pozzanghere / Spiagge e deserti, montagne e pianure / E a casa tua, nella tua via e il tuo cortile / Grazie alla vita che mi ha dato tanto / Mi ha dato il cuore che batte forte / Quando vedo il prodotto del cervello umano / Quando guardo il bene molto lontano dal male / Quando guardo in fondo ai tuoi occhi chiari / Grazie alla vita che mi ha dato tanto / Mi ha dato il riso e mi ha dato il pianto / Così distinguo la cuccagna dalla rovina / Le due materie che formano il mio canto / E il canto vostro che è il mio stesso canto / E il canto di tutti che è il mio proprio canto / Grazie alla vita che mi ha dato tanto[114]
Cosa resta di tanta passione
L’ America Latina è piena di martiri uccisi dal potere politico, e le canzoni e la poesia hanno sempre avuto una funzione importantissima per le battaglie socio-politiche e per l’identificazione culturale e politica dei cittadini. Eppure, la vita della più grande di tutte non è stata mietuta dalla mano assassina del potere e non è stata vittima di alcun complotto. Sfinita dalla fatica, dalle malattie e dalle delusioni, Violeta non ha più la forza di lottare: né per un progetto, né per un amore, né per i diritti del suo popolo[116], e soffre del disinteresse della borghesia cilena[117].
Ma la sua prematura scomparsa dà vita a una figura mitica, le cui canzoni sono perpetuate da band iconiche come gli Inti-Illimani, ma anche da donne famose in tutto il mondo, come Mercedes Sosa e Joan Baez[118]. Come Ernesto “Che” Guevara, Violeta diventa un simbolo dopo la morte. I suoi ritratti, i manifesti raffiguranti il suo viso carismatico, sono ovunque, in Cile, a testimonianza del fatto che la sua figura è radicata nella cultura delle classi più povere, che la considerano un simbolo del riscatto sociale[119].
Violeta ha fatto conoscere la sua terra al mondo, e la sua vita ispira, negli anni, diversi libri e film[120]. Per omaggiarla, ogni 4 ottobre, giorno della sua nascita, si celebra la “Giornata della musica e dei musicisti cileni”[121]. Nel 2015 le viene dedicato un museo nella capitale Santiago, al cui interno c’è un edificio a forma di chitarra chiamato “La Jardinera”, in ricordo di una sua canzone. Perché la piangessimo è dovuta morire – perché fossero ricordate le sue canzoni, che sono una bandiera dell’America Latina[122]. È nata, ha vissuto e se ne è andata da donna libera, e una parte della sua anima ribelle rimane dentro ogni singolo sudamericano: “Scrivi come ti piace scrivere, usa i ritmi che vengono fuori, prova strumenti diversi, siediti al piano, distruggi la metrica, urla invece di cantare, soffia nella chitarra e strimpella il corno, odia la matematica e ama i vortici, la creazione è un uccello senza piano di volo che non volerà mai in linea retta”. Come Violeta Parra[123].
Contenuto pubblicitario
[1] https://terzopianeta.info/cultura-societa/violeta-parra-musica-diritti-umani/
[2] http://www.socialismolibertario.it/violeta_parra.htm
[3] https://www.lospaziobianco.it/violeta-parra-arte-paese/
[4] http://www.sentieristerrati.org/2018/05/19/violeta-parra-un-metro-e-cinquanta-di-infinito-coraggio/
[5] https://terzopianeta.info/cultura-societa/violeta-parra-musica-diritti-umani/
[6] https://terzopianeta.info/cultura-societa/violeta-parra-musica-diritti-umani/
[7] https://www.corohispanoamericano.it/ParraVioleta.htm
[8] https://armunia.eu/2020/07/violeta-parra-arevalos-lopez/
[9] http://www.sentieristerrati.org/2018/05/19/violeta-parra-un-metro-e-cinquanta-di-infinito-coraggio/
[10] https://www.pangea.news/violeta-parra-nicanor/
[11] https://www.emol.com/fotos/2336/#1578882/Los-100-a%C3%B1os-de-Violeta-Parra
[12] https://www.corohispanoamericano.it/ParraVioleta.htm
[13] https://www.cmtv.com.ar/biografia/show.php?bnid=2966&banda=Violeta_Parra
[14] https://secondhandsongs.com/artist/91902
[15] https://www.skuola.net/universita/appunti/appunti-sulla-poetessa-violeta-parra#login-buy
[16] https://terzopianeta.info/cultura-societa/violeta-parra-musica-diritti-umani/
[17] https://www.corohispanoamericano.it/ParraVioleta.htm
[18] https://terzopianeta.info/cultura-societa/violeta-parra-musica-diritti-umani/
[19] https://180gradi.org/sociale/anita-picconi/una-donna-mille-voci-violeta-parra-pablo-neruda-cile
[20] http://www.enciclopediadelledonne.it/biografie/violeta-parra/
[21] https://www.pangea.news/violeta-parra-nicanor/
[22] https://www.corohispanoamericano.it/ParraVioleta.htm
[23] https://www.antiwarsongs.org/artista.php?id=99&lang=it&rif=1
[24] https://www.geni.com/people/%C3%93scar-Ren%C3%A9-Parra-Sandoval-Tony-Canarito/6000000028140877204
[25] https://terzopianeta.info/cultura-societa/violeta-parra-musica-diritti-umani/
[26] https://www.cinquecolonne.it/nicanor-parra-lantipoeta-della-poesia-cilena.html
[27] https://www.pangea.news/violeta-parra-nicanor/
[28] https://terzopianeta.info/cultura-societa/violeta-parra-musica-diritti-umani/
[29] https://www.psicolinea.it/violeta-parra/
[30] https://terzopianeta.info/cultura-societa/violeta-parra-musica-diritti-umani/
[31] http://www.enciclopediadelledonne.it/biografie/violeta-parra/
[32] https://terzopianeta.info/cultura-societa/violeta-parra-musica-diritti-umani/
[33] https://terzopianeta.info/cultura-societa/violeta-parra-musica-diritti-umani/
[34] http://www.enciclopediadelledonne.it/biografie/violeta-parra/
[35] https://www.psicolinea.it/violeta-parra/
[36] https://terzopianeta.info/cultura-societa/violeta-parra-musica-diritti-umani/
[37] http://www.memoriachilena.gob.cl/602/w3-article-98197.html
[38] http://www.sentieristerrati.org/2018/05/19/violeta-parra-un-metro-e-cinquanta-di-infinito-coraggio/
[39] https://www.cmtv.com.ar/biografia/show.php?bnid=2966&banda=Violeta_Parra
[40] https://terzopianeta.info/cultura-societa/violeta-parra-musica-diritti-umani/
[41] https://www.memoriachilena.gob.cl/602/w3-article-3430.html ; https://www.cmtv.com.ar/biografia/show.php?bnid=2966&banda=Violeta_Parra
[42] https://terzopianeta.info/cultura-societa/violeta-parra-musica-diritti-umani/
[43] https://www.antiwarsongs.org/artista.php?id=99&lang=it&rif=1
[44] https://terzopianeta.info/cultura-societa/violeta-parra-musica-diritti-umani/
[45] http://www.sentieristerrati.org/2018/05/19/violeta-parra-un-metro-e-cinquanta-di-infinito-coraggio/
[46] https://terzopianeta.info/cultura-societa/violeta-parra-musica-diritti-umani/
[47] http://www.memoriachilena.gob.cl/602/w3-article-98197.html
[48] Corazón, contesta, / por qué palpitas, sí, / por qué palpitas, / como una campana que se encabrita, sí, / que se encabrita. / Por qué palpitas. / No ves que la noche / La paso en vela, sí, la paso en vela, como en mar violento / la carabela, sí, la carabela. / Tú me desvelas. / Cuál es mi pecado pa maltratarme, sí, pa maltratarme, como el prisionero por los gendarmes, sí, por los gendarmes. / Quieres matarme. / Pero a ti te ocultan duras paredes, sí, duras paredes y mi sangre oprimes entre tus redes, sí, entre tus redes. / Por qué no cedes. / Corazón maldito sin miramiento, sí, sin miramiento, ciego, sordo y mudo de nacimiento, sí, de nacimiento. / Me das tormento.
[49] https://terzopianeta.info/cultura-societa/violeta-parra-musica-diritti-umani/
[50] http://www.sentieristerrati.org/2018/05/19/violeta-parra-un-metro-e-cinquanta-di-infinito-coraggio/
[51] https://www.cmtv.com.ar/biografia/show.php?bnid=2966&banda=Violeta_Parra
[52] http://www.memoriachilena.gob.cl/602/w3-article-98197.html
[53] https://www.psicolinea.it/violeta-parra/
[54] http://www.memoriachilena.gob.cl/602/w3-article-98197.html
[55] http://www.sentieristerrati.org/2018/05/19/violeta-parra-un-metro-e-cinquanta-di-infinito-coraggio/
[56] https://www.museovioletaparra.cl/cedoc/violeta-parra-con-gilbert-favre/
[57] http://www.enciclopediadelledonne.it/biografie/violeta-parra/
[58] https://progetto7lune.org/rubriche/luciallaluna/violeta-parra.html
[59] https://www.pangea.news/violeta-parra-nicanor/
[60] https://terzopianeta.info/cultura-societa/violeta-parra-musica-diritti-umani/
[61] https://www.skuola.net/universita/appunti/appunti-sulla-poetessa-violeta-parra#login-buy
[62] http://www.enciclopediadelledonne.it/biografie/violeta-parra/
[63] http://www.sentieristerrati.org/2018/05/19/violeta-parra-un-metro-e-cinquanta-di-infinito-coraggio/ ; https://www.blogfoolk.com/2017/10/violeta-parra-lartista-cilena-che.html
[64] http://www.sentieristerrati.org/2018/05/19/violeta-parra-un-metro-e-cinquanta-di-infinito-coraggio/
[65] https://www.bbc.com/mundo/noticias-america-latina-54032225
[66] https://armunia.eu/2020/07/violeta-parra-arevalos-lopez/
[67] http://www.enciclopediadelledonne.it/biografie/violeta-parra/
[68] https://www.pangea.news/violeta-parra-nicanor/
[69] https://chiletoday.cl/violeta-parra-voice-of-the-poor-sound-of-a-country/
[70] https://www.psicolinea.it/violeta-parra/
[71] https://www.antiwarsongs.org/artista.php?id=99&lang=it&rif=1
[72] Volver a los diecisiete después de vivir un siglo es como descifrar signos sin ser sabio competente, volver a ser de repente tan frágil como un segundo, volver a sentir profundo como un niño frente a Dios, eso es lo que siento yo en este instante fecundo. Se va enredando, enredando, como en el muro la hiedra, y va brotando, brotando, como el musguito en la piedra. como el musguito en la piedra, Ay si si si. Mi paso retrocedido cuando el de ustedes avanza, el arco de las alianzas ha penetrado en mi nido, con todo su colorido se ha paseado por mis venas y hasta las duras cadenas con que nos ata el destino es como un diamante fino que alumbra mi alma serena. Se va enredando, enredando,como en el muro la hiedra, y va brotando, brotando, como el musguito en la piedra. como el musguito en la piedra, Ay si si si. Lo que puede el sentimiento no lo ha podido el saber, ni el más claro proceder ni el más ancho pensamiento, todo lo cambia el momento cual mago condescendiente, nos aleja dulcemente de rencores y violencias, sólo el amor con su ciencia nos vuelve tan inocentes. Se va enredando, enredando, como en el muro la hiedra, y va brotando, brotando, como el musguito en la piedra. como el musguito en la piedra, Ay si si si. El amor es torbellino de pureza original, hasta el feroz animal susurra su dulce trino, detiene a los peregrinos, libera a los prisioneros, el amor con sus esmeros al viejo lo vuelve niño y al malo solo el cariño lo vuelve puro y sincero. Se va enredando, enredando, como en el muro la hiedra, y va brotando, brotando, como el musguito en la piedra. como el musguito en la piedra, Ay si si si. De par en par la ventana se abrió como por encanto, entró el amor con su manto como una tibia mañana, al son de su bella diana hizo brotar el jazmín, volando cual serafín al cielo le puso aretes y mis años en diecisiete los convirtió el querubín. Se va enredando, enredando, como en el muro la hiedra, y va brotando, brotando, como el musguito en la piedra. como el musguito en la piedra, Ay si si si.
[73] https://terzopianeta.info/cultura-societa/violeta-parra-musica-diritti-umani/
[74] https://artsandculture.google.com/entity/m0d7ybq?hl=it
[75] http://www.enciclopediadelledonne.it/biografie/violeta-parra/
[76] https://www.robadadonne.it/211530/violeta-parra-ragazza-chitarra/
[77] https://terzopianeta.info/cultura-societa/violeta-parra-musica-diritti-umani/
[78] https://www.skuola.net/universita/appunti/appunti-sulla-poetessa-violeta-parra#login-buy
[79] https://ytali.com/2016/12/12/non-era-solo-una-cantante-un-museo-a-santiago-per-violeta-parra/
[80] http://www.enciclopediadelledonne.it/biografie/violeta-parra/
[81] http://www.enciclopediadelledonne.it/biografie/violeta-parra/
[82] http://www.sentieristerrati.org/2018/05/19/violeta-parra-un-metro-e-cinquanta-di-infinito-coraggio/
[83] http://www.sentieristerrati.org/2018/05/19/violeta-parra-un-metro-e-cinquanta-di-infinito-coraggio/
[84] https://cinemonitor.it/violeta-parra-orgoglio-cileno-anti-yankee/
[85] https://ytali.com/2016/12/12/non-era-solo-una-cantante-un-museo-a-santiago-per-violeta-parra/
[86] https://cinemonitor.it/violeta-parra-orgoglio-cileno-anti-yankee/
[87] https://archive.org/details/poesiepopulairedesandes/page/n29/mode/2up
[88] http://www.enciclopediadelledonne.it/biografie/violeta-parra/
[89] http://www.corohispanoamericano.it/MannsPatricio.htm
[90] https://www.corohispanoamericano.it/JaraVictor.htm
[91] https://www.corohispanoamericano.it/ParraVioleta.htm
[92] https://www.antiwarsongs.org/artista.php?id=99&lang=it&rif=1
[93] https://www.cascada.travel/blog/the-world-of-violeta-parra
[94] http://www.enciclopediadelledonne.it/biografie/violeta-parra/
[95] https://readitaliano.com/wiki/it/Violeta_Parra
[96] http://www.memoriachilena.gob.cl/602/w3-article-348769.html
[97]https://terzopianeta.info/cultura-societa/violeta-parra-musica-diritti-umani/
[98] http://musicaandina2011.blogspot.com/2011/12/los-jairas.html
[99] http://www.sentieristerrati.org/2018/05/19/violeta-parra-un-metro-e-cinquanta-di-infinito-coraggio/
[100] https://www.pangea.news/violeta-parra-nicanor/
[101] https://www.cambridge.org/core/books/abs/violeta-parra/violeta-parra-and-the-empty-space-of-la-carpa-de-la-reina/B895825E03FDD61A5FBFB5023EF6EF78
[102] http://www.sentieristerrati.org/2018/05/19/violeta-parra-un-metro-e-cinquanta-di-infinito-coraggio/
[103] https://www.cascada.travel/blog/the-world-of-violeta-parra
[104] http://www.sentieristerrati.org/2018/05/19/violeta-parra-un-metro-e-cinquanta-di-infinito-coraggio/
[105] https://www.pangea.news/violeta-parra-nicanor/
[106] https://www.pangea.news/violeta-parra-nicanor/
[107] http://www.enciclopediadelledonne.it/biografie/violeta-parra/
[108] https://www.cmtv.com.ar/biografia/show.php?bnid=2966&banda=Violeta_Parra
[109] https://www.pangea.news/violeta-parra-nicanor/
[110] https://www.antiwarsongs.org/artista.php?id=99&lang=it&rif=1
[111] https://www.corohispanoamericano.it/ParraVioleta.htm
[112] https://www.skuola.net/universita/appunti/appunti-sulla-poetessa-violeta-parra#login-buy
[113] https://www.psicolinea.it/violeta-parra/
[114] Gracias a la vida que me ha dado tanto / Me dio dos luceros, que cuando los abro, / Perfecto distingo lo negro del blanco / Y en el alto cielo su fondo estrellado / Y en las multitudes el hombre que yo amo / Gracias a la vida que me ha dado tanto / Me ha dado el oido que en todo su ancho / Graba noche y dia, grillos y canarios, / Martillos, turbinas, ladridos, chubascos, / Y la voz tan tierna de mi bien amado / Gracias a la vida que me ha dado tanto / Me ha dado el sonido y el abecedario; / Con el las palabras que pienso y declaro: / Madre, amigo, hermano, y luz alumbrando / La ruta del alma del que estoy amando / Gracias a la vida que me ha dado tanto / Me ha dado la marcha de mis pies cansados; / Con ellos anduve ciudades y charcos, / Playas y desiertos, montanas y llanos, / Y la casa tuya, tu calle y tu patio / Gracias a la vida que me ha dado tanto / Me dio el corazon que agita su marco / Cuando miro el fruto del cerebro humano, / Cuando miro al bueno tan lejos del malo, / Cuando miro al fondo de tus ojos claros / Gracias a la vida que me ha dado tanto / Me ha dado la risa y me ha dado el llanto / Asi yo distingo dicha de quebranto, / Los dos materiales que forman mi canto, / Y el canto de ustedes que es mi mismo canto, / Y el canto de todos que es mi propio canto / Gracias a la vida que me ha dado tanto
[115] https://www.cancioneros.com/co/8984/2/isabel-parra-e-inti-illimani-homenajearan-a-violeta-con-canto-para-una-semilla
[116] http://www.sentieristerrati.org/2018/05/19/violeta-parra-un-metro-e-cinquanta-di-infinito-coraggio/
[117] https://www.repubblica.it/spettacoli/musica/2013/06/26/news/violeta_parra-61870022/
[118] http://www.enciclopediadelledonne.it/biografie/violeta-parra/
[119] https://virginiaepoi.wordpress.com/dellarte-e-degli-artisti/555-2/
[120] https://www.memoriachilena.gob.cl/602/w3-article-7683.html
[121] https://www.cmtv.com.ar/biografia/show.php?bnid=2966&banda=Violeta_Parra
[122] http://infolatinos.over-blog.it/article-cile-violeta-parra-musica-passione-85857232.html
[123] https://cinemonitor.it/violeta-parra-orgoglio-cileno-anti-yankee/
Devi fare login per commentare
Login