Musica

Una selvatica eleganza: il virtuosismo sensoriale di Gabriele Strata

11 Ottobre 2025

Restar attaccati, online o seduti direttamente al Chopin Institute di Varsavia per più di 20 minuti tra suoni ed immagini, tra gesti e sospensioni, tra lenti movimenti della telecamera, per quelli online, ed accenti di piano non è solo un raffinato e ferace atto culturale ma è una riforma interiore che educa all’intimità.

Strata ribelle, minimale orecchino in cerchio (orecchio sinistro) – presumibilmente in oro – dita dinoccolate, leggiadre, su un bianco/nero Steinway&Sons (e sti gran cazzi!), camicia in raso misto seta e pantaloni stretti grigio-chiaro, sceglie un difficile Chopin con un piglio domestico, sospeso tra la grazia di un virtuosismo disteso, il piano e l’animo di una elegante e densa virilità.

Il rituale dell’ascolto, fra il vuoto della sala, l’atmosfera delle stanze (per chi è online), il movimento del suo corpo che fa vibrare e risuonare il pianoforte creano una distensione a livello occipitale che collima con l’ipnosi dello sguardo: misura esatta di rappresentazione, iato e pura vibrazione!

Si tratta di un beef – 19Th International Frederyk Chopin Piano Competition – di tutto rispetto, al suo primo atto o girone dove tecnicismo, competenza espressiva, interpretazione e gusto devono in pochi minuti risultare: arrivare. Strata ci arriva con una calma sovrana; difatti concluso con morbidezza Nocturne in C sharp minor Op. 27 No.1, al minuto 6.22 distende la mano destra ‘lenta’, muove spalle e testa con un ritmo intenso. Scorgiamo prima una catenina dorata, poi il volto assorto in quella voluttuosa sospensione in cui sistema l’orecchino facendoci partecipi di una domesticità inaspettata quanto intima – ecco è in quell’esattezza visiva e corporale di sestine di semicrome che Strata conduce anche i profani all’intensità adamantina dello Studio: risoluto, ‘semplice’. L’interprete ormai padrone del palco, del piano e dei nostri sensi (in sala l’insistenza dei colpetti di tosse sublima un desiderio corale) osa una lenta mano sulla coscia destra – è poco più di un istante – posizionando Etude in A minor Op. 25 No.11 del Maestro F. Chopin, esattamente dove deve stare, tra l’idealità del suono e la percussiva sensualità delle dita; un’esattezza che dà orgasmo (sic! Potente espressione in disuso – ormai – ma comunemente usata nell’ambiente d’Opera fino a metà degli anni ’60): al diavolo l’indicazione ‘Allegro con brio’ suggerita dallo stesso Chopin, perché ‘Forte e selvatico’ le si addice di più. Il piacere che riproduce Strata è, senza scampo, una visualizzazione sonora e tattile espressa in un movimento lento eppure preciso di spalle, braccia, tensione del volto mutuate da un ambiente quasi Jazz che regala appunto godimento certamente elegante ma più visceralmente selvatico! E dopo l’amplesso può permettersi – quasi fossimo in casa sua – di riassettarsi con la mano sinistra i capelli e perfino, guardando obliquamente il soffitto come un crudele Gian Maria Volonté precisamente di Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto, di riassettarsi i pantaloni (qui il picco di tosse tra uomini e donne ha un che di apocalittico) asciugandosi le mani sudate sulle cosce. Estasi/Stupore (faccina bocca stupita da moderno rituale social, seguita da wow!), insomma, Strata – sublime nell’esecuzione tonale, armonica e timbrica – incarna il desiderio di fondersi nel preciso ritmo del suono. È questo il momento in cui Gabriele Strata – già vincitore del Primo Premio e del Premio del Pubblico al Rio de Janeiro International Piano Competition nel 2023 e Medaglia d’Argento, Premio del Pubblico e Premio di Musica da Camera al Concours Musical Internationale de Montreal, nonostante i – notevoli – virtuosissimi Shiori Kuwahara e Kai Min Chang, mostra di essere nel beef di Varsavia, insuperabile.

r.c. notte tra 10 e 11 ottobre 2025

1 Commento
  1. “Nocturne in C sharp minor Op. 27 No.1, al minuto 6.22 distende la mano destra ‘lenta’, muove spalle e testa con un ritmo intenso.” “Etude in A minor Op. 25 No.11 del Maestro F. Chopin”. In un articolo italiano ci si aspetterebbe che le indicazioni musicali siano scritte in italiano. Nocturne in C sharp minor non è il titolo intraducibile del brano, ma significa, in inglese, Notturno in do diesis minore. E così pure Etude in A minore non è che il titolo in inglese, ma significa Studio in la minore. O chi scrive non conosce abbastanza i rudimenti della musica, soprattutto se scritti in un’altra lingua? Talune espressioni lo farebbero pensare. “… sublime nell’esecuzione tonale, armonica e timbrica …” Non esiste un’esecuzione tonale, esiste una struttura tonale o atonale o dodecafonica. Come non esiste una esecuzione armonica, l’armonia riguarda anch’essa la struttura del brano. Quanto ai timbri, un pianista li evidenzia con il tocco, non certo con il timbro, che le dita non possiedono. E che senso ha indicare il “minuto 6.22”? A quale battuta corrisponde? Di solito indica i minuti chi non sa leggere una partitura. Ed è un brutto vezzo di orecchianti che non sanno niente di musica. Così come una mano non può essere “lenta”, lento è l’andamento di un brano musicale, non della mano. Ma tutto l’articolo è un girare a vuoto con frasi di effetto che non dicono niente. Chi la musica la conosce davvero, da “critiche” come questa si sente profondamente offeso. E dovrebbe sentirsene offeso anche il pianista: gli elogi sono talmente fuori di ogni senso musicale che di fatto non lo riguardano affatto.

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