Teatro
Baccanti, un’immagine viva
Una riflessione coreografica sul tema del dionisismo
Lentini. Imago #2 (εὐοῖ) di Petranura Danza è uno spettacolo interessante che porta avanti di un ulteriore step la riflessione creativa di questa compagnia sul tema del nostro possibile rapporto con temi e archetipi della cultura classica e precristiana. Vasto programma certo, ma affrontato con la giusta serietà (studio dilatato nel tempo, ascolto, dialogo, confronto con la contemporaneità) e, quel che più conta, introiettato nel lavoro di ricerca creativa. In questo caso il tema è la religiosità ancestrale legata al dionisismo. Come è strutturato questo spettacolo? Si tratta sostanzialmente, e abbastanza riconoscibilmente, di una affascinante rilettura/ricostruzione che si dispiega a partire dalle parti della tragedia Baccanti di Euripide in cui viene descritto il comportamento rituale e segreto delle iniziate al culto bacchico: la fatica della salita al monte Citerone e la graduale (ma infine totale) assimilazione all’elemento naturale e animale, la violenta uccisione di animali, il cibarsi di carne cruda, le danze probabilmente circolari e ipnotiche, i movimenti della testa e dei capelli, i momenti di assoluto abbandono estatico nei tiasi. Queste cose ce le racconta Euripide che nella sua tragedia riporta anche l’eco – inquietante e sostanzialmente malevola – dei sospetti e delle allusioni relative esperienze di sessualità rituale (libera? sfrenata? irregolare? non normalizzata) che erano sicuramente presenti nella considerazione chi greci non iniziati avevano del dionisismo. Laura Odierna e Salvatore Romania, direttori artistici della manifestazione, coreografi (ma anche registi e drammaturghi), rileggono queste vicende, meditandoci su con serietà, e le riscrivono per la danza di Giulia Morandi, Stefania Menestrina, Piera Gentile, Desy Falletta, Lucrezia Maggiore e per le musiche di Giovanni Cultrera. Il contesto è la prima serata della quarta edizione del Naranji dance festival a Lentini (dall’1 al 6 luglio, nell’importante cornice di Palazzo Beneventano), nel siracusano. La recensione dello spettacolo si potrebbe chiudere qui: Odierna e Romania però sono gente seria, artisti solidi, colti, curiosi e sanno andare oltre il dato di un nudo racconto (o mito che sia) e della sua semplice riproposizione. Sanno porsi delle domande sfidanti, domande tali da trasformare immediatamente in esperienza condivisa lo spettacolo che hanno costruito e propongono al pubblico. In questo caso la domanda è relativa alla relazione tra corpo ed esperienza del sacro o meglio, se si vuole, tra la spiritualizzazione tipicamente occidentale dell’esperienza del sacro e la perdita della dimensione corporea di questo tipo di esperienza fino all’avverarsi nella contemporaneità di un processo di secolarizzazione che non è nemmeno troppo paradossale. Qual è il segno stilistico che Odierna e Romania propongono per esplorare questa tematica? La compresenza nella costruzione coreografica da una parte della complessità di una meditazione, che si direbbe storica e antropologica, e dall’altra della semplicità potente del gesto e del movimento. Una compresenza che sostanzia l’intero spettacolo e s’incrina forse solo laddove il percorso dello spettacolo vira, abbastanza improvvisamente e inopinatamente, verso atmosfere da discoteca che non sono sbagliate in sé ma non sembrano custodire, anzi sembrano disperdere in qualche modo, l’estrema concentrazione e la complessità di cui si è detto. A seguire si sono viste coreografie realizzate da realtà tra le più interessanti del panorama dell’attuale ricerca coreografica italiana: mercoledì 2 luglio, White Pages – Dedica al dinamismo di Compagnia Balletto Teatro di Torino, coreografia di Manfredi Perego e Promised Land di Compagnia Egribiancodanza, ideazione e coreografia: Raphael Bianco; giovedì 3 luglio, Walking di Compagnia Artgarage, coreografie di Emma Cianchi e Bromantica di DanceHauspiù, coreografie di Matteo Bittante, venerdì 4 luglio, Spa – Salus per aquam di Compagnia Gruppo e-Motion, coreografia di Francesca La Cava e Dalet di Compagnia ResExtensa, coreografie di Elisa Barrucchieri e Andrea Tenerini; sabato 5 luglio, Romeo e Giulietta 1.1 (Sfocatura dei corpi) di Zappalà danza, coreografia di Roberto Zappalà; Domenica 6 luglio infine è il momento della Platform, ovvero della verifica coreografica dei giovani coreografica che hanno partecipato a questa edizione del festival: Compagnia Vidavè, con “Coraggio. La sfortuna non esiste”; Compagnia Dare to share con Lasciami cadere (Let me fall); Federica Tocci e Mauro Fortunato con “Due“; Stefania Menestrina, con “La luna sui Nossi monti“. Ad arricchire la manifestazione inoltre il Petranura Lab dedicato a giovani danzatori e danzatrici e due mostre di Francesca Scammacca (“Maternità”, quadri) e Ludovica Grimaldi (“Corpus”, foto).
Imago #2 (εὐοῖ), Lentini (Sr), Palazzo Beneventano, Martedì 1 luglio. Compagnia Petranuradanza, regia e coreografia: Salvatore Romania e Laura Odierna. Musiche: Giovanni Cultrera. Interpreti: Giulia Morandi, Stefania Menestrina, Piera Gentile, Desy Falletta, Lucrezia Maggiore. Produzione Megakles Ballet. Con il sostegno di MIC – Ministero della Cultura e Regione Siciliana – Assessorato Turismo, Sport e Spettacolo. Crediti fotografici di Angelo Grimaldi.
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