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Teatro

Quanto brucia l’amore di Pippo Delbono

di Paolo Randazzo
8 Aprile 2022

CATANIA. È davvero difficile descrivere e definire sinteticamente “Amore” lo spettacolo di Pippo Delbono che ha iniziato il suo percorso a Modena l’anno scorso, e si è visto a Catania dal 5 al 10 aprile sulla scena del Teatro Verga nel contesto della stagione dello Stabile Etneo. In scena ci sono Dolly Albertin, Gianluca Ballarè, Margherita Clemente, Ilaria Distante, Aline Frazão, Mario Intruglio, Pedro Jóia, Nelson Lariccia, Gianni Parenti, Miguel Ramos, Pepe Robledo, Grazia Spinella, le scene (molto affascinanti e di gusto metafisico), i costumi e le luci sono nell’ordine d Joana Villaverde, di Elena Giampaoli e di Orlando Bolognesi. Fuori scena è lo stesso Delbono a raccontare, a raccontarsi, ad affabulare il pubblico e a guidarlo nei meandri mentali di questo spettacolo che è insieme esperienza creativa e sogno (come del resto è indicato chiaramente dal gesto finale che il regista a narratore, entrato in scena, esegue a suggello dell’intero lavoro), canto e poesia. E quindi è difficile descrivere questo lavoro perché in esso, al di là dell’aspetto esteriore di un raffinato recital di poesie, canzoni, immagini, illuminazioni di sensibilità, cultura e tradizione portoghese e, in parte ridotta messicana, sembrano convergere e bruciare tutte le dinamiche culturali ed artistiche, le più profonde tensioni creative ed emotive che hanno caratterizzato la sua lunga vicenda artistica. Forse può essere utile provare piuttosto a porsi in una prospettiva che in qualche modo riassuma il dispiegarsi lineare dello spettacolo e provi a considerarlo come un’unica immagine/emozione che si allarga in varie direzioni creative ed emotive. Ed eccola forse, eccola in un verso di Eugenio De Andrade collocato più o meno al centro dello spettacolo: «L’amore è un uccello tremante nelle mani di un bambino». C’è tutto in questo verso. Tutto: la fragilità mortale di chi è innamorato e il delirio della sua onnipotenza che confonde oggetto e soggetto d’amore, il desiderio che brucia ed è fiamma che non si spegne, il desiderio frustrato che diventa tiranno feroce e inflessibile della vita di chi lo sperimenta, il desiderio che svuota e riempie, innalza e atterrisce, dona e toglie senso, ma anche, forse in prospettiva o come desiderio, la distaccata e adulta saggezza di un amore che sa guardarsi da fuori e sa capire che sì, è un miracolo quella felicissima e infelicissima follia, ma è un miracolo anche più grande vivere godendo della saggia, vitale e feconda tenerezza di un amore adulto. Ecco: un uccello tremante nelle mani di un bambino incosciente. E poi, su tutto, c’è Lisbona, c’è il Portogallo dei colori che rapiscono, delle lingue si allontanano e avvicinano, di Capo Verde, dell’Angola e del Brasile, il Portogallo delle storie che svaniscono nel mare, della saudade e dei poeti (e non solo dei suoi poeti: Carlos Drummond De Andrade, Eugenio De Andrade, Daniel Damásio Ascensão Filipe, Sophia de Mello Breyner Andresen, Jacques Prévert, Reiner Maria Rilke e Florbela Espanca) e soprattutto di quella ferita amorosa e canora sempre aperta che è il Fado. Meno felicemente invece è presente il Messico con la sua la cultura: al di là infatti del ribadito amore per Frida Kahlo non sembra sufficientemente chiarito questo aspetto e reso necessario nell’economia dello spettacolo. La consapevolezza dolorosa della umana fragilità non è sempre e necessariamente una qualità positiva nel processo creativo di costruzione di un mondo poetico e di uno spettacolo, ma sicuramente è l’ingrediente fondamentale di questo lavoro che da essa è reso importante e autentico.

Amore, uno spettacolo di Pippo Delbono

con Dolly Albertin, Gianluca Ballarè, Margherita Clemente, Pippo Delbono, Ilaria Distante, Aline Frazão, Mario Intruglio, Pedro Jóia, Nelson Lariccia, Gianni Parenti, Miguel Ramos, Pepe Robledo, Grazia Spinella. Musiche originali di Pedro Jóia e di autori vari. Collaboratori artistici Joana Villaverde (scene), Elena Giampaoli (costumi), Orlando Bolognesi (luci), Tiago Bartolomeu Costa (consulenza letteraria). Suono di Pietro Tirella. Produttore esecutivo Emilia Romagna Teatro Fondazione coproduttori associati São Luiz Teatro Municipal – Lisbona, Pirilampo Artes Lda, Câmara Municipal de Setubál, Rota Clandestina, Ministeri da Cultura – Direcção Geral Das Artes (Portogallo) e Fondazione Teatro Metastasio di Prato (Italia). Coproduttori Teatro Coliseo, Buenos Aires, Istituto Italiano di Cultura di Buenos Aires, ItaliaXXI (Argentina), Comédie de Genève (Svizzera), Théâtre de Liège (Belgio), Les 2 Scènes – Scène Nationale de Besançon (Francia), KVS Bruxelles (Belgio). Con il sostegno del Ministero della Cultura (Italia). Foto di Luca Del Pia, Estelle Valente Teatro São Luiz.

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