Il vero patriota

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14 Agosto 2015

Ieri leggevo sulla Bild-Zeitung la bella storia, tristemente ignorata dai media italiani, dell’autista di autobus Sven Latteyer ). Avendo visto salire sul suo mezzo un nutrito gruppo di migranti appena arrivati in Germania, il quarantaduenne di Erlangen ha preso in mano il microfono e ha trovato nel proprio cuore le seguenti parole: “Ho un annuncio importante per gli uomini di tutto il mondo che si trovano su questo autobus. Voglio darvi il benvenuto. Benvenuti in Germania, benvenuti nel mio Paese. Vi auguro una buona giornata!” Riportando il fatto durante il telegiornale della sera il presentatore navigatissimo della ZDF Claus Kleber non ha potuto trattenere le lacrime.

Sempre ieri leggevo su Gli Stati Generali la storia raccapricciante dell’assessore Donazzan, che sulla sua pagina Facebook (social network divenuto ormai nulla più che un inutile ricettacolo di volgarità a cielo aperto) sproloquiava sui ‘magrebini’ che le hanno rubato la mountain bike regalatale dal paparino ed elogiava il suo compagno, apostrofato come il “Patriota Vittorio”, che le ha suonate ai magrebini di m… e si è andato a riprendere la bici.

Domando, per voi chi è il vero Patriota? Sven o Vittorio? Personalmente non ho dubbi. Dobbiamo ringraziare di cuore l’autista tedesco per aver voluto sottolineare che la Germania è il suo Paese, dando così voce ad un patriottismo sano e desiderabile che ormai stentiamo a ritenere possibile. Trovo infatti che sia più sano e naturale, quando si è orgogliosi di qualcosa con cui ci si identifica, che il primo desiderio sia di mostrare, di condividere, di esibire quel qualcosa con chi ci capita a tiro. Malsano e innaturale è invece che l’orgoglio per ciò con cui ci si identifica generi come primo sentimento la paura, il desiderio di nascondere ciò che ci rende orgogliosi dietro un muro e il disprezzo per chi quel muro vorrebbe scavalcarlo. Chi di noi, orgoglioso di una Ferrari acquistata con i risparmi di una vita la rinchiuderebbe permanentemente in garage per paura che gli venisse rubata? Quale genitore, orgoglioso dei suoi bambini, non li farebbe uscire di casa o gli proibirebbe di interagire con estranei per paura che subissero influenze negative dall’esterno? Solo un folle. Perché la stessa categoria di follia ci sembra inevitabile quando l’oggetto dell’orgoglio è invece la propria terra, la propria Patria?

Il cuore da gigante di Sven torreggia sopra i nani da cui siamo governati: i nani di destra, che si sono appropriati di parole e concetti sacrosanti quali Patria, famiglia, religione, vita e li hanno resi putridi, colmi di odio, e inutilizzabili, e i nani di sinistra che gliel’hanno lasciato fare senza colpo ferire.

TAG: destra radicale, Germania, immigrazione, orgoglio, patriottismo, sinistra
CAT: discriminazioni, Integrazione

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