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Economia civile

Cancelliamo i debiti

di Biagio Riccio
7 Giugno 2020

Le tradizionali “Considerazioni“ del Governatore della Banca d’Italia Visco inducono a riflessioni che per il nostro sistema bancario ed economico risultano decisive nel torno storico che stiamo vivendo.
Anche i migliori commentatori di tutta la stampa hanno ritenuto questa volta (si legga in proposito l’articolo di Alfonso Gianni su “Il Manifesto”del 30/5/2020, ma anche quelli di Manacorda su “Repubblica”, Masciandaro sul “Sole 24 Ore” e Manca sul Corriere della Sera) che Visco, citando Keynes e chiedendo un nuovo contratto sociale tra lo Stato ed i suoi consociati, abbia capito che il morso della crisi colpisca i ceti più deboli.
Siamo in uno scenario di un’economia di guerra, ma senza che ci sia stata una guerra, ma una pandemia, che ha portato morti e disastri economici, i cui effetti sentiremo con la caduta del prodotto interno lordo, con previsioni portate al segno negativo del meno 13 per cento già dai prossimi mesi.
Giustamente il Prof. Tremonti in recenti interviste – da ultimo sul “Corriere della Sera” del 5/6/2020- ci ricorda che in questi casi i governi si muovono sempre per grandi coalizioni.
Infatti nel secondo dopoguerra il governo De Gasperi aveva inizialmente la partecipazione dei socialisti e comunisti con Nenni e Togliatti (ed anche Einaudi) a disposizione del paese.
Il che implica la necessità di misure eccezionali, di uno Stato di eccezione, come avviene nelle economie di guerra.
Si richiama in proposito la teoria di Carl Schmitt .Le norme normali possono essere rotte anche da decisioni eccezionali, giustificate dal periodo particolare.
La BCE, incurante della Germania e della sua Corte Costituzionale, ha iniettato altra liquidità comprando titoli di Stato dei paesi europei.
Ma questo è il punto: questa liquidità dovrà andrà a finire? Può rappresentare un volano per un effetto moltiplicatore-ancora Keynes-che renda possibile la ripresa della domanda aggregata ( consumi ed investimenti) negli Stati che ne hanno beneficiato?
La ripresa dei consumi passa solo se si raggiunge la piena occupazione ed un reddito per tutti, il che non avviene con sussidi, ma con lavoro effettivo che deve trascinare anche l’economia privata. Il fiume di danaro che è arrivato deve servire a questo.
È il momento delle grandi responsabilità che se non saranno assolte con misura di alto contenuto etico per chi ci governa,ci saranno drammatiche conseguenze economiche,con miseria e povertà alle porte.
1-Lo Stato deve dispiegare il massimo del suo intervento nell’economia con lavori pubblici, ammodernamento delle reti ferroviarie( Tito Boeri e Roberto Perotti Pensare in piccolo, su Repubblica del 5/6/2020),anche per i treni dei pendolari e rifacimento degli ospedali di periferia,per esempio e non solo grandi opere.
2-Bisogna avere il coraggio di cancellare i debiti,non con condoni,i soldi non ci sono,ma con una grande pace sociale tra il Fisco ed i contribuenti, ai quali non si deve chiedere nulla per pendenze pregresse.
Il che implica l’azzeramento di tutti i ruoli esattoriali per partite previdenziali,fiscali di qualsiasi natura.
3- Le banche devono sul piano europeo e per i singoli Stati subire imposizioni dai Governi di turno,per cancellare i debitori dalle centrali rischi, con un grande condono per riammettere nel tessuto connettivo economico i segnalati, che saranno i prossimi sovraindebitati o quei debitori che perderanno tutto,come descrisse Steinbeck con “Furore” per la crisi del 1929, o come ci ricordò De Sica nel film “Ladri di Biciclette”,affresco dell’Italia del secondo dopoguerra.
La cancellazione del debito è la misura eccezionale di ogni economia postbellica.
Il resto è solo demagogia od incapacità a governare.

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