Premio Nobel economia 2024

Economia e Lavoro

Il Nobel per l’economia 2025 va a tre economisti immigrati negli Stati Uniti

Tre economisti, tutti immigrati negli Stati Uniti, vincono il Nobel per l’Economia 2025. Le loro ricerche spiegano come la “distruzione creativa” e la diffusione della conoscenza abbiano alimentato la crescita sostenuta degli ultimi due secoli.

13 Ottobre 2025

Tre economisti immigrati negli Stati Uniti vincono il Nobel per l’Economia 2025, a testimonianza dell’enorme contributo degli immigrati alla ricerca e al progresso scientifico americano. Joel Mokyr (nato nei Paesi Bassi), b (francese) e Peter Howitt (canadese), tutti affiliati ad atenei statunitensi, si aggiungono a una lunga lista di premi Nobel che hanno costruito il proprio percorso accademico negli USA. Dal 2000, infatti, gli immigrati hanno ricevuto il 31% dei premi Nobel per l’Economia assegnati ad americani (24 su 78), e il 38% dei Nobel statunitensi in fisica, chimica e medicina nello stesso periodo. Un dato che sottolinea quanto la diversità e la mobilità internazionale siano motori fondamentali dell’eccellenza scientifica.

Il premio di quest’anno è stato assegnato per “aver rivoluzionato la nostra comprensione della crescita economica sostenibile, mettendo l’innovazione al centro del progresso”. Il riconoscimento, del valore di 11 milioni di corone svedesi (circa 1,2 milioni di dollari), va per metà a Mokyr “per aver identificato i prerequisiti per una crescita sostenibile attraverso il progresso tecnologico”, e per metà congiuntamente ad Aghion e Howitt “per la teoria della crescita sostenibile attraverso la distruzione creativa”.

Le motivazioni del Nobel per l’economia 2025

“Negli ultimi due secoli, per la prima volta nella storia, il mondo ha assistito a una crescita economica sostenuta. Ciò ha permesso a un numero enorme di persone di uscire dalla povertà e ha gettato le basi della nostra prosperità”, ha spiegato l’Accademia svedese, aggiungendo che i tre vincitori “hanno mostrato come l’innovazione dia impeto a un ulteriore progresso”.

Joel Mokyr ha dimostrato che “affinché le innovazioni si susseguano in un processo di auto-generazione, non solo è necessario sapere che qualcosa funziona, ma è anche necessario avere spiegazioni scientifiche del perché”. Prima della rivoluzione industriale, questa comprensione era spesso assente, frenando l’avanzamento tecnologico. Mokyr ha inoltre sottolineato “l’importanza che la società sia aperta alle nuove idee e consenta il cambiamento”.

Philippe Aghion e Peter Howitt, invece, sono stati premiati per il loro celebre modello teorico del 1992 che ha introdotto il concetto di “distruzione creativa”: “quando un prodotto nuovo e migliore entra nel mercato, le aziende che vendono i prodotti più vecchi perdono terreno. L’innovazione rappresenta qualcosa di nuovo ed è quindi creativa. Tuttavia, è anche distruttiva, poiché l’azienda la cui tecnologia diventa obsoleta viene superata dalla concorrenza”.

La loro teoria mostra che l’innovazione genera crescita, ma anche tensioni: “La distruzione creativa crea conflitti che devono essere gestiti in modo costruttivo. Altrimenti, sarà bloccata da aziende consolidate e gruppi di interesse”. Il messaggio del comitato è chiaro: “La crescita economica non può essere data per scontata. Dobbiamo sostenere i meccanismi che stanno alla base della distruzione creativa, in modo da non ricadere nella stagnazione”.

I tre vincitori

Joel Mokyr (Leida, 1946) è professore alla Northwestern University e all’Università di Tel Aviv. Storico dell’economia, ha rivoluzionato la disciplina con un approccio interdisciplinare. Le sue opere – The Lever of Riches, The Gifts of Athena, A Culture of Growth – sostengono che la crescita è frutto di una cultura che valorizza la conoscenza, la curiosità e lo scambio intellettuale.

Philippe Aghion (Parigi, 1956), oggi al Collège de France e alla London School of Economics, ha studiato anche ad Harvard e Oxford. Ha trasformato la teoria della crescita endogena, spiegando come l’innovazione continui nasca da un mix di imprenditorialità, concorrenza e politiche pubbliche efficaci. Ha influenzato direttamente la visione economica europea: Ursula von der Leyen ha dichiarato che le sue idee hanno contribuito a plasmare la visione di Mario Draghi sulla competitività dell’Europa.

Peter Howitt (Toronto, 1946), professore emerito alla Brown University, è co-autore del modello Aghion-Howitt. Ha approfondito il legame tra innovazione, produttività e instabilità, mostrando che la crescita è un processo continuo di adattamento e cambiamento. È membro della Royal Society of Canada e uno dei maggiori macroeconomisti della sua generazione.

Una lezione per il presente

Il Nobel 2025 premia tre studiosi che hanno dato forma a una nuova visione del capitalismo: un sistema che progredisce non per inerzia, ma grazie alla capacità di rinnovarsi costantemente. L’innovazione non è mai neutrale: crea vincitori e perdenti, genera tensioni sociali e sfide politiche. Ma è anche la chiave della prosperità e della resilienza di lungo termine.

In un’epoca segnata da rallentamenti economici, transizioni tecnologiche e incertezze globali, la lezione di Mokyr, Aghion e Howitt è quanto mai attuale: la crescita sostenibile richiede conoscenza, apertura al cambiamento e istituzioni capaci di accompagnare l’innovazione, senza soffocarla.

E ancora una volta, come mostrano i dati, sono spesso gli immigrati a portare il soffio del nuovo: idee, approcci e visioni che arricchiscono il dibattito e cambiano il mondo.

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