Geopolitica

Armi, Potere e Profitti: Quanto costa la guerra e chi la vince?

1 Luglio 2025

Sono attualmente più di 100 i conflitti armati attivi nel mondo tra il 2024 ed il 2025 sommando quelli tra stati, guerre civili e conflitti armati tra milizie e insorti. Migliaia di vittime e feriti in tutto il globo e la corsa agli armamenti non sembra affatto rallentare, tutto il contrario! A livello globale si è investito circa il 2,5%  del PIL mondiale in spesa bellica, si registra il decimo anno consecutivo di aumento delle spese per la difesa ed il più alto tasso di riarmo post-Guerra Fredda con i piani internazionali che puntano tutto sulla produzione bellica. 

Quanti conflitti può contenere un solo anno? Nel 2025 la Guerra Ucraino-Russa non accenna a fermarsi, senza alcuna prospettiva di relazioni pacifiche future. Cresce allo stesso tempo la pericolosa escalation tra Israele-Stati Uniti ed Iran, mentre in Palestina si consuma un genocidio atroce ed ignorato. In Yemen si continua a morire sotto le bombe, mentre il Sud Sudan sprofonda nel caos. E tra India e Pakistan la tensione si fa ogni giorno più acuta. E l’elenco purtroppo è molto più lungo.

 

Più tempo, Più armi, Più profitti

 

La costante ed il minimo comun denominatore di queste guerre è uno solo: guerra di logoramento.

La guerra di logoramento è la tattica del ventennio di questo secolo, mettendo sul campo di battaglia tecnologie belliche avanzate, come per esempio i droni a rilevazione termica, i missili ipersonici e le armi cibernetiche di nuova generazione per testarne l’efficacia sul campo, e svuotando i depositi con le armi obsolete in dotazione ai soldati che marciano verso la morte certa. E tutto questo va ben oltre le motivazioni politiche: in fondo in un duello vince chi ha venduto le armi.

L’industria bellica di paesi come USA, Francia, Russia, Cina e paesi alleati è molto rilevante e ha un peso economico-politico non indifferente, seppur non siano tutte statali (es. USA, UK ecc.) e non siano tutte private (es. Cina, Russia). Possiamo ipotizzare in certi casi che la maggior parte delle scelte strategiche, politiche e comunicative generali attraverso i mass-media, incluse le tempistiche, siano fortemente influenzate dal mercato bellico nazionale attraverso il lobbying e finanziamenti politici al fine di ottenere ingenti aumenti di  profitti e investimenti, grazie ad aiuti militari e finanziamenti per la difesa soprattutto oltre confine. Tra i maggiori acquirenti nel settore della difesa troviamo stati come: Arabia Saudita, India, Australia, Qatar, Sud Corea, Kuwait e molti altri ancora. L’investimento bellico è una misura che porta un enorme tasso di crescita nell’ambito tecnologico industriale, con aumenti significativi dell’occupazione e fortissimi investimenti esterni, ovviamente a scapito dei settori come istruzione, sanità, logistica civile e soprattutto di chi successivamente sarà vittima di quelle armi (bambini,donne e uomini con delle famiglie). Aziende sostenute da stati che investono in ricerca e sviluppo, basti pensare alla famosissima Lockheed Martin (USA) con un profitto netto di 6 miliardi di dollari e 110.000 dipendenti o alla Raytheon (USA), BAE Systems (UK) o Rostec (Russia) e Norinco (China) i quali hanno partnership commerciali più o meno con tutti gli stati del mondo con profitti che superano i miliardi.

 

L’Economia di guerra oggi

 

Ma tutto questo perché?

 

Nel 2024 le spese militari di ciascun stato sono aumentate in modo esponenziale, a causa del progresso tecnologico e al ritorno del multipolarismo a discapito dell’egemonia statunitense come gendarme del mondo. Il SIPRI (Stockholm International Peace Research Institute) è riuscito a calcolare solamente i guadagni dichiarati, con le stime che nettamente nella realtà potrebbero superare le cifre raccolte, poiché sono esclusi dai calcoli le vendite occulte. nel 2024 possiamo trovare una spesa di 2718 miliardi di dollari nel 2024 con un aumento dell’11% in dieci anni. USA, Cina, Germania, Russia ed India spendono circa il 60% della spesa globale con 1635 miliardi USD. Gli USA hanno aumentato le spese del 5,7% e hanno raggiunto quasi il 40% della spesa globale bellica con 997 miliardi USD, la Cina al secondo  posto con un +7% rappresenta la metà della spesa globale asiatico-oceanica e al terzo posto la Russia con un +38% in spesa militare  pari al 19% del suo PIL 2024.

 

 

Ritorno al riarmo nucleare?

 

La preoccupazione non è solo per le armi convenzionali ma anche per le armi di distruzione di massa: negli ultimi due anni si sono verificate recessioni importanti di USA e Federazione Russa dai trattati di disarmo nucleare che tutelano la sicurezza della comunità internazionale come, Il Trattato Sui Cieli Aperti (1992-2021), New Start (2010-2023),  Trattato ABM (1972-2002). Molti altri trattati sulle ADM non sono mai stati pienamente ratificati o per nulla ratificati dalle grandi potenze come quello sull’interdizione totale degli esperimenti nucleari. Inoltre stati come Israele, India  e Pakistan non hanno firmato i trattati contro le armi biologiche (1972), chimiche (1993), sulle mine antiuomo (1997) e sulle bombe a grappolo (2008).

 

Estremismo e Pragmatismo

 

I dati del 2022/2023 del SIPRI mostrano chiaramente i guadagni delle imprese (gli stati e le imprese non sono sempre trasparenti nei bilanci) nel mercato bellico globale, in particolare nella top 100 globale di esportatori. Sono dati preoccupanti già non calcolando l’aumento della spesa bellica del 2025, la quale alzerebbe di molto le stime. Si aggiungono come problematiche l’aumento dei nazionalismi e le migrazioni di massa ed un ritorno a politiche della tensione a livello globalizzato, con guerre satellite che influenzano l’opinione pubblica occidentale ed una classe politica sempre più radicalizzata. Il tutto è considerabile una reazione a catena di eventi interconnessi, difficile da scardinare, se non con un’azione decisa e imperativa della comunità internazionale attraverso politiche di diplomazia e risoluzione delle controversie, sistema internazionale che oggigiorno si trova nella sua ora più buia. 

 

DATI 2022-2023 DELLE TOP 100 AZIENDE MONDIALI PRODUTTRICI DI ARMI E SERVIZI BELLICI

Stockholm International Peace Research Institute

 

 

  1. US 39 Aziende produttrici di armi     

            Ricavi annuali da armi e servizi: 190,08 miliardi USD 

 

  1. CHINA 8 Aziende produttrici di armi (tra le prime 30 esportatrici mondiali)

            Ricavi annuali da armi e servizi: 52,3 miliardi USD

 

  1. UK 7 Aziende produttrici di armi

            Ricavi annuali da armi e servizi: 31,28 miliardi USD

 

  1. FRANCE 5 Aziende produttrici di armi

            Ricavi annuali da armi e servizi: 24,54 miliardi USD

 

  1. ITALY 2 Aziende produttrici di armi (Leonardo S.p. A.; Fincantieri)

            Ricavi annuali da armi e servizi: 16 miliardi USD

 

  1. RUSSIA 2 Aziende produttrici di armi (Rostec tra le prime 10)

            Ricavi annuali da armi e servizi: 13,24 miliardi USD

 

  1. GERMANY 4 Aziende produttrici di armi

            Ricavi annuali da armi e servizi: 8,91 miliardi USD

 

TOTALE DEL GUADAGNO MONDIALE DEL MERCATO BELLICO DELLE TOP 100 IMPRESE BELLICHE DICHIARATO:

597 miliardi USD.

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