
Geopolitica
Cosa avrebbe detto Keynes sul “pericolo russo”?
27 Aprile 2025
L’intellettuale è una figura tragica: tanto più comprende il mondo, tanto meno può cambiarlo.
Mentre il mondo scivola nel baratro, come si pone un argine alla piena? Come trattenere l’acqua con le mani?
Ricordate Keynes? Scrisse un libro fondamentale, “Le conseguenze economiche della pace” (1919), in cui avvertiva che le condizioni umilianti imposte alla Germania dopo la Prima Guerra Mondiale, avrebbero causato un secondo massacro mondiale.
Oggi sappiamo che aveva ragione, ma non fu ascoltato. E Keynes non era un pensatore marginale, ma ben noto e accreditato nella cultura europea. Non solo: partecipò di persona alla Conferenza di Parigi, come mediatore incaricato dal governo britannico.
Come reagì l’opinione pubblica (ovvero la propaganda) all’allarme lanciato da Keynes? La stampa inglese e francese lo accusò di essere filotedesco (vi ricorda qualcosa?), un giornale propose sarcasticamente che gli fosse conferita la Croce di Ferro, la massima onorificenza tedesca, Chamberlain disse affranto:
“Francamente mi dispiace che una persona che occupava una posizione tanto di fiducia, abbia espresso commenti del genere”.
Insomma, si diceva, è la Germania che deve rinunciare al suo nazionalismo, mica noi che dobbiamo evitare di provocarlo (vi ricorda qualcosa?). Laddove servivano analisi fattuali, l’opinione pubblica sbandierava questioni di principio morali.
Questo è quello che scriveva Keynes alla madre:
“Sono completamente esausto, in parte dal lavoro e in parte per la depressione causata dal male che ci circonda”.
“Il nostro governo aveva la possibilità di adottare una visione del mondo lungimirante, invece senza battere ciglio l’ha rifiutata. Ci sta trascinando in un pantano di distruzione. L’accordo che sta proponendo per l’Europa la devasta economicamente e la spopolerà di milioni di persone”. (Vi ricorda qualcosa?)
E nelle “Conseguenze…” scrisse, chiaro e tondo:
“I rappresentanti dei popoli di Francia e Inghilterra ci stanno portando verso una seconda guerra civile d’Europa”. (Vi ricorda qualcosa?)
“La cessione del carbone distruggerà il settore industriale tedesco. Il Reno non sarà più navigabile per il commercio, la manifattura cecoslovacca sarà depredata. Il futuro industriale dell’Europa è nero”. (Vi ricorda qualcosa?)
Insomma, non male come capacità profetica. Bertrand Russell scrisse che ogni volta che si trovava a cena con John Maynard Keynes, si sentiva stupido. Eppure i moniti di Keynes ci sembrano ovvi, lampanti. Come mai non furono ascoltati? Come mai si infierì in quel modo barbaro sul cadavere della Germania?
Beh, perché oggi come ieri, gli attori che presero le decisioni fondamentali non erano politici eletti, ma creditori non eletti. Creditori inflessibili. A qualsiasi costo, anche a costo di detonare il mondo. I politici eseguivano, trincerandosi dietro varie giustificazioni ideologiche.
Francia e Inghilterra per sostenere la guerra si erano affidate a ingenti prestiti di alcuni ambienti finanziari, soprattutto americani. E ora quei debiti enormi dovevano ricadere sui tedeschi. Punto. Che milioni di europei ne sarebbero morti, era un superfluo corollario.
Noi, popoli europei, siamo figli di questo, siamo eredi di questo modus operandi secolare, siamo parte di questo grande ingranaggio di sterminio ciclico dei popoli chiamato Europa. E il bello è che ci sembra ancora strano, surreale, perché ci ripetiamo che non può essere vero. Lo dicevamo anche nel 1914 e nel 1939.
Quando Keynes provò a discutere il trattato di pace con Clemenceau, primo ministro francese, questi rispose:
“Non si deve mai negoziare col tedesco. Una pace magnanima non farebbe che abbreviare l’intervallo della ripresa delle sue forze, e avvicinare il giorno in cui la Germania si lancerà contro la Francia con la sua più grande massa di uomini”
Rispose Keynes: “In questo modo, Primo Ministro, voi trasformate un probabile rischio in un sicuro pericolo”. (Vi ricorda qualcosa?)
Copertina di questo articolo è la fotografia che fu scattata circa 20 anni dopo. Clemenceau era già morto e non la vide mai.
E quindi, come si pone un argine alla piena? Come trattenere l’acqua con le mani?
[I virgolettati sono tratti da N. Wapshott, “Keynes o Hayek”, Feltrinelli 2015]
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