Geopolitica
Trump-Putin, in Alaska nessun accordo per la fine della guerra in Ucraina
Come è andato il vertice in Alaska tra Putin e Trump? Quasi tre ore di colloquio ma senza raggiungere nessun accordo per il cessate il fuoco in Ucraina. Putin ribadisce le sue condizioni e ne esce vincitore
L’incontro tra Donald Trump e Vladimir Putin, svoltosi il 15 agosto 2025 alla base militare Elmendorf-Richardson di Anchorage, Alaska, si è concluso senza alcun accordo concreto sulla guerra in Ucraina, nonostante le dichiarazioni iniziali del presidente statunitense. Durante il volo verso Anchorage, Trump aveva espresso la volontà di raggiungere un accordo di tregua “entro oggi”, pur ammettendo che i tempi non sarebbero stati immediati. La giornata si è invece chiusa con una conferenza stampa lampo, durata appena dodici minuti, senza risposte alle domande dei giornalisti: un fatto raro per l’ex presidente.
Un ritorno storico per Putin sul suolo americano
L’arrivo di Vladimir Putin in Alaska ha rappresentato un evento storico: il leader del Cremlino non metteva piede negli Stati Uniti da dieci anni. La cerimonia di benvenuto si è svolta in un clima di cordialità. I due presidenti sono scesi insieme dagli aerei sulla pista della base militare, percorrendo il tappeto rosso tra caccia americani e bandiere, prima di stringersi calorosamente la mano davanti alla scritta “Alaska 2025”. Quando una giornalista ha urlato: «Presidente Putin, smetterà di uccidere civili?», lui si è indicato l’orecchio, come a dire che non sentiva.
Colloquio riservato ma non del tutto privato
Trump e Putin hanno viaggiato nella limousine presidenziale, “The Beast”, senza interpreti e senza delegazioni al seguito. Successivamente si è svolto un incontro di circa tre ore, non in forma privata come inizialmente previsto, ma alla presenza di due consiglieri per parte: per Washington il segretario di Stato Marco Rubio e l’inviato speciale Steve Witkoff, per Mosca il ministro degli Esteri Sergei Lavrov e il ministro della Difesa Andrei Belousov.
La conferenza stampa anticipata
Il programma ufficiale prevedeva un pranzo di lavoro e un incontro allargato tra le due delegazioni, che non si sono mai tenuti. Al contrario, la conferenza stampa è stata anticipata alle 14:53. Sullo sfondo campeggiava la scritta “Pursuing Peace” (“perseguire la pace”). Trump ha parlato per appena tre minuti, seguito da Putin, e l’evento si è concluso senza alcuna dichiarazione sul cessate il fuoco. Entrambi i leader hanno descritto l’incontro come “produttivo” o di “grandi progressi”, ma i fatti raccontano un quadro diverso: nessun risultato concreto è stato raggiunto.
La posizione di Putin
Putin ha ribadito le sue condizioni: il mantenimento del controllo sulle regioni di Lugansk e Donetsk e il veto sull’ingresso dell’Ucraina nella NATO. Lo zar pretende di limitare le capacità militari ucraine e vuole un governo pro-Mosca a Kiev. Ha anche tentato di dare una svolta diplomatica, apparendo forte e simbolicamente legittimato. Ha ricordato che i confini russi e americani distano solo 4 km e ha rivelato la frase che ha detto a Trump appena atterrato: «Buon pomeriggio, vicino. È bello vederti in buona salute e in vita». Ha poi confermato quanto sempre affermato da Trump e cioè che «se fosse stato lui il presidente, non ci sarebbe stata la guerra» in Ucraina. Putin aveva pessimi rapporti con il presidente Biden. Infine, ha esortato i leader europei ad appoggiare gli sforzi per la pace suoi e di Trump, senza interferire dicendo di augurarsi che «Kiev e le capitali europee percepiranno tutto questo in un modo costruttivo e non creeranno ostacoli, non cercheranno di danneggiare i progressi emergenti attraverso provocazioni o intrighi dietro le quinte».
Le dichiarazioni di Trump
«Ci sono molti punti in cui ci siamo trovati d’accordo, la maggior parte direi. Su un paio di grossi punti non ci siamo ancora ma abbiamo fatto progressi», ha dichiarato Trump. Il presidente poi ha affermato che «ora tocca a Zelensky e all’Europa» portare avanti la pace, indicando che ulteriori passi dovrebbero coinvolgere direttamente l’Ucraina. Il leader di Kiev in mattinata su X ha confermato il suo sostegno alla proposta americana di un trilaterale Usa-Russia-Ucraina. Lunedì Zelensky sarà a Washington per discutere con Trump “tutti i dettagli relativi alla fine delle uccisioni e della guerra”. Ha aggiunto che «è importante che gli europei siano coinvolti in ogni fase per garantire solide garanzie di sicurezza insieme all’America».
L’incontro Trump–Putin in Alaska è stato un successo dal punto di vista spettacolare, ma non sono stati sanciti accordi né sul cessate il fuoco né su altri fronti rilevanti. Putin ha guadagnato un vantaggio simbolico sul palcoscenico internazionale, che lo vedeva finora isolato, mentre la sostanza della crisi ucraina resta irrisolta. È anche riuscito ad allontanare il rischio di dazi e sanzioni dagli Stati Uniti, benché Trump li avesse minacciati se l’incontro fosse andato male.
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