Medio Oriente
Quelli che, Bandiera Bianca
Il grande Caos. La complessità ridotta a slogan non è cosa nuova, ma adesso galleggia sul tragico. L’impossibilità di riconoscersi sotto qualunque bandiera. La sfida di rimanere lucidi.
Quelli che
hanno a casa e nel cuore i santini di chi ha sterminato gli ebrei e adesso danno degli antisemiti a tutti.
Quelli che
la parola Genocidio gli fa sangue.
Quelli che
sono fascisti da sempre e adesso chiedono responsabilità istituzionali.
Quelli che
continuano a sostenere il criminale Birignao.
Quelli che
continuano a sostenere il criminale Putain.
Quelli che
postano, indossano, la Free Palestina per ribadire che sulla lavagna sono scritti dalla parte dei buoni.
Quelli che
soffrono davvero per chi soffre. E cercano Pace. Sono scesi in piazza a portare colore. E Sentimento.
Quelli che
sono solo incazzati. E il nemico sionista ci sta alla grande. Anche se non sanno che cassius significa sionista.
Quelli che
degli ostaggi non gliene frega una mazza. Perché non fanno audience.
Quelli che
un giorno sì e uno no, cesellano post indignati, creativi, poetici, sul massacro dei Palestinesi (l’unico che li ha fatti sentire improvvisamente filantropi). E fanno anche, e finalmente, un pieno di like.
Quelli che
sanno che il loro sfogo è uno sputo nell’oceano, ma è bello credersi oceano.
Quelli che
sono stati il capro espiatorio di tutte le estreme destre, e oggi sono governati da un’estrema destra.
Quelli che
l’occasione era ghiotta, per indignarsi a furor di popolo. E raccattare ospitate.
Quelli che
lo dice il Ministero della Sanità controllato da Hamas. “Hamas è stato votato, fatevene una ragione!”, specifica la relatrice speciale dell’Onu per i territori palestinesi. Facendo uno più uno, i Palestinesi sono complici dell’orrore pianificato del 7 ottobre, nella stessa misura in cui lo sono gli israeliani dell’agire assassino del loro governo.
Quelli che
il 7 ottobre non l’hanno visto negli occhi.
Quelli che:
Ancora con il 7 ottobre? Una scusa. O peggio: organizzato apposta da Israele. Nuova frontiera del complottista. Altro pienone di like.
Quelli che
odiano gli arabi, e ogni scusa è buona per cacciarli.
Quelli che
postano analisi logiche, storiche, racimolate tra le più vicine al proprio rancore, che dimostrerebbero che la Palestina è una prigione a cielo aperto, da sempre sotto un regime di Apartheid.
Quelli che
postano analisi logiche, storiche, racimolate tra le più vicine al proprio rancore, che dimostrerebbero che sono i paesi arabi, e i palestinesi con loro, a puntare da sempre all’eliminazione della Stato di Israele. E a rifiutare ogni proposta per l’attuazione dei due Stati.
Quelli che
hanno esultato per l’elezione di Trump. E per coerenza, devono difenderne il delirio e le infamie. Oltre ogni logica, dignità, interesse.
Quelli che
la guerra è voluta dalla NATO. Putin ha le sue ragioni. L’Europa è guerrafondaia.
Quelli che
qualche vetrina rotta, pioggia di sampietrini, lancio di transenne, sono segno di nuova vitalità.
Quelli che
la Polizia sono i nostri ragazzi. Pazienza se qualcuno poi gode, a manganellare. La cultura si tramanda.
Quelli che
orgoglio LGBT e sventolano la bandiera della Palestina. Dove il comandante Hamas li appenderebbe per il primo ammennicolo utile.
Quelli che
sono di pura sinistra, orgogliosamente femministe e femministi, ma del quotidiano seppellito delle donne in Palestina dicono che è la loro Cultura.
Quelli che
odiano la loro cultura, detta d’Occidente. Ma possono dire tutte le puttanate che vogliono. Vestirsi come piace. Andare al Pronto Soccorso. Ritirare l’assegno di inclusione. Sedersi a scuola, se gli va.
Quelli che
chiamano Hamas, Resistenza.
Quelli che
stanno calunniando la Nostra, Resistenza.
Quelli che
intervistano in radio, un terrapiattista. E lo trattano con lo yeah compagnone, ma come fosse un luminare. Fa sempre segno dei tempi.
Giusto per chiudere con un sorriso. Amen.
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