Piketty ai tedeschi: annullate il debito greco

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28 Maggio 2015

Nel silenzio dei media italiani, settimana scorsa a Berlino Thomas Piketty ha proposto di annullare in parte il debito greco.

L’economista francese, noto per i suoi studi sull’aumento delle disuguaglianze, era stato invitato da una fondazione vicina all’SPD per ritirare un premio vinto grazie al suo “Capitale nel XXI secolo” e per dibattere con Olaf Scholz, sindaco di Amburgo e pezzo grosso del partito socialdemocratico tedesco.

“Due paesi europei hanno in passato avuto debiti più elevati di quello della Grecia oggi – ha affermato Piketty – la Gran Bretagna nel diciannovesimo secolo, dopo le guerre napoleoniche, e la Germania dopo il 1945. Ciascuna delle due nazioni aveva un debito all’incirca al 200% del proprio prodotto interno lordo.” In Inghilterra, il rimborso dei debiti fu effettuato realizzando eccedenze di bilancio tra il 3 e il 4% all’anno. All’epoca non c’era inflazione, a causa del gold standard, quindi la Gran Bretagna impiegò un secolo, dal 1815 al 1914, per ripagare il suo debito. “Voler applicare la stessa soluzione oggi alla Grecia – tenere un’inflazione quasi nulla e far pagare imposte più elevate rispetto al livello della spesa pubblica – è qualcosa che potrebbe forse funzionare ma richiedebbe tantissimo tempo”.

“ Quello che è molto ironico in questa storia – ha proseguito Piketty – è che la Germania, per fortuna, non applicò questa soluzione assurda a se stessa dopo la seconda guerra mondiale”.

Quello che accadde invece fu che la Germania vide una grande parte dei suoi debiti cancellati dagli alleati nel 1953. Secondo Piketty, si trattò di “un’ottima decisione, che permise di ricostruire il paese facendolo tornare una grande potenza economica mondiale”. “Perché non fare lo stesso oggi con la Grecia? I giovani greci sono più responsabili degli errori commessi nel passato rispetto a quelli tedeschi nel 1953? Perché rifiutare loro quello che accettammo da parte dei tedeschi?”.

Tanto più che, per l’economista, la situazione attuale della zona euro è proprio da imputare alle politiche di austerità: “Se la crisi finanziaria è nata negli Stati Uniti nel 2008, loro l’hanno risolta rapidamente ma è divenuta una crisi europea perché non abbiamo preso le decisioni giuste. Abbiamo voluto diminuire i deficit pubblici troppo velocemente. È per questo che la disoccupazione è oggi così elevata”.

La proposta di Piketty è quindi quella di far decidere il ritmo della riduzione dei deficit pubblici da un “parlamento della zona euro, dove ogni paese sarebbe rappresentato in funzione della sua popolazione, e quindi con la Germania in posizione di minoranza”.

Una posizione condivisibile o meno, ma sicuramente coraggiosa, soprattutto vista la platea. Il socialdemocratico Olaf Scholz, infatti, si è detto “molto scettico” su una nuova riforma dei trattati (l’SPD governa in coalizione con Merkel dal 2013). Secondo Scholz, inoltre, la Grecia è già stata molto aiutata, anche da paesi più poveri di lei come la Slovenia. “Annullare il debito greco sarebbe ingiusto e inutile. È necessario che la Grecia trovi il suo posto sui mercati mondiali, e che il paese si riformi in profondità, in particolare tassando i più ricchi”.

“Pura ipocrisia – ha risposto Piketty – Diciamo ad Atene di tassare i ricchi ma questi mettono i loro soldi nelle banche francesi e tedesche che si rifiutano di fornire informazioni sui loro clienti alle autorità greche”.

Silenzio in sala.

TAG:
CAT: Euro e BCE, Politiche comunitarie

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