Se il cigno cade e se poi non si rialza
Bologna. Swan, la perfomance che si è vista al Parco “11 settembre 2001” di Bologna, il 6 settembre scorso, nel contesto della XXVIII edizione del festival Danza Urbana, è un lavoro tanto visivamente asciutto quanto concettualmente ricco e interessante, un lavoro che pone più domande di quante risposte riesca a implicare e suggerire. Domande di ordine filosofico ed estetico, questioni che afferiscono al senso profondo dell’arte, alla sua “morte” e alla sua trasformazione, alla sua potenzialità e alla sua capacità espressiva, al suo rapporto fecondo con la realtà contemporanea e, in particolar modo, con le dinamiche culturali della pratica sportiva e con la tradizione viva del linguaggio della danza. Gaetano Palermo, il giovane coreografo siciliano che firma questo lavoro, dichiara infatti esplicitamente d’essersi ispirato alla “Morte del cigno”, il celeberrimo assolo che Michel Fokine realizzò nel 1901 per il talento di Anna Pavlova. Rita Di Leo, la performer che attraversa e interpreta questo assolo, pattina nel grande spazio di cemento che le si apre davanti. Con una vistosa e inquietante maschera di lattice al volto e una parrucca bionda che le va cadendo, appare totalmente sola e chiusa, bloccata nel suo mondo, estranea al pubblico: pattina da sola e da sola ascolta la sua musica dalle cuffie, pattina e si fotografa, si ferma e si fotografa, poi riprende a pattinare, poi ripete questa sequenza fino a quando quel movimento straniato, potente e ipnotico nella sua vacua, narcisistica e forse tragica, ripetitività, comincia a essere interrotto dalla violenza di alcuni spari. Sono spari che feriscono, devastano e atterrano quella giovane, quel giovane cigno ancora in volo. Una serie infinita di spari, una serie infinita di cadute, uno spasimo e un varco emotivo che si dilata fino alla morte di quel soggetto misterioso, luminoso, incantato, che si toglie la maschera di lattice infine e si toglie anche la parrucca: quasi una morte nell’arte e dell’arte, intesa come alienazione, che può sfociare in una rinascita nella dialettica politica della realtà e della storia.
Bologna, Festival Danza Urbana 6 settembre 2024, Parco 11 Settembre 2001. Di Gaetano Palermo. Con Rita Di Leo. Sound design e tecnica Luca Gallio. Assistenza artistica Michele Petrosino. Costumi Gaetano Palermo. Produzione La Biennale di Venezia. Con il supporto di Casa della cultura Italo Calvino; h(abita)t – Rete di Spazi per la Danza; Associazione QB Quanto Basta. Creazione vincitrice di Danza Urbana XL 2024 – azione del Network Anticorpi XL. Progetto selezionato per MOBILITY GRANT 2023 nell’ambito di DANCESCAPES, progetto a cura di Danza Urbana ETS. Crediti fotografici: Stefano Bolognini.
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