I parametri di MasterChef: come sopravvivere alla troika dei fornelli

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19 Dicembre 2014

È lo show culinario più famoso d’Italia. La quarta stagione ha appena preso il via e, come ogni anno, si prevedono ascolti record e massima allerta nei social network. Sopravvivere ai prossimi mesi non sarà facile. Ecco una piccola guida a tutto ciò che è necessario sapere su MasterChef per non essere accusati di scarsa sintonia con il Paese reale.

1. Il cast
L’essenza di MasterChef è il racconto. Avere buoni personaggi è il primo passo per cucinare una stagione avvincente. Vista la piega degli ultimi anni, l’impressione è che bucare lo schermo sia molto più importante che azzeccare l’uovo in camicia al primo colpo o indovinare l’istante esatto in cui estrarre dal forno il soufflé della vita. Fa parte del gioco. In fondo, meglio in un talent show che in un consiglio dei ministri.

2. Le ricette della troika
I concorrenti sono importanti e, se hanno la giusta personalità, possono fare la differenza. I protagonisti di MasterChef, però, restano sempre i giudici: Bruno Barbieri, Carlo Cracco, Joe Bastianich. Due chef stellati e un grande imprenditore della ristorazione. In una parola, la troika dei fornelli. Le sorti dei concorrenti sono nelle loro mani. L’ultima parola spetta sempre e comunque a loro.

3. Adrenalina come prezzemolo
In MasterChef nulla è lasciato al caso. Scordatevi il bello della diretta e le vecchie trasmissioni piene di tempi morti. Qui la scrittura è fondamentale e si combina con un ritmo serrato all’ultimo respiro. Se siete tra quelli che guardano la televisione stirando o affettando cipolla, sedano e carote per il soffritto, lasciate perdere. MasterChef richiede tutta la vostra attenzione.

4. Mistery Box
È la prova classica per eccellenza, il primo scoglio per ogni aspirante MasterChef. Trattasi di scatola di ingredienti a sorpresa da combinare in una ricetta unica, capace di convincere i giudici. Bisogna essere creativi, precisi e veloci, ma soprattutto rispettare i parametri imposti dalla troika. La logica è quella di certi testi di legge approvati sulla fiducia, in attesa che i decreti attuativi ne rivelino finalmente il contenuto. Il problema, in questo caso, non è cucinare un piatto che sia all’altezza ma riuscire a farlo digerire comunque, qualsiasi sapore avrà.

5. Pressure Test
Capita che gli aspiranti chef debbano cimentarsi in una gara dall’alto contenuto tecnico, in un tempo quasi impossibile. Quasi come ridurre il debito pubblico senza crescita e con avanzi primari che non bastano nemmeno a pagare gli interessi passivi. È il momento in cui i nodi vengono al pettine e solo i migliori restano in campo. Chi mostra dei limiti ma riesce in qualche modo a scamparla ha la possibilità di porre rimedio agli errori del passato; chi ha lacune gravi viene fatto fuori. Il meccanismo è simile a quello degli stress test a cui periodicamente la BCE sottopone gli istituti di credito europei. Le banche bocciate devono ristrutturarsi e predisporre piani dettagliati per rafforzare il patrimonio.

6. Invention Test
È la prova regina di MasterChef, la gara a tema. La troika assegna un piatto, un ingrediente, un tipo di cottura o un altro specifico elemento culinario su cui i concorrenti devono misurare le proprie abilità. I giudici assaggiano tutti i piatti, valutano con la massima severità e spesso si imbattono in autentici disastri. L’autore del peggior piatto della puntata deve togliersi il grembiule e abbandonare la cucina di MasterChef. È la stessa cosa che accade con le issues della politica. Pensioni, sanità, debito pubblico sono solo alcuni dei temi su cui, di volta in volta, ogni paese, forte di una classe politica più o meno sul pezzo, deve misurare le proprie ambizioni. Chi sbaglia paga. Con richiami, declassamenti, sanzioni, fino all’ipotesi estrema: l’estromissione definitiva.

7. Prove di leadership
La prova in esterna è la puntata in cui i concorrenti escono dagli studi e vanno a cucinare in giro per l’Italia e, ultimamente, per il mondo. Siccome il lavoro dello chef si fa in brigata, gli aspiranti MasterChef vengono divisi in squadre e sono costretti a confrontarsi con le difficoltà di gestire una cucina più o meno professionale. Per utilizzare uno degli slogan più inflazionati di sempre, devono fare sistema. In genere, si pensa che basti trovare un vero caposquadra. La storia di MasterChef ci insegna che ne esistono di due tipi: quelli che vincono e si prendono i meriti o quelli che perdono e incolpano la propria squadra. Vedremo se in futuro si cambierà davvero verso.

8. Giovani grembiuli
MasterChef è lo specchio del Paese. La stagione di quest’anno si preannuncia ricca di chef giovani ed agguerriti. “Moltissimi under 30”, fanno sapere gli autori del programma. Orami la giovinezza è diventata un dato di forza a prescindere, una specie di bonus da utilizzare come alibi per qualsiasi tipo di errore. Vedremo se quest’anno MasterChef sarà giovane dentro o solo sulla carta d’identità.

9. Chi non impiatta è perduto
Se c’è una cosa che MasterChef ha insegnato a milioni di italiani è il valore dell’impiattamento. Una presentazione mal concepita può rovinare la più geniale delle ricette. La metà dei piatti di MasterChef, invece, ci affascinano per la loro capacità evocativa che, tolti di mezzo il gusto e l’olfatto, deriva a noi spettatori essenzialmente dalla vista. Una semplice trasmissione di cucina ci insegna una regola aurea: mai fare troppo affidamento alla sostanza se l’occhio, ovvero l’apparenza, non ha avuto la sua parte.

10. Manipolare l’impasto
In una trasmissione come MasterChef tutto è manipolato. Lo dico nell’accezione più positiva del termine. Se gli ingredienti non vengono trattati a dovere, il piatto finale può anche risultare immangiabile. Qui ogni dettaglio passa sotto l’occhio attento della post-produzione. Tagli, raccordi e musiche possono trasformare un litigio furioso in un piccolo diverbio tra galantuomini. O viceversa. La cosa non deve scandalizzare. La televisione non è la vita vera ma, come un qualsiasi racconto di finzione, la deforma a suo uso e consumo. Il problema, semmai, è che in tanti, a maggior ragione nell’era di internet, non l’abbiano ancora capito.

In ogni caso, MasterChef è ufficialmente ripartito e a noi non resta che commentare, criticare, attaccare, giudicare. E soprattutto condividere. Sempre e comunque, anche quando non siamo d’accordo su nulla. Di cucina, invece, ne parliamo un’altra volta.

TAG: Bruno Barbieri, Carlo Cracco, cucina, Joe Bastianich, MasterChef, talent show, televisione
CAT: Eventi, Media

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