È stata presentata oggi l'indagine di Intesa Sanpaolo e Centro Einaudi sul risparmio degli italiani nel 2025

Risparmio

Intesa Sanpaolo e Centro Einaudi presentano l’Indagine sul risparmio degli italiani 2025

22 Luglio 2025

Intesa Sanpaolo e Centro Einaudi hanno presentato l’Indagine  sul Risparmio e sulle scelte finanziarie degli italiani 2025. Alla presentazione hanno  preso parte Gian Maria Gros-Pietro (Presidente di Intesa Sanpaolo), Gregorio De Felice  (Chief Economist della Banca), Giuseppe Lavazza e Giuseppe Russo (rispettivamente,  Presidente e Direttore del Centro Einaudi). La ricerca, condotta su un campione di circa  1.500 intervistati, analizza le dinamiche degli investimenti finanziari delle famiglie  italiane e ne mette in luce i comportamenti e le opinioni. L’edizione 2025 è accompagnata da un focus sulla Silver Age, realizzato attraverso un sovra  campionamento di 200 individui di età compresa tra i 60 e gli 85 anni.

Le dinamiche del risparmio  

Gli italiani sono sempre più attenti al risparmio per affrontare gli imprevisti futuri,  preoccupati per la terza età ma pronti ad aiutare economicamente le nuove generazioni,  disponibili ad investire nel mattone e molto meno negli strumenti finanziari. Nel 2025  il peso dei risparmiatori sul totale degli intervistati continua a risalire: sono il 58% del  campione (media mobile triennale). Si tratta del valore più elevato degli ultimi  vent’anni (il minimo era stato nel 2014, con solamente il 39% di risparmiatori), in  aumento rispetto sia al 2023 (52%) che al 2024 (56%). Risparmiano più gli uomini  (61%) che le donne (57%) e le persone con il titolo di studio più elevato. Il rapporto  rileva una relazione diretta anche tra titolo di studio e indipendenza finanziaria, che  premia chi ha una laurea: oltre il 90% dei laureati dichiara di possedere una piena  indipendenza finanziaria (84,2% il totale campione). Per il 36% degli intervistati le  risorse accantonate servono ad affrontare imprevisti futuri ma, accanto al  tradizionale risparmio precauzionale, si sta consolidando una nuova categoria di  risparmiatori “intenzionali” che pianificano strategicamente obiettivi precisi di  accumulazione (casa, figli, età della pensione) e rappresentano il 38% dei risparmiatori.

La previdenza, la casa, gli investimenti 

Aumenta la percentuale degli italiani preoccupata per la pensione: la previdenza si sta  diffondendo come una preoccupazione generazionale. Poco meno di un quarto del  campione (24,5%) ha sottoscritto una forma pensionistica complementare: una  percentuale in crescita, sostanzialmente raddoppiata negli ultimi 15 anni, sebbene  ancora minoritaria. Resta invece bassa la diffusione di polizze Long Term Care  (LTC), ma anche sanitarie e vita, specie tra i giovani. L’interesse per le polizze LTC  rimane limitato anche nell’età più avanzata. Soltanto il 17,9% degli intervistati è  protetto da una forma di assicurazione (individuale o familiare, collettiva o aziendale) che copre, in tutto o in parte, le spese mediche. La casa rimane il fulcro del  patrimonio italiano, con quasi l’80% degli intervistati che vive in abitazioni di  proprietà. La voglia di case non si spegne neanche con l’avanzare dell’età: oltre il 7% degli over 60 dichiara intenzioni o ambizioni di acquisto nei prossimi anni, spesso per  miglioramenti abitativi o riposizionamenti geografici conseguenti al pensionamento.  Ben il 22% degli acquisti effettivi degli over-55 riguarda alloggi per i figli. Sul fronte  degli investimenti, le obbligazioni rimangono lo strumento preferito, con un quinto  dei risparmiatori italiani del campione che le possiede: il 44% di questi ha operato  nell’ultimo anno, con un rapporto di 2 a 1 tra chi ha acquistato e chi ha venduto. Restano  marginali le azioni: solo il 4,6% deli intervistati ha operato in Borsa negli ultimi dodici  mesi. La sicurezza continua a prevalere tra gli obiettivi che gli intervistati si  pongono quando si impiegano i risparmi. Nel rapporto 2025, tuttavia, le citazioni  scendono per la prima volta sotto il 50%: la colloca al primo posto il 47% degli  intervistati. A determinare la prudenza del campione concorre sicuramente anche  un’alfabetizzazione finanziaria non elevata: solo 4 soggetti su 10 ritengono  sufficiente il proprio livello di competenza.

La Silver Age, tra libertà e responsabilità 

I risparmiatori della Silver Age (60-85 anni, cui è dedicato il Focus dell’Indagine 2025) emergono dal sondaggio come agenti economici attivi. Il risparmio  precauzionale resta dominante tra gli ultraottantenni, legato soprattutto a incertezze  sanitarie e imprevisti. I silver appaiono i motori del welfare familiare, sostenendo  economicamente figli e nipoti e dedicando loro tempo. Il 70% ritiene che “bisogna  lasciare almeno la casa ai figli”; la metà circa reputa che “l’eredità sia un dovere  morale”. Un dato sorprendente riguarda il lavoro retribuito. Percentuali non  trascurabili di over 60 continuano infatti a svolgere attività lavorative quotidiane: si  tratta del 59,7% degli uomini e del 44,4% delle donne nella fascia 61-70, percentuali  che scendono (ma resistono) anche nelle età successive (31,5% e 28,5% nella fascia 71- 80; 12,2% e 12,1% negli over 81).

Quando proiettano le proprie aspettative sui prossimi 12-18 mesi, i silver mantengono un ottimismo temperato. Con riferimento al risparmio futuro, il rapporto  tra ottimisti e pessimisti si mantiene sopra l’unità (tra 1 e 2), a indicare che la capacità  di continuare a risparmiare rappresenta per i silver non solo una forma di sicurezza  personale, ma anche l’adempimento a quello che molti considerano un dovere morale  verso le generazioni successive. Appare positivo anche il saldo tra soddisfatti e  insoddisfatti del patrimonio accumulato, con una prima fase caratterizzata da  soddisfazione elevata (45-55% per entrambi i generi), seguita da un minimo del 30-35%  nella fascia centrale di età e, infine, da un recupero successivo, specialmente fra gli  uomini (fino al 50-52%).

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