Giuristi per forza: l’arte italica della sopravvivenza

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3 Maggio 2020

Sui tram e le metropolitane di Milano è comparsa una nuova cartellonistica con il compito di guidare il passeggero nell’adozione delle nuove norme previste per il distanziamento sociale. Grandi bolli rossi che campeggiano per terra, con sopra disegnati due piedi bianchi, accompagnati dalle scritte in italiano e inglese: “Stai qui! Stay here!”.

Se non sapessimo che siamo in tempi di coronavirus, verrebbe quasi da chiedersi se non si tratti delle istruzioni per ballare il Time Warp di Rocky Horror Picture Show: “It’s just a jump to the left, and then a step to the right”.

Ma basta dare un’occhiata agli altri cartelli che urlano: “Non sederti qui! Rispetta le distanze”, per capire che si tratta effettivamente delle misure collegate a uno dei nuovi editti che regoleranno la vita dei cittadini nella nebulosa FASE 2, quando finalmente il lockdown verrà “allentato”, concetto anch’esso a dir poco sfumato.

Come tutti gli italiani, mi sono lanciata anch’io nella nuova professione nazionale: quella del giurista, ovvero dell’analista e interprete di Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri, ma anche di Ordinanze dei Presidenti di Regione, dei Sindaci, nonché adesso anche aziende del trasporto pubblico.

I cittadini che nella FASE 2 volessero andare a lavorare o addirittura visitare anche un “congiunto”, devono infatti essere a conoscenza di tutta una serie di misure legislative prese da soggetti diversi, e in tempi diversi, che richiedono appunto una discreta abilità interpretativa da fini giuristi qual siamo diventati. Pena il pagamento di multe spesso salatissime.

Ed ecco che quando il cittadino capisce di trovarsi di fronte a qualche nuova regolamentazione, aguzza l’ingegno per capire di cosa si tratti ESATTAMENTE e soprattutto se l’eventuale mancato adempimento della regola per quanto fumosa non possa portare a una sanzione pecuniaria di entità quasi sempre tanto vaga quanto la regola infranta.

Nel caso delle nuove istruzioni apparse sui mezzi pubblici di Milano, visto che l’editto è stato emesso non di meno che da ATM, sono andata a controllare sul sito di cosa si trattasse. Ed ecco la chiarificante dichiarazione pubblicata dalla società dei trasporti: “Controlliamo gli accessi alla metropolitana con ingressi scaglionati attraverso la chiusura dei tornelli, creiamo percorsi guidati e segnaletiche per facilitare i movimenti dei passeggeri nelle stazioni e a bordo”.

Non è ugualmente facile capire cosa significhi: “Facilitare i movimenti dei passeggeri”, visto che se dovessimo seguire alla lettera le istruzioni dei cartelli, il numero di passeggeri che potrebbero essere trasportati sarebbe probabilmente un decimo di quelli di prima dell’epidemia.

Ecco allora che viene in soccorso Internet: una serie di articoli, tra cui quello di Repubblica del 1 maggio ci spiegano cosa succederà nel lunedì NERO in cui inizierà la FASE 2: le stazioni della metropolitana saranno chiuse quando le persone che attendono in banchina saranno più di 60. I passeggeri aspetteranno fuori dalla stazione, sotto lo sguardo benevolo delle forze di polizia che vigileranno “per evitare assembramenti ma anche possibili frizioni”.

Facile, no? Basterà mettersi in coda prima alla mattina, per essere sicuri di poter salire sui mezzi pubblici. E poi bisognerà stare fermi sul bollo rosso e non sedersi dov’è vietato farlo.
Neanche troppo difficile, insomma, rispetto al dilemma dei “congiunti” e dei cugini di sesto grado, che ha dovuto essere chiarito con apposite istruzioni pubblicate su tutti i giornali nazionali.

Ma il cittadino-giurista non si ferma davanti a nulla, neanche di fronte all’intricata rete delle Ordinanze Regionali, raccolte anch’esse con grande pazienza dai giornalisti, tra cui quelli del SkyTg24: “Coronavirus Italia, le mosse e le scelte delle Regioni per la fase 2”.

Leggiamo per esempio che: “Il governatore dell’Abruzzo Marco Marsilio si è mosso nella direzione di concedere spostamenti verso le seconde case (per manutenzione). Ok anche a jogging, si potrà andare a cavallo, occuparsi della toelettatura dei cani e fare pesca amatoriale”, mentre invece Musumeci in Sicilia ha dato il permesso alle famiglie di potersi trasferire nelle seconde case, “a patto che non facciano la spola con la principale abitazione, ma vi rimangano per la stagione”. In Liguria e Veneto, invece, si potrà andare nelle seconde case solo per motivi di manutenzione.

Con un po’ di pazienza e sincera curiosità, il cittadino potrà addentrarsi nella nuova produzione normativa statale, regionale e comunale e scoprire magari che può recarsi al lavoro a cavallo se abita in Abruzzo e ha la fortuna di possederne uno.
Saremo quindi tutti pronti ad affrontare un’eventuale FASE 3, o addirittura una FASE 2 – 1, ovvero il ritorno alla FASE 1, nel caso in cui l’indice del contagio dovesse tornare a salire.

Sopravvivere alle intemperanze di legislatori troppo generosi e prolifici è una virtù che noi italiani abbiamo nei secoli imparato ad applicare. Anche se il Presidente della Corte Costituzionale, Marta Cartabia, ha gentilmente ricordato a tutti che la nostra costituzione “non prevede lo stato di eccezione“.

Si spera quindi che la nuova rigogliosa produzione legislativa possa interrompersi presto e soprattutto lasciare il posto a misure di tipo sanitario, tra cui uno screening sanitario della popolazione italiana, che desidera abbandonare hobby tutto sommato poco interessanti come quello dei giuristi allo sbaraglio.

TAG: coronavirus
CAT: Governo, Milano, Partiti e politici

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