Essere imprenditore oggi

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17 Marzo 2021

Qualche settimana fa, in quel breve lasso di tempo in cui si è potuto tornare a visitare i musei, sono andato a vedere la mostra di Enzo Mari in Triennale, a Milano e da imprenditore, mi sono soffermato sull’INSERZIONE A PAGAMENTO per la ricerca di un giovane imprenditore.

Forse il momento non è il più propizio per incoraggiare la figura di un futuro imprenditore. La situazione non gioca a favore nel percorrere una strada in salita, oggi pesantemente inasprita dalla crisi economica, a sua volta aggravata dalla crisi sanitaria. Tuttavia si legge spesso che è proprio durante le difficoltà e i momenti di crisi che nascono le opportunità, anche se non è così facile.

Ma sicuramente quello di cui deve essere dotato un imprenditore oggi è IL CORAGGIO, coraggio di resistere, ma anche di reinventarsi e “realizzare progetti strategici”; e L’UMILTÀ di aggiornare le proprie abitudini aziendali e accettare i cambiamenti che la società sta affrontando.

Oggi innanzitutto bisogna cercare di resistere, so che è difficile, ma è importante riuscire a lavorare anche a volumi ridotti, cercando di restare sul mercato, cercando aiuto e collaborazione sopratutto da clienti, fornitori, istituti di credito e sperando, anche se poco, negli aiuti statali.

Molte imprese, costrette alla chiusura, hanno drasticamente ridotto i volumi e hanno diritto a ricevere ristori adeguati, per evitare che la disoccupazione, che ne scaturirebbe, presenti poi costi ben superiori agli aiuti non erogati. È importante poi, per tutte le imprese che riusciranno a resistere, iniziare a prepararsi a quella che sarà la fase di riapertura.

Qui si possono aprire molti discorsi: digitalizzare maggiormente la propria impresa, intendere diversamente il rapporto di lavoro con l’introduzione di forme più agili di collaborazione; cercare nuove forme di business in seguito ai radicali cambiamenti sociali, che hanno fortemente modificato le abitudini di consumo; e ancora cambiare il modo di comunicare con i nostri clienti, coinvolgendoli maggiormente, intercettandone i bisogni e indirizzandone i consumi. Bisogna far capire che l’attività non si è fermata, è proseguita e magari si e trasformata, è cambiata, si è aggiornata.

La mia esperienza si riferisce principalmente al tessuto delle piccole medie imprese, dove l’imprenditore spesso è costretto ad occuparsi direttamente delle diverse aree. In un’organizzazione di questo tipo, definita “orizzontale”, l’imprenditore tende a presidiare tutte le aree strategiche. Qui la bravura sta nel delegare correttamente le diverse competenze, dando fiducia ai collaboratori che hanno abilità specifiche, non dimenticando la vecchia regola che “la delega presuppone il controllo dei risultati finali”.

Viviamo una situazione di incertezza, è necessario diventare più curiosi e creativi, ridisegnando probabilmente un nuovo modo di lavorare. La curiosità può essere soddisfatta osservando non solo i competitor, ma anche settori di mercato analoghi, magari anche più grandi, che per struttura e dimensioni hanno reagito più velocemente alla situazione. Per avere una visione più ampia del mercato e della concorrenza è necessario poi frequentare colleghi imprenditori, il confronto diventa un momento di scambio dove le azioni e le attività più virtuose possono essere prese da esempio e declinate all’interno della propria impresa.

Lo stare insieme fa crescere, restare isolati è un forte limite, si rischia di non intercettare i cambiamenti che in questo periodo sono importanti. Su questo tema possono essere di aiuto le associazioni di categoria di qualsiasi genere e rappresentanza (Confindustria, Confartigianato, Confcommercio CNA etc.) che oltre a offrire molteplici servizi utili all’impresa, sono anche un grande incubatore di iniziative e di novità.

Enzo Mari, nel 2013 in un incontro con alcuni giovani designer, diede loro questo consiglio “Siate umani, fate quel poco che riuscite a fare, ma fatelo per la comunità”. L’insegnamento può essere trasportato per qualsiasi tipo di industria, non solo quella del design: continuiamo a crede in quello che facciamo, anche se oggi siamo in difficoltà e facciamolo pensando alla nostra comunità.

TAG: arte, Cultura, imprenditori, impresa, pmi
CAT: Grandi imprese, PMI

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