L’insostenibile debolezza delle politiche europee

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17 Dicembre 2014

L’incapacità di definire politiche strutturali, con un orizzonte temporale certo, in grado di dare concretezza a programmi di investimento.

 

Dopo pochi giorni dalla chiusura del vertice mondiale sui cambiamenti climatici, la COP 20 di Lima, l’Europa, guidata da Jean-Claude Juncker ha deciso di congelare il pacchetto sull’economia circolare, mettendo a rischio varie misure previste dal pacchetto tra cui l’aumento della quota di riciclo dei rifiuti pari al 50% nel 2020 e al 70% nel 2030.

L’annuncio di un intervento successivo, nel corso del 2015, annunciato dal vicepresidente della Commissione Frans Timmermans, non convince. Molti dei dubbi della vigilia, sulla Commissione europea appena insediata, rischiano di trovare conferma.

È stata infatti annunciata una manovra che a parole indica «azioni per cambiare realmente le cose in termini di occupazione, crescita e investimenti e portare vantaggi concreti ai cittadini», ma che non è affatto «un programma di cambiamento», almeno in campo ambientale, ed è segnato da una chiara intenzione di deregulation in tema di ambiente e green economy.

Solo pochi mesi fa, a luglio, l’Unione europea lanciava la strategia per l’economia circolare ma oggi, dopo cinque mesi, sembra essere stato cancellata quella scelta politica, sostituita da un messaggio negativo, indirizzato a tutti i paesi membri.

Si cambia marcia e questo segnale è inequivocabile per le imprese e le collettività per avviare una stagione di investimenti: l’economia circolare, che garantirebbe soluzioni concrete e positive per innescare un cambiamento durevole, a vantaggio di un nuovo modello sociale, economico e ambientale, si trova a scontare la decisione politica di una maggioranza espressa dal voto europeo di giugno 2014.

Non è a caso che nella comunicazione si faccia riferimento all’impegno assunto di “dirigere il cambiamento e di guidare un’Unione che sia più grande e più ambiziosa sulle grandi cose e più piccola e più modesta sulle piccole cose”. Una concezione di piccole e grandi cose, che, secondo il presidente Juncker, rischia di modificare la strategia che era stata intrapresa per rispondere alla crisi, investendo sulla circular economy anche per salvaguardare la salute dei cittadini europei, l’efficienza nell’utilizzo delle risorse naturali e la creazione di centinaia di migliaia di nuovi posti di lavoro.

In quella strategia, del luglio 2014, si prevedeva:

•un tasso di riciclo del 70 % per i rifiuti urbani entro il 2030 ;

•un tasso di riciclo del 80 % per gli imballaggi, entro il 2030 ;

•il divieto di portare in discarica tutti quei materiali che fossero riciclabili o biodegradabili a partire dal 2025.

È stata presa la strada di cancellare il percorso verso un’economia low-carbon avviata dal precedente commissario UE all’ambiente Janez Potočnik, mettendo uno stop sulle nuove direttive sulla qualità dell’aria e sull’economia circolare. Timmermans è stato sbrigativo sui temi ambientali: “Vogliamo ottenere risultati. Questa Commissione concorda sul fatto che l’Europa deve essere ambiziosa, anche sulle norme ambientali e sociali, ma sarebbe vano lasciare che le istituzioni dell’Ue perdano tempo e consumino energie per proposte che non hanno alcuna possibilità di essere adottate, che non produrranno in concreto i risultati che auspichiamo. Ogni qualvolta ci troveremo di fronte a tale situazione rifletteremo su modi diversi e più efficaci per conseguire i nostri obiettivi comuni”.

La partita non è ancora chiusa in modo definitivo: la Commissione prima di formalizzare il ritiro di queste proposte attenderà che il Parlamento europeo e il Consiglio si esprimano al riguardo, ma resta l’intento politico che non lascia molti margini di discussione.

Un problema non da poco, considerando l’imminente avvio degli investimenti relativi al periodo 2014-2020 e, soprattutto, alla necessità di lavorare affinché la Conferenza ONU sul clima, prevista a Parigi, per la fine del 2015, consenta di chiudere l’accordo mondiale sui cambiamenti climatici e sull’avvio di politiche di sostenibilità ambientale basate proprio sull’economia circolare.

 

TAG: cambiamenti climatici, COP20Lima, COP21Paris, Economia circolare, juncker, programmi europei, rifiuti
CAT: Istituzioni UE, Politiche comunitarie

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