Annette, un poema eroico

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25 Agosto 2021

Cosa sono state le grandi narrazioni? Racconti che tentavano di tenere insieme l’intero, appoggiandosi alla ragione, al sapere, a un ordine che potesse spiegare cause e conseguenze. Prima ancora, erano storie di dei ed eroi, che lo stesso bisogno di contenimento del caos cercavano di fronteggiarlo appellandosi a qualcosa che stava oltre il qui e ora o a qualcuno che, pur nella sua trascendenza, potesse ritrovare il capo del filo e ritracciare il percorso. Nelle grandi narrazioni c’erano protagonisti esemplari, capaci di visioni lunghe e ampie gesta; donne e uomini di coraggio in grado di anteporre il bene comune al proprio e, dunque, realmente tesi alla libertà.

Di queste grandiosità oggi, come sappiamo e vediamo, resta ben poco poiché l’avvento della postmodernità, riprendendo la celebre definizione coniata da Francois Lyotard e, ormai, di fatto già bypassata dal concetto di ipermodernità, ha indebolito con decisione l’autorevolezza di qualsiasi riferimento nella convinzione che, di fronte a una dimensione macro ingovernabile, è solo nel micro che l’azione del singolo può ancora contare qualcosa; un’azione che esalta il particolare e che osanna il chiunque, nel vuoto lasciato da modelli degni di nota.

Potere ritrovare, in uno scenario del genere, la storia di Anne Beaumanoir è quindi un dono, per il quale occorre dire grazie ad Anne Weber che, per Mondadori, nella traduzione di Agnese Grieco, ha quest’anno dato alle stampe Annette, un poema eroico dove ripercorre le vicende di questa donna straordinaria, completamente fuori dall’ordinario comunemente inteso.

Annette nasce nel 1923 in Bretagna da una famiglia di umili origini eppure, già dai primi anni di vita, manifesta un temperamento analitico e temerario al tempo stesso, che la porterà a condurre un’esistenza lontana da qualsiasi cliché e, soprattutto, da ogni dualismo sterile; sarà infatti una combattente della Resistenza, una neurofisiologa, un’arrestata, una fuggitiva, una moglie, una madre, una donna di scelte autentiche che non perdono mai di vista gli altri. Dal salvataggio di alcuni ebrei dalla deportazione al sostegno attivo dato ai movimenti per l’indipendenza algerina, Annette è sempre sul campo, vicinissima a ideali che oggi più che mai siamo chiamati non solo a riscoprire ma anche a mettere in pratica, alla luce soprattutto di quei processi che la realtà pandemica ha ingigantito e accelerato. Weber, raccontandoci questa vita esemplare, ci ricorda il paradosso della libertà responsabile, «tutto posso, ma qui mi fermo», ben definito da Paul Ricoeur in Sé come un altro, poiché in Annette è viva la consapevolezza che non esiste un limite tra il nostro essere liberi e quello altrui quanto piuttosto una co-dipendenza, secondo cui la nostra libertà deriva da quella degli altri e viceversa (Giaccardi, Magatti 2020). Non è un caso, infatti, se l’autrice sceglie come forma testuale quella del poema per dare voce a questa vicenda; in linea di continuità con i grandi testi della tradizione appartenenti a questo genere letterario che ci hanno fatto conoscere e ri-conoscere le gesta valorose di semidei, eroi o gente comune, Weber può così contare su tutte le caratteristiche semantiche associabili a questo topos e può altresì effettuare un salto sulla linea cronologica inscrivendo Anne Beaumanoir a un tempo che esce dalla sua finitudine storica e diventa universale ed eterno.

Anche gli spazi in cui Annette si muove sono molteplici perché, conforta pensare, in ogni dove un’altra come lei potrebbe esistere o venire alla luce e replicare il suo coraggio, la sua determinazione, il suo sguardo generoso e attivo sul mondo.

Annette, un poema eroico regala bellissime pagine di letteratura già a partire dal suo incipit, che recita «Anne Beaumanoir è uno dei suoi nomi. / Lei esiste, sì, esiste anche in un luogo che / non sono queste pagine, ma è Dieulefit, / in italiano Dio-lo-fece, nel Sud della Francia. / Anne non crede in Dio, lui però in lei sì. / Nel caso Dio esista, a farla è stato lui.» e non perde mai afflato ed energia, esattamente come la sua protagonista.

Un testo, questo di Anne Weber, che narra, descrive, versifica, tiene nella memoria ma, più di tutto, getta gli occhi avanti e con loro le gambe e le braccia; ci costringe a guardare oltre, a osare, a uscire dal cerchio piccolo di ogni ego. E lo fa mostrandoci un’esistenza, quella di Anne Beaumanoir, che tutto questo l’ha fatto davvero quando sembrava impossibile anche solo pensare di.

 

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CAT: Letteratura

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