Arredo casa e poi mi impicco: tutto su Michele, ragazzo solo con mutuo

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25 Marzo 2016

Ci sono cose pericolose che vogliamo fare e non facciamo. Poi ci sono quelle che non possiamo fare. In mezzo, ci sono i nostri peccati. Ci sono i pomeriggi d’estate e i caffè mai presi“.

Arriva il momento, nella vita, che imbocchiamo una strada, anche se non ce ne accorgiamo, anche se, per quel che ne sappiamo, ci pare di stare immobili. In quel momento, certe immagini sfumano. Immagini che hanno a che fare con quel che eravamo, con compagnie infinite, dove ci si voleva tutti bene e non avevano importanza la posizione sociale, il conto in banca. I compromessi, poi, non si sapeva cosa fossero. Michele, il protagonista di Arredo casa e poi mi impicco (Rizzoli), romanzo di Massimiliano Virgilio pubblicato qualche anno faha preso la sua direzione, in qualche modo. Ha trent’anni, si lascia alle spalle una storia sentimentale malandata, fa lo scrittore senza gloria e senza portafoglio ed è ben deciso ad abbandonare la cameretta natia per andare a vivere da solo. Ma quando si rende conto che affittare un monolocale decente ad un prezzo ragionevole a Napoli è un’impresa ardua, opta per l’acquisto. Da quel momento le rate del mutuo diventano il suo incubo peggiore, comprese le espressioni disorientate dei suoi genitori. La casa, l’investimento che inorgoglisce amici e parenti e dà senso ad un’esistenza, si rivela presto un colabrodo e sbarcare il lunario sembra più difficile del previsto. Michele deve fare i conti con infiltrazioni saline, pareti da rinfrescare e certe solitudini che nel capoluogo partenopeo si soffocano facile, almeno per qualche ora. Più di tutto è la mancanza di soldi a scoraggiare Michele. Finché gli viene proposto di collaborare alla sceneggiatura di Devotion, un film su Padre Pio. Un risvolto tragicomico per uno scrittore in erba che nel sonno immagina di confrontarsi con il giovane Holden e Martin Eden. A rendere ancora più paradossale la quotidianità del nostro protagonista, un paio di personaggi popolari, tra cui la mitica Miss Vrenzola, donna specializzata in pulizie e dispensatrice di perle di saggezza.

In questa girandola emotiva ad alto tasso di precarietà, il raggio di sole è una ballerina dagli occhi neri e un carattere incendiario. Il primo approccio tra lei e Michele è uno scontro verbale all’ultima stoccata, poi sarà amore. È a quel punto che l’ipocondriaco protagonista, devoto solo ai libri, comprende che il destino, se esiste, non sta tra le pagine di un romanzo ma negli occhi delle persone. E il mutuo? Di questo leggerete voi stessi, vi ho già anticipato troppo.

Massimiliano Virgilio è uno scrittore eccellente, che mixa humour ed esistenzialismo, nostalgie e paradossi in maniera invidiabile. Dentro questo libro c’è la vita di molte persone. Ci sono i tentativi di un ragazzo di tastare il mondo. Ci sono la casa e la famiglia, simulacri di una cultura che resiste, soprattutto nel Mezzogiorno. E ci sono la fatica, la negazione, il disorientamento di chi sfida il pensiero comune dominante, non senza il dubbio che poi, dopo essersi tanto ribellati, quel che resta, tipo cenere dopo un fuoco, siano proprio la casa e la famiglia.

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TAG: arredo casa e poi mi impicco, massimiliano virgilio
CAT: Letteratura

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