Teatro

Acqua Santa: se la colpa da lavare è l’omosessualità

19 Febbraio 2017

In un tempo imprecisato, in un luogo imprecisato due ragazze di nome Maddalena e Annina si sono amate. Accogliendo il loro sentimento hanno sfidato maldicenze e cattiverie e guardato in mezzo alle contraddizioni dell’esistere e all’assoluta incertezza delle cose. Il prezzo che hanno pagato per affermare se stesse è stato alto, come spesso accade a chi non è disposto a rinnegare se stesso. Questa storia la raccontano lo scrittore Giuseppe Pompameo ed i registi Costantino Punzo e Aurelio De Matteis con Acqua Santa, spettacolo teatrale portato già in scena lo scorso dicembre al teatro Arca’s di Napoli, con un notevole successo di pubblico, e in replica nello stesso teatro l’1 e il 2 aprile.

Maddalena (Sara Esposito) è rinchiusa in un manicomio. I suoi genitori non vogliono più saperne di lei dopo lo scandalo della storia d’amore con Annina (una notevole Marilia Marciello). Maddalena ed Annina, unici personaggi sulla scena, ripercorrono, a voci alterne, la drammatica vicenda: il loro incontro, la scoperta dell’omosessualità, la felicità, il clamore in paese, la persecuzione emotiva e fisica delle due donne che non troveranno pace se non invocandosi l’una con l’altra. A dettare il ritmo narrativo, oltre le parole, le note di Anna Capasso, musicista. Marilia Marciello, complici i fuoriscena, interpreta con la sola impostazione della voce anche altri personaggi, dimostrando una notevole padronanza scenica. La scelta della regia di ridurre al minimo il numero degli attori, giocando con le voci e la mimica, è un atto di fiducia nei confronti della Esposito e della Marciello che irretiscono il pubblico, lo interrogano, lo scuotono.

La storia si ispira al romanzo Minchia di re di Giacomo Pilati, dal quale è stato tratto anche il film Viola di mare con Valeria Solarino e Isabella Ragonese. La messa in scena si discosta dal libro e non prevede una localizzazione precisa nel tempo e nello spazio. Volevamo che il pubblico percepisse la storia come vicina, reale e attuale. Raccontiamo la solitudine di due ragazze che scoprono la loro omosessualità e piombano in uno stato di isolamento profondo. Qualcosa nella narrazione fa intuire che le vicende narrate potrebbero essersi svolte in un paesino rurale del Sud Italia, ma non è un elemento rilevante. C’è stata un’attenzione maniacale sul testo e sulla resa della messa in scena” dice Giuseppe Pompameo, autore della sceneggiatura.

Non ci sono giudizi da cogliere in questo spettacolo. Esso è piuttosto il racconto di due giovani vite, tra solitudini, morali spicciole e prepotenze morali.

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