Angelika e Tamara, il cuore della DDR che sogna

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18 Dicembre 2022

Per vederla suonare dal vivo ho litigato ed intrigato per sei mesi. Erfurt è una città speciale, mezza Bella Addormentata, mezza capitale musicale. Ma Angelika vive da anni a Berlino, e da Erfurt è andata via da quasi vent’anni, nel 1983, quando suo marito Waldemar è stato costretto a partire soldato e lui ha colto l’occasione di lavorare con Günther Fischer (e, più, tardi, con Manfred Krug): i più grandi jazzisti della storia della DDR. A Berlino, Angelika è parte di un microcosmo intenso e selvaggio, all’interno del quale la musica folk voluta dal partito (Oktoberclub) si mischia con un rock che tanto assomiglia a quello della nostra PFM.

Questo nuovo rock ha un nome, Cäsar, ed una band di Lipsia, che si chiama Klaus Renft Combo, fin quando non viene proibita, e poi viene rifondata col nome di Karussel. Ma non basta. Non basta a nessuno, nemmeno a coloro che ci suonano. Angelika, a Berlino, canta, con la voce più bella e più nera della nazione, il blues ed il jazz, ed è amica di un’altra ragazza che viene dalla Turingia: Tamara Danz. Per noi italiani sono nomi sconosciuti, con una vita incomprensibile, che la Germania ha consacrato con una serie televisiva, “Weissensee”, che è piena di amore, entusiasmo, brutalità poliziesca, disperazione, morte.

Immaginate che Roma sia tagliata in due da un muro, che traversare il Tevere sia la garanzia di essere fucilati, che le famiglie, a decine di migliaia, siano spezzate da quel muro, e che nella parte più piccola della Città Eterna ci sia un regime che ti permette la facilità solo se segreta, che ti regala un’apparente spensieratezza economica in cambio della vita al di qua di un reticolato insormontabile. Non lo immaginate, perché per sapere nel sangue come si vive a Berlino Est bisogna esserci stati, essere stati giovani, innamorati, delusi, aver cercato casa ed un minimo di sicurezza, aver lottato in ogni modo per conquistare millimetri di creatività. Millimetri, sempre e soltanto millimetri. Con la paura che chi ti siede accanto e ti sorride lavori per la STASI e faccia in modo che tu e la gente che ami scompaia in una prigione per sempre.

Angelika e Tamara sono diverse. Sono straordinarie, uniche, irripetibili. Angelika è talmente brava che, dopo aver registrato un capolavoro, “Unser Heimat” (la nostra patria, 1988), una canzone che il regime ha scritto per i bambini e lei ha trasformato in un inno alla vita ed all’entusiasmo, l’hanno fermata. Niente disco. E lei ce l’ha fatta lo stesso, ha importo alla DDR di lasciarla cantare in inglese – la lingua che l’ex segretario del Partito Walter Ulbricht definiva uno scimmiesco ye-ye-ye.

Tamara, nel 1988, è una dea del rock. La sua band, Silly, ha registrato un album, “Mont Klamott”, che è un disco completamente irripetibile: introduce la musica new wave al di là del muro, parla della miseria ideale ed economica della DDR, delle “donne dei sassi” che, nel 1945, raccoglievano i mattoni non del tutto straziati nella polvere e nella neve di una Berlino rasa al suolo dai Russi e dagli Americani. Parla L’autore dei testi, il poeta Werner Karma, nascondendosi dietro le nebbie sottili della poesia, parla al cuore di una generazione di ragazzi che non ha conosciuto la guerra, ma solo l’oppressione del regime, ed ha imparato a trovare la felicità in piccole conquiste. In questo microcosmo l’amore, che è l’unica cosa libera, diventa il perno attorno al quale gira tutto, crea e distrugge l’arte, le persone, la vita. E Tamara non fa prigionieri – persino all’interno della propria band.

Io sono un marziano che si è subito innamorato di entrambe, non appena il mio tedesco è diventato sufficiente per capire quale enorme risultato avessero ottenuto queste due amiche del cuore, per percepire quanto fosse importante conquistare il senso della loro arte – che è veramente vita e politica e tutto. E quindi, non appena mi hanno dato un’occasione, ho guerreggiato per avere Angelika, perché Tamara, nel frattempo, è morta di cancro, lasciando un vuoto incolmabile. Tant’è vero che la strada che porta alla più grande sala musicale dell’intera Germania, oggi, è intitolata a lei.

Tamara Danz (sinistra) ed Angelika Weiz (destra)

Quanto a Gelli, mi hanno proposto di averla in trio, ma io, dopo averci parlato al telefono, sono riuscita a trovare i soldi per farla venire con tutta la jazz e blues band. Il concerto è al Petersberg, una sala enorme, e lei arriva nel pomeriggio, una selva di riccioli neri e un tornado di vento caldo – come quello che ho provato, nella mia vita, solo ad un concerto di Aretha Franklin.

È venuta poca gente. La DDR non c’è più, ed i giovani hanno dimenticato. Angelika ha suonato per me e per pochi altri. Ha cantato per me, un ragazzino errante che viene dalla periferia romana, e che ha attraversato 2000 km ed un’intera galassia per poterla ammirare, per poterle stringere la mano, per affogare nel suo sorriso prima, e nella sua voce poi. Il mio carissimo amico Andreas Förster, che la conosce fin da quando lei si è trasferita e Berlino, mi aveva avvertito: ti ama o ti odia, ed il primo sguardo è per sempre. Così oggi posso dire, con orgoglio, che, se siamo rimasti in contatto in tutti questi lunghi anni che ci hanno strappato via da quella vita che avevamo, ci deve essere un motivo.

Pochi giorni fa Tamara avrebbe compiuto 70 anni. Angelika l’ha salutata su Facebook. Io, gelato da un dicembre che è più freddo della mia vecchiaia e della mia malattia, saluto entrambe. La DDR ha cambiato la mia vita per sempre, e quelle ragazze, che hanno solo un paio d’anni più di me, mi sembrano ancora quelle dell’ultimo anno di liceo, che adori da lontano e che sorprendentemente ti salutano quando ti incontrano, e ti sembra un miracolo. Un mondo di cui non ho fatto parte, ma che mi onoro di conoscere ed amare.

TAG: DDR, Rock, Silly
CAT: Lifestyle, Musica

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