La frustrazione di Harry, principe soldato senza permesso di parlare

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1 Novembre 2015

Tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre nel Regno Unito e nei territori del Commonwealth cominciano a fiorire i poppy, le spille che ricordano i papaveri dei campi delle Fiandre, terreno di aspre battaglie durante la Prima guerra mondiale: le indossano Sua maestà e i parlamentari, i giornalisti, finiscono sulle divise delle squadre di calcio, di rugby e di qualsiasi evento sportivo che vede impegnati atleti britannici, la gente comune. L’11 novembre infine si celebra il Remembrance Day, istituito nel 1919 da re Giorgio V per onorare i caduti in servizio.

Il Principe Harry, con i suoi giorni trascorsi in prima linea in Afghanistan, è particolarmente sensibile alle questioni legate ai reduci, specialmente per chi è rimasto gravemente ferito: nel 2014 ha lanciato gli Invictus Game (evento sportivo simile alle Paraolimpiadi), spesso visita le strutture che accolgono e assistono chi ha subito amputazioni e danni fisici ed è uno dei volti di Help for Heroes per raccogliere fondi per gli ex soldati e le loro famiglie. Questa mattina intanto ha ricevuto a Buckingham Palace i partecipanti alla maratona Walking with the wounded.

Se potesse, Harry direbbe in pubblico ciò che pensa al di là dei confini stabiliti dai protocolli, però non può: la sua figura reale glielo impedisce – d’altronde nemmeno al sovrano è concesso di votare. Ma il Mail on Sunday in edicola oggi riporta le dichiarazioni di un amico del principe sulla sentenza della corte britannica che ha condannato per omicidio il sergente dei Marines Alexander Blackman: una decisione “ridicola”, sarebbe stata la reazione secondo la fonte del tabloid londinese che ha aggiunto come il soldato Harry vorrebbe potersi esporre in prima persona sulla vicenda.

Il sergente Blackman due anni fa è stato giudicato colpevole di aver ucciso nel settembre 2011 con un colpo di pistola al petto un prigioniero talebano già ferito, diventando il primo soldato britannico ad essere condannato per omicidio in zona di guerra dai tempi del secondo conflitto mondiale. I malumori tra i ranghi dell’esercito si sono sentiti, alcune manifestazioni a sostegno di Blackman sono state impedite dal ministero della Difesa perché ritenute troppo politiche e quindi inopportune, come verrebbero d’altronde giudicate le eventuali dichiarazioni di un componente della famiglia reale.

Le soffiate però, seppur prese con la dovuta cautela, possono lasciare il segno.

TAG: afghanistan, Prince Harry, Remembrance Day, Sgt. Alexander Blackman
CAT: Londra, Storia

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