“Slutshaming”. Come togliere l’offesa

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17 Settembre 2016

Il suicidio di Tiziana Cantone. Piovono ancora lacrime di coccodrillo su questa triste storia. Molti danno la colpa ai cretini che hanno diffuso e sfottuto con cinica leggerezza i videotrash in cui Tiziana si era fatta riprendere mentre faceva sesso. Altri sottolineano, con cinica leggerezza pure loro, che era consenziente e non era più una ragazzina. Qualcuno tira fuori la Legge sulla Privacy, che poi qualcun altro riporrà nel solito scaffale polveroso. La querela intentata contro il Web da Tiziana è stata un boomerang, ha solo acutizzato il danno e la beffa. C’è da trovare una soluzione che faccia un passo avanti, superi i vaghi discorsi sulla moralità, le cattive abitudini, il dato personale dei carnefici e delle vittime. La definizione tecnica che il Web usa per casi come questo è “Slutshaming”, chi conosce l’inglese da filmporno noterà come anche il termine “tecnico” contenga l’offesa. Non se ne esce. C’è da bucare l’idea di una Rete irresponsabile. C’è da rifondare i concetti di violazione della Privacy e di diffamazione su strumenti che non agiscano a-posteriori (quando si tenta di svuotare un mare di merda con il cucchiaino del procedimento giudiziario), ma invece a-priori, nell’istante della pubblicazione on-line e un attimo prima. Come?

Se l’utilizzo dell’altrui corpo fisico, e della altrui persona, fosse inteso a prescindere come non-autorizzato in scene di nudo e di sesso, e se in ogni angolo della rete globale legalmente normata fosse fatto obbligo a chi posta qualunque filmato “hot” di auto-certificare il consenso delle persone coinvolte, pena una multa in danaro secca e chiara come un Autovelox, secondo me un passo sulla strada giusta lo faremmo. Basta un click in più , tracciabile, fra le opzioni che già selezioniamo quando condividiamo un post. Dopo di che l’ammassarsi gigantesco di quella valangata di porno-video “amatoriali” dove i confini fra liberà sessuale, gioco, inganno e costrizione violenta sono (psicologicamente e fisicamente) labilissimi, potrebbe forse avere un freno.

Altrimenti, gli ipocriti che hanno inchiodato Tiziana alla battuta di un istante (“Stai riprendendo, bravo..”) continueranno a credersi irresponsabili, e a pensare che “se l’è cercata”. Ma Tiziana non cercava la morte: cercava sesso, gioco, piacere, potere, una sua sfumatura d’amore… chissà! Quel che cercava lo sapeva lei. Aveva trovato un fidanzato cretino, questo è sicuro. Ma il punto è un altro: non si è uccisa per quello che era, ma per come la hanno raccontata gli altri. Che, dunque, irresponsabili non sono.

TAG: etica, morale, porno, pornografia, privacy, società, società dei consumi, violazione della privacy, web
CAT: Media

5 Commenti

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  1. evoque 8 anni fa

    Ieri, ho seguito Milanow – solo l’ultima mezz’ora per la verità perché ero appena tornato a casa – e devo dire che non ero d’accordo con nessuno di coloro i quali avevano telefonato. Che a mio parere non avevano centrato il problema. Problema che non è tutto e solo in capo ai social. No, perché il problema principale, quello che poi a cascata fa sorgere tutti gli altri, si chiama consapevolezza. Dalla quale non si può prescindere. Preciso che il mio non è un discorso di carattere morale o moralistico – ognuno faccia quel che crede nel rispetto degli altri e della legge – piuttosto di carattere tecnico, diciamo così. Se io mi sbronzo e poi mi metto alla guida di un’ auto, non posso certo stupirmi se poi centro un paracarro o, nella peggiore ipotesi, metto sotto un pedone. Quando ero bambino ero sotto la tutela, la sorveglianza dei miei genitori; una volta cresciuto, diventato maggiorenne, le conseguenze delle mie azioni sono a mio carico. E io devo esseren assolutamente consapevole, in quanto cittadino adulto dotato della capacità di intendere e di volere. Purtroppo, la nostra società tende a de-responsabilizzare il cittadino, tende a giustificarlo addebitando ad altri soggetti (la scuola, la famiglia, la società…) i comportamenti sbagliati che questi può mettere in atto: la folla dei giustificazionisti è sempre molto folta. Ma ad ogni azione corrisponde una reazione. Il cittadino consapevole lo sa.

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    1. stefanogolfari 8 anni fa

      Non ho questo approccio. Nel caso in esame Tiziana aveva dato il “consenso” (una frase detta mentre si fa sesso può’ essere una autocertificazione responsabile) ad essere filmata. Tutti quelli che hanno pubblicato il video in rete non le hanno chiesto nulla, ed è da loro che è arrivato il danno. Più in generale preferisco una Società che rischia il dissenso dandosi regole morali intelligenti (e non bigotte) all’idea che ciascuno fa quello che vuole e poi sono fatti suoi se ne subisce le conseguenze. So di essere in schiacciante minoranza rispetto all’andazzo odierno, ma continuo a pensarla così. L’esempio che veniva fuori in trasmissione non c’entra nulla con i videoporno amatoriali ma a mio avviso è azzeccato: se due escursionisti inesperti si avventurano sul Monte Bianco e poi rimangono bloccati dal maltempo, che facciamo? Li lasciamo lì a morire perché “se la sono cercata” o andiamo a prenderli con l’elicottero? A che serve una Società che non ti salva la vita? L’elicottero deve partire sempre, per chi ha ragione e per chi ha torto. Ma si diceva anche che una norma, una regola per la quale la spesa per l’elisoccorso resta a carico degli escursionisti inesperti, dissuaderebbe i pirla.

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      1. stefanogolfari 8 anni fa

        non riesco a correggere i commenti, e nel mio sopra manca un punto di domanda importante: dopo “una frase detta mentre si fa sesso può essere una autocertificazione responsabile” ci vuole un “?”. E’ una domanda, alla quale io personalmente risponderei NO.

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        1. evoque 8 anni fa

          Stefano, a me non pare che la mia posizione diverga dalla tua, semplicemente ci siamo focalizzati su due tempi diversi, ma entrambe le realtà esistono e non possoono essere minimizzate, magari l’una a favore dell’altra. Quando ho scritto che ognuno faccia qual che gli pare nel rispetto degli altri e delle leggi, e possibilmente anche di sé stesso, lo aggiungo ora, non intendevo assolutamente sostenere che poi le eventuali conseguenze ricadano sul soggetto e amen. No. Ho ben presente, infatti, l’art. 2 della costituzione in cui è detto che: la Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolga la sua personalità, e richiede l ‘adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale. Dunque, concordo con il tuo esempio sugli escursionisti, ma vorrei a mia volta aggiungerne uno mio: se, in un momento di euforia, io do le chiavi di casa a qualcuno e poi questo qualcuno mi svaligia l’abitazione, beh la responsabilità è anche mia perché ho agito con imprudenza. Il ladro verrà condannato, mentre io non sarò risarcito dall’assicurazione. Dunque, è giustissimo che chi ha diffuso il video venga punito, però si ritorna al problema di partenza: ‘individuo adulto e consapevole. Perché non possiamo pensare che là fuori tutti siano buoni bravi e magari pure belli. Forse a cinque anni. Ma poi…

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          1. stefanogolfari 8 anni fa

            sì, c’è anche un problema di “formazione” personale. Come no? C’è pieno di cretini…

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