Se il farmaco generico non piace ancora abbastanza

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5 Maggio 2015

I farmaci generici non conquistano ancora la fiducia dei consumatori. Il dato emerge da una ricerca presentata oggi da Nomisma. Sono, infatti poco più del 13% della spesa farmaceutica di classe A.

Eppure, se si mettesse a punto una politica industriale puntuale sui generici il risparmio che se ne potrebbe trarre sarebbe di 1,1, miliardi di euro tra il 2015 e il 2020.

Questo perché nei prossimi cinque anni “andranno in scadenza brevettuale prodotti che valgono, a livello nazionale, oltre 2,1 miliardi di euro. Quanto questo potenziale mercato è aggredibile dalle imprese di generici?” Secondo Nomisma “gli esiti industriali di questo processo potranno essere molto differenti a seconda degli orientamenti di policy adottati”.

Realizzata per conto di Assogenerici  “Il sistema dei farmaci generici in Italia. Scenari per una crescita sostenibile” contiene dunque  alcune simulazioni. Che cosa cambierebbe se il generico venisse utilizzato di più? E, soprattutto, se venisse promosso da una politica industriale adeguata? Ci sarebbero molte conseguenze.

Secondo Nomisma  ad esempio con un provvedimento ad hoc che permetta  alle imprese di generici di produrre anche prima della scadenza del brevetto con l’obiettivo di migliorare la tempistica di messa sul mercato e di esportare in quei paesi in cui i brevetti sono già scaduti il turnover della manifattura  potenziale arriverebbe ad oltre 175 milioni di euro e produrrebbe 8.721 posti di lavoro in più.

Chi sono  invece le persone reali che hanno fatto uso di farmaci generici? “Tra i pazienti che hanno fatto uso di farmaci negli ultimi dodici mesi  – si legge nella ricerca – la maggior parte conosce i farmaci generici (90%) e molti ne hanno fatto uso almeno una volta (72%); dall’altra l’elevato numero di autorizzazioni all’immissione in commercio induce molti medici a seguire la solita descrizione. Sembra esistere, infatti, un vuoto di informazione – evidenzia ancora la ricerca –  tra medico e produttori di farmaci generici che incide negativamente sulla capacità di penetrazione dei generici stessi, tanto che il mercato dei farmaci fuori brevetto è ancora oggi dominato dai farmaci di marca”.

Quale tipo di risparmio dà il farmaco generico? Di due generi, pubblico e privato. Viene prevista, infatti “una contrazione della spesa pubblica a fronte di un aumento delle confezioni vendute, poiché l’introduzione di un farmaco generico porta a una riduzione del prezzo per confezione pari mediamente al 60% ad un anno dall’ingresso sul mercato. Oltre al risparmio pubblico, particolare rilevanza ha quello privato: se i pazienti sostituissero tutti i farmaci utilizzati con i rispettivi generici al prezzo più basso sarebbe possibile ottenere oltre 1,4 miliardi di euro di risparmi privati, a parità di confezioni vendute. Questo porterebbe ad un incremento dei consumi in altri settori dell’economia che, nell’ipotesi massima, sarebbe di circa 700 milioni di euro”.

TAG: assogenerici, farmaco, generici, nomisma, Salute
CAT: Medicina

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